Oggi Il Fatto dedica una lunghissima intervista a Raffaele Marra, a firma di Antonio Massari e Valeria Pacelli. Del lunghissimo colloquio, di cui riportiamo soltanto una minima parte, si capisce che Marra è davvero lo spermatozoo che ha fecondato il MoVimento 5 Stelle: in più occasioni ribadisce che l’attacco nei suoi confronti deriva dall’interno del MoVimento 5 Stelle, ovviamente senza fare alcun nome e senza dire in che modo, ad esempio, il M5S avrebbe “manovrato” giornali come l’Espresso.
Ci si chiede se il sindaco Raggi stia operando in discontinuità col passato oppure no. E lei diventa una cartina di tornasole.
Credo che l’attacco alla mia persona arrivi dall’interno del Movimento. C’è stato un accanimento nei miei riguardi: sin dai primi giorni in cui ho iniziato a collaborare con il sindaco Raggi il mini-direttorio M5S con me non ha voluto avere alcun tipo di interlocuzione, pensavano che fossi legato alla destra romana e alle vecchie amministrazioni. Ma non è così. Ho cercato di mantenere un profilo basso, portando le prove che ero lontano da questi ambienti ma non mi fu dato spazio. Insistevano sulla presunta condanna della Corte dei Conti per il mio incarico in Regione.Perché presunta?
Perché è falso. E posso dimostrarlo. Ma loro erano contrari alla mia nomina come vice capo di gabinetto. In quel confronto, quella sera, fui trattato quasi come un mezzo bandito. Ogni volta che esibivo un documento e una prova contraria c’era una resistenza: prevaleva il pregiudizio.
È cambiato qualcosa?
Forse da qualche giorno. Fino a pochi giorni fa ero additato come un bandito. Adesso ho rapporti più corretti con tutti: per esempio posso partecipare, con il mio ruolo, a delle riunioni con i consiglieri.Forse perché Grillo ha chiesto informazioni su di lei ai consiglieri?
Probabile. Lei è indagato per qualcosa? Lo è mai stato? No, mai. Lo ha confermato la procura di Roma. Allora la questione, non essendo giudiziaria, è totalmente politica. Sicuramente c’è qualcuno a cui politicamente non vado bene. L’Espresso mi dedica 8 pagine. Eppure sono solo uno dei tanti dirigenti del Comune di Roma. L’obiettivo non sono io: attaccano me per attaccare il sindaco. E secondo me l’attacco arriva probabilmente dall’interno del Movimento.
Che dire? Chi si somiglia si piglia.
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