Nucleare, fumata nera ai colloqui con l'Iran. Rohani: contiamo sull'Italia, avrei voluto vedere Renzi
Il presidente iraniano: l'Italia è tra i Paesi considerati amici, quelli con cui abbiamo le migliori relazioni commerciali, culturali e politiche. E queste relazioni siamo pronti ad ampliarle e rafforzarle"
NEW YORK - Le grandi potenze e l'Iran sono ancora lontani da un accordo definitivo sul programma nucleare di Teheran, secondo quanto ha comunicato ieri sera a New York un alto responsabile dell'amministrazione americana.
"Le distanze sono significative" ha riconosciuto il responsabile, al termine di otto ore di intensi colloqui tra Teheran e il gruppo "5+1" ( Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania), guidato a New York dalla rappresentante uscente della politica estera europea Catherine Ashton.
Rohani e l'Italia. Parlando con un ristretto gruppo di giornalisti il presidente iraniano, Hassan Rohani ha parlato dei rapporti con il nostro Paese: "Contiamo sull'Italia e siamo pronti a rafforzare i rapporti con Roma". "E' tra i Paesi europei con cui abbiamo le migliori relazioni", ha proseguito, aggiungendo che all'Onu avrebbe voluto incontrare il premier Matteo Renzi: "Non siamo riusciti a far coincidere le agende".
"L'Italia è tra i Paesi considerati amici, quelli con cui abbiamo le migliori relazioni commerciali, culturali e politiche. E queste relazioni siamo pronti ad ampliarle e rafforzarle", ha aggiunto Rohani, ricordando come l'anno scorso incontrò l'allora premier Enrico Letta. E sottolineando come a margine dell'Assemblea dell'Onu quest'anno si siano incontrati il ministro degli esteri di Teheran, Javad Zarif, e la titolare della Farnesina, Federica Mogherini, futura responsabile della politica estera Ue.
L'Italia vanta un antico e consolidato rapporto con l'Iran sia commerciale che diplomatico. Nel 1998 Romano Prodi fu il primo capo di governo occidentale in visita ufficiale in Iran dal 1979.
Mogherini-Zarif. Proprio al termine dell'incontro con Zarif, il secondo in meno di un mese, la futura Lady Pesc ha affermato che un accordo sul programma nucleare dell'Iran è particolarmente importante anche alla luce della sfida posta dall'Isis in Siria e in Iraq.
"Perchè c'è la consapevolezza da parte di tutti - ha detto Mogherini - del fatto che l'Iran può svolgere un ruolo positivo, un ruolo he sarebbe cruciale".
Nel nuovo corso impostato da Rohani c'è la speranza di avere rapporti stretti con tutti i Paesi dell'Unione Europea, ma le parole di Rohani confermano anche uno sforzo di disgelo nei rapporti con gli Usa. Il presidente iraniano - dopo aver assicurato che il nuovo corso 'moderato' a Teheran va avanti, seppure gradualmente e tenendo conto delle "tradizioni" - ha avvertito che i progressi negoziali con i '5+1' sono stati finora lenti e che un accordo ci potrà essere solo se l'Occidente riconoscerà "il diritto" dell'Iran all'arricchimento dell'uranio per un nucleare "a scopi pacifici", ritirando le sanzioni. Ma non ha mostrato di voler far saltare quel tavolo al quale il suo ministro Zarif è tornato a sedersi anche stasera con il segretario di Stato Usa John Kerry convinto da parte sua che un'intesa sia alla portata "nelle prossime settimane".
Mentre a chi gli evocava una possibile delusione nel non aver ricevuto quest'anno una telefonata da Barack Obama - come accadde invece alla finedell'Assemblea generale dell'Onu del 2013 - Rohani ha detto: "Non tutti i viaggi possono concludersi con una telefonata". "Ma i rapporti tra Iran e Stati Uniti - ha concluso - non dovranno continuare ad essere ostili per sempre. E un giorno le cose cambieranno".
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