Per tutti quelli che in Italia festeggiano la vittoria del popolo contro la finanza speculativa è in arrivo un bel siluro: Trump ha intenzione di smantellare il Dodd-Frank Act, la legge voluta da Obama che introduceva maggiori regole per le società finanziarie e maggiori tutele per i risparmiatori. E non avete ancora sentito cosa vuole fare con l'Obamacare
Da ieri Matteo Salvini (il leader di quel partito che fece fallire una banca e si fece salvare dal finanziere Gianpiero Fiorani) ed altri ci spiegano che finalmente con la vittoria di Donald Trump il popolo americano ha deciso di dire basta a massoni, banchieri, finanzieri, lobbisti e tutti i poteri forti che vi possono venire in mente. Un bel vaffanculo, come l’ha definito Beppe Grillo, arrivato fuori tempo massimo a intestarsi la vittoria del candidato repubblicano. Ma come è già accaduto in tempi recenti in Regno Unito il vaffanculo di Trump – così come quello dell’amico Nigel Farage, vero anello di congiunzione tra i due – è per il popolo, non per i poteri forti.
Meno regole per il settore finanziario
E del resto non può essere che così perché Trump è un palazzinaro che ha dichiarato più volte bancarotta per evitare di pagare le tasse e soprattutto è uno degli esponenti più importanti di quel 1% che dalle parti del MoVimento viene chiamata “ka$ta”. Non è passato nemmeno un giorno dalla sua vittoria e già sulla piattaforma che Trump ha messo in campo per spiegare gli obiettivi dei primi 73 giorni della sua Presidenza compare il primo regalo a banchieri, finanzieri e lobbisti (non escludiamo che anche i massoni possano trarne giovamento ma non siamo esperti di grembiulini e cazzuole). Come si legge sul sito Greatagain.gov il Presidente Trump ha intenzione di smantellare completamente il Dodd-Frank Act perché, è la sua spiegazione, non serve alla gente:
The Dodd-Frank economy does not work for working people. Bureaucratic red tape and Washington mandates are not the answer. The Financial Services Policy Implementation team will be working to dismantle the Dodd-Frank Act and replace it with new policies to encourage economic growth and job creation.
Il “Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act” è una legge federale del 2010 approvata in base ad una proposta avanzata nel 2009 da parte dell’Amministrazione Obama per rispondere alla crisi finanziaria del 2008 e per evitare che una situazione del genere potesse accadere nuovamente in futuro. Uno dei più grandi successi ottenuti grazie al Dodd-Frank è la multa da 100 milioni di dollari comminata dalla Commissione di garanzia istituita dalla legge alla banca d’affari Wells Fargo che aveva aperto conti correnti e carte di credito all’insaputa dei suoi clienti. Si tratta nel complesso di una serie di regolamentazioni che mirano ad ottenere maggiore trasparenza per quanto riguarda le transazioni finanziare in modo da tutelare maggiormente i consumatori e i risparmiatori ma anche per consentire a banche e istituti finanziari di sopravvivere meglio ad un’eventuale futura crisi economica. Regole la cui applicazione ha richiesto un consistente investimento economico da parte degli operatori del settore che il mondo finanziario ha sempre considerato molto rigide. Non a caso ieri, dopo l’annuncio della vittoria di Trump le azioni di importanti gruppi finanziari erano tutte in forte rialzo società finanziarie come JP Morgan (+ 5.7%), Morgan Stanley (+ 8.1%), Bank of America Merrill Lynch (+ 6.1%) e Goldman Sachs (+ 6.3%) si aspettano quindi che l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca corrisponda con l’inizio di una deregolamentazione del settore. Il che significa meno regole e mani libere sul mercato per i colossi della finanza.
Trump contro la finanza?
Un momento, ma Trump non era quello contro le lobby e i finanzieri e i banchieri? No, Trump è prima di tutto un uomo d’affari e come tutti gli uomini d’affari odia le regole e la sua insofferenza verso il Dodd-Frank è cosa abbastanza nota visto che già nell’ottobre 2015 aveva detto a Fox News “dobbiamo sbarazzarci del Dodd Frank Act“. Un chiaro segnale che un’eventuale Presidente Trump avrebbe sciolto le redini ai cavalli della finanza americana. Non è chiaro se il Presidente manterrà davvero questa promessa, alcuni ne dubitano, ma il Partito Repubblicano ha la maggioranza sia al Congresso che al Senato e il Presidente ha sufficienti poteri (nonché un chiaro mandato popolare) per poter agire in tal senso. Ed è su questo che contano i banchieri di Wall Street. Ieri Beppe Grillo, intestandosi la vittoria di Trump spiegava invece che “Pannocchia ha mandato a fanculo tutti: massoni, grandi gruppi bancari, cinesi”. Ora che Grillo si scopre essere amico di Trump cosa direbbe il Beppe di qualche anno fa, quello che ha costruito una fortuna politica “denunciando” il crack Parmalat e la truffa dei bond argentini?
Smantellamento dell’Obamacare
Donald Trump ha intenzione di smantellare “il più rapidamente possibile” anche il Patient Protection and Affordable Care Act, una delle grandi conquiste dell’era Obama, nota infatti con il nome di Obamacare. Non si tratta di una vera e propria sanità pubblica, così come la intendiamo in Europa e in Italia, ma di una legge che mira a consentire agli americani di poter stipulare polizze mediche regolamentate e sovvenzionate dal governo federale con l’obiettivo di espandere la possibilità per tutti i cittadini di accedere al servizio sanitario. Questo è un altro punto sul quale i sostenitori italiani di Trump come uomo nuovo che ha a cuore il benessere della gente e che si oppone agli interessi di finanzieri e lobbisti dovrebbero riflettere. Specialmente i Cinque Stelle che già sono osservati speciali per la loro alleanza con Farage, un altro che guarda caso in passato ha lavorato proprio per le compagnie di assicurazioni che vendevano polizze mediche e che nel 2012 sosteneva la necessità di privatizzare il sistema sanitario britannico sostituendolo con un modello basato sulle assicurazioni private proprio come negli USA. Ma tranquilli, per Salvini e Grillo Farage e Trump restano gli eroi della gente, quelli che mai si piegano ai poteri forti. Chissà cosa direbbe un ipotetico Grillo americano, uno di quelli sempre pronto a denunciare lo scandalo dei tagli alla sanità pubblica. Ah già, un ipotetico Grillo USA sarebbe simile a Donald Trump.
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