domenica 6 novembre 2016

Leopolda 2016, Matteo Renzi contro tutti: da Bersani alla «compagnia dei rancorosi»

Data Leopolda 2016

Leopolda 2016: a un mese dal voto del referendum costituzionale, il premier lancia l'ultimo sprint della campagna elettorale. E si scaglia contro la minoranza dem che voterà No: «Teorici della Ditta quando ci sono loro, anarchici quando ci sono gli altri. Usano referendum per prendersi rivincita dopo aver perso il congresso»

LEOPOLDA 2016

LEOPOLDA 2016 – 6 NOVEMBRE 2016

L’ultimo sprint, per la campagna elettorale in cui si gioca tutto, di fronte al suo “popolo”. A 28 giorni dal voto spartiacque della legislatura, il referendum costituzionale, nella cornice della Leopolda Matteo Renzi lancia l’appello decisivo per il “Sì”. E si scaglia contro la “compagnia dei rancorosi“, così come definisce il fronte del “No”, dove si è iscritta pure la sinistra Pd di Bersani bocciando l’accordo raggiunto da Cuperlo sull’Italicum. Ne ha per tutti, il premier: dal Movimento 5 Stelle (con “Grillo che non ha studiato la riforma, allora ha chiesto a Di Maio che non l’ha capita…“) al centrodestra di Salvini e Berlusconi. Contro chi, rivendica, non ha alcun interesse per la riforma costituzionale: «Il 4 dicembre è la loro ultima occasione per tornare in pista tutta lì la partita, lo hanno capito anche i bambini. Non c’è altro». 
Ma Renzi si scaglia soprattutto contro la stessa minoranza del partito che si giocherà un Congresso anticipato alle urne. Nei confronti dell’ex segretario, Renzi riserva il gran finale del suo intervento, con toni durissimi. E raccoglie l’ovazione della platea: «In parte del nostro partito è prevalso il messaggio che gli stessi che 18 anni fa decretarono la fine dell’Ulivo perché non erano loro a comandare la sinistra stanno decretando la fine del Pd perché hanno perso un congresso e usano il referendum come lo strumento per la rivincita. Con rispetto, umiltà ma decisione non ve lo consentiremo. A loro, ai teorici della ditta quando ci sono loro e dell’anarchia quando ci sono gli altri, dico che negli Usa Bernie Sanders lavora e fa campagna per Hillary Clinton». 
Ma Renzi tratteggia una sfida, quella del referendum, che assume ormai i contorni di un “derby” tra chi, rivendica, vuole cambiare il Paese e vuole soltanto conservare rendite di posizione: «Dicono di difendere la Costituzione ma stanno cercando di difendere solo i loro privilegi e la possibilità di tornare al potere. Il referendum non è tra due Italie. L’Italia è una e indivisibile. Ma tra due gruppi dirigenti diversi: quelli del sì hanno un progetto, idee, un orizzonte e quelli del No che se li chiudi in una stanza e gli dici ‘uscite con un’idea’ non escono più». Certo, con il “Sì” ancora dietro nei sondaggi, Renzi sa che deve cambiare marcia. E non è un caso che si affidi al suo popolo per spingere il “Sì”. Guarda oltre, il segretario dem, nonostante il verdetto della sfida sia tutt’altro che scritto. Tanto da anticipare già le date della prossima Leopolda, l’ottava, per il 2017: «Vi diamo le date: il prossimo anno sarà tra il 21 e il 22 ottobre». Un modo per lanciare un segnale di continuità. Esorcizzare i timori. E smentire le indiscrezioni di chi profetizzava potesse essere l’ultima delle Leopolde. 

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...