Nel settembre scorso la sindaca smentì su Twitter che il ragioniere generale volesse lasciare il Campidoglio dopo alcune incomprensioni con l'amministrazione. Oggi viene tutto confermato. Con giallo
Quei bugiardi dei giornalisti. Continuavano a scrivere che il ragioniere generale del Comune di Roma Stefano Fermante aveva chiesto ufficialmente di essere sollevato dall’incarico per incomprensioni con l’attuale amministrazione. Ma Virginia Raggi sosteneva su Twitter che no, non era vero, Fermante era al lavoro in Campidoglio e tutto il resto erano chiacchiere di quei cattivoni dei giornalisti. E però, peccato che Stefano Fermante oggi non sia più il ragioniere generale del Campidoglio. E che sia stato involontario protagonista anche dell’ennesimo figurone dei grillini.
Virginia Raggi e Stefano Fermante: il ragioniere che non doveva andare via è andato via
Ieri infatti Salvatore Romeo, il dipendente del Comune e attivista grillino diventato dirigente con stipendio triplicato a causa di una delibera scritta “ad agosto, quando fa caldo, ci si può sbagliare” e poi parzialmente detronizzato in seguito ai rilievi dell’ANAC, si è infatti presentato alla seduta della Commissione Bilancio per annunciare che Fermante era stato allontanato per ragioni politiche, come riportato dall’agenzia di stampa DIRE:
“Purtroppo ci sono state circostanze che hanno ritenuto non rinviabile la sostituzione del ragioniere generale. Fino a 10 giorni fa pensavamo rimanesse lui, poi e’ stato allontanato per ragioni politiche ma rimane comunque in quell’ufficio”. Lo ha detto il capo della segreteria della sindaca Virginia Raggi, Salvatore Romeo, a margine della seduta della commissione Bilancio per l’audizione dei vertici di Adir a cui l’agenzia Dire ha assistito, in merito alla nomina ad interim a ragioniere generale del Campidoglio della dirigente Paola Colusso in sostituzione di Stefano Fermante.
E subito veniva in mente che le dimissioni di Fermante erano state protocollate insieme a una relazione di venti pagine sullo stato delle finanze capitoline consegnato alla Raggi dallo stesso Fermante. Che sembrava davvero addolorato, a sentire quello che aveva detto ai suoi collaboratori: «C’è troppa confusione. Io sono completamente isolato, lavoro senza un indirizzo politico, visto che l’assessore al Bilancio si è dimesso il primo settembre e la sindaca in tutto questo tempo non ha mai voluto incontrarmi. Ma nella situazione in cui versa il Campidoglio i rischi sono troppo alti: i conti sono peggiorati, io sto in prima linea, esposto a critiche spesso feroci, senza che nessuno mi dica cosa fare. Una responsabilità enorme, che non posso sopportare da solo». Ma prima delle 8 di ieri sera, racconta oggi Mauro Favale su Repubblica, l’amministrazione ha fatto dietrofront: Per Romeo «il dottor Fermante aveva già richiesto circa un mese fa di essere sostituito a capo della ragioneria generale per ragioni personali e che non c’è quindi una motivazione politica all’origine del suo spostamento». Una precisazione che conferma, a oltre un mese di distanza, la notizia data da Repubblica. Romeo poi aggiunge che «in occasione dell’interpello, il dottor Fermante ha espressamente chiesto di essere posto a capo di una direzione. E mi risulta sia stato accontentato». Il dirigente, in ogni caso, non commenta, provando a tenere i toni bassi nonostante l’amarezza, intenzionato piuttosto a chiedere lo spostamento in un altro ente.
Quanto valgono le smentite della sindaca?
La vicenda ci dà l’esatta dimensione di quanto valgano le smentite della sindaca. Il ragioniere generale del Campidoglio aveva rimesso il suo mandato nella seconda metà di luglio, secondo indiscrezioni, e da allora non era mai stato convocato dalla sindaca Virginia Raggi. Ai primi di settembre il funzionario avrebbe reiterato il passo ufficiale. La sua lettera sarebbe stata protocollata solo a metà settembre, come scriveva Repubblica Roma. “Non ci sono le condizioni per lavorare”, aveva detto Fermante a persone a lui vicine. Fermante, già vice ragioniere generale della Provincia di Roma, nominato in Comune dal sindaco PD Ignazio Marino nel dicembre 2014 avrebbe atteso da luglio un riscontro dall’amministrazione M5S che non sarebbe mai arrivato. Da qui la decisione di reiterare la lettera con cui rimetteva il suo mandato all’epoca. Ma in questa ricostruzione c’è qualcosa che non torna. Tra le ordinanze della Raggi infatti ce n’è una, datata 23 settembre, in cui la sindaca conferisce l’incarico ad interim di direzione della I U.O. “Programmazione finanziaria e gestionale” della II Direzione “Programmazione e Bilanci” della Ragioneria Generale proprio a Stefano Fermante.
Quindi l’incarico ad interim è stato conferito quel venerdì; il lunedì successivo Fermante avrebbe rimesso di nuovo il mandato dopo il precedente di luglio. Un po’ strana come coincidenza temporale. Di certo i problemi di Fermante non derivano solo dal caos generato dalla mancanza di un assessore al bilancio, visto che la prima volta che ha presentato la lettera è stato a luglio, quando in sella c’era Minenna e sembrava ben saldo. Ieri è stato ufficialmente giubilato. Dandoci così l’esatta dimensione di quanto valga la comunicazione su Twitter.
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