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NEW YORK - Barack Obama, che oggi ha partecipato al summit sul Clima dell'Onu e alla Clinton Global Initiative a New York, non trascura la sua priorità odierna di politica internazionale: la guerra all'Isil e al terrorismo in Siria e Iraq e la protezione della sicurezza americana e internazionale. All'indomani dei primi bombardamenti su roccaforti degli estremisti islamici in Siria, Obama ha sottolineato come «la lotta contro Isil oggi non sia soltanto americana» e come gli Stati Uniti abbiano agito «in Siria come parte di una vasta e forte coalizione». 
Obama ha anche annunciato al Paese che, con l'attacco delle ultime ore, le forze armate americane hanno sventato «un complotto contro gli Stati Uniti e i loro alleati da parte di veterani elementi di al-Qaeda in Siria, noti come il Khorasan Group».
Il presidente ha affermato che la campagna americana e internazionale contro gli estremisti islamici continuerà. «Non ci sarà rifugio per i terroristi», ha dichiarato. E ha espresso soddisfazione anche per il consenso interno del mondo politico americano: «Sono contento del sostegno bipartisan da parte del Congresso».
I raid sono solo «l'inizio»
Gli attacchi, ha continuato Obama, hanno visto la partecipazione di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Bahrein e Qatar in una missione «per la sicurezza comune». E ha aggiunto che «oltre 40 Paesi hanno offerto aiuto per confrontare questa minaccia terroristica». Le indicazioni iniziali sono che i raid hanno avuto «successo». Lo
ha affermato il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando peraltro che i raid Usa di ieri sono «solo l'inizio».
Obama ha affermato che i piani per sradicare Isil in futuro comprenderanno «l'eliminazione di postazioni dei terroristi, l'addestramento e il riarmo dei combattenti iracheni e dell'opposizione siriana, la chiusura delle fonti di finanziamento di Isil, la lotta alla sua odiosa ideologia, e il blocco del flusso di estremisti verso e dalla regione».