"Il 2017 potrebbe essere un anno difficile ma anche meravigliosamente bello, potrebbe essere l'anno della svolta" e non quello "di un governicchio tecnichicchio in cui riprendere le posizioni che i rottamatori ci hanno sfilato". Lo ha detto Matteo Renzi nell'intervento conclusivo alla Leopolda (iniziato in lieve ritardo a causa di un black out).
"Viviamo il tempo dell'odio. Quando in Piazza San Marco ci si incappuccia, si prende un cartello stradale e si cerca di darlo in testa ai poliziotti non si difende la Costituzione, ma la si offende e noi stiamo dalla parte di quelle forze dell'ordine che ieri erano in piazza. Non c'è da scomodare Pasolini, non c'è da ricordare i figli di papà". "Dicevano che volevano venire alla Leopolda: vi do una notizia, basta mandare una email", ha aggiunto Renzi.
"Il 4 dicembre è la loro ultima occasione per tornare in pista. E' tutta lì la partita, lo hanno capito anche i bambini. Non c'è altro. Ma quale articolo 70?", prosegue dal palco della Leopolda Renzi contro "Ciriaco De Mita" secondo il quale la riforme "è un po' frettolosa" e contro "Massimo D'Alema" che dice "noi l'avremmo fatta meglio". Renzi aggiunge: "E perchè non l'hai fatta te?". E a proposito di Berlusconi, che ha detto "che questa riforma rischia di portare un uomo solo al comando. E poi mi chiedete perché Berlusconi mi sta così simpatico? Ma è meravigliosa. Loro che avevano fatto una riforma in cui il premier poteva sciogliere le Camere". E poi ha aggiunto: "Shhh... sono convinto di vincere, ma non ditelo a nessuno".
Renzi, dal palco, attacca poi la minoranza del Pd ed "i teorici della ditta quando ci sono loro e dell'anarchia quando ci sono gli altri". Un attacco che la platea della Leopolda accoglie con un 'fuori,fuori' riferito alla sinistra interna. E poi attacca il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio: "leoni da tastiera, che finché c'è da scrivere, sono bravi, poi li incontri in trasmissione e non riescono a guardarti negli occhi. Ogni riferimento a Marco Travaglio è puramente casuale".
"Dopo il terremoto, diciamo a tutti i sindaci tornate a progettare scuole, tutte le spese per l'edilizia scolastica saranno fuori dal patto di stabilità, i nostri figli valgono più dei funzionari del patto di Bruxelles", ha continuato Renzi nel suo intervento.
"Se per qualche lustro non importava più fare progetti perché la cultura dell'austerity avrebbe tagliato - continua Renzi - ora si cambia, basta con l'approccio di subalternità culturale in cui il giorno dopo giorno si mangia il futuro, dopo il terremoto diciamo ai sindaci di tornare a progettare: le spese per le scuole saranno fuori dal patto che piaccia o no a Bruxelles, i nostri figli valgono più dei funzionari".
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