Quaranta attivisti chiedono la sospensione Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Claudia La Rocca e di estromettere dalle comunarie Samanta Busalacchi e Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale Loredana Lupo, quest'ultimo per evitare 'parentopoli'. Ma il Meet UP di Palermo smentisce e precisa: Fonti del meet-up di PALERMO smentiscono l'esistenza di un "fantomatico documento" col quale si chiederebbe la sospensione dal movimento di tre deputati sul caso delle presunte firme false. "Evidentemente c'è qualcuno con qualche mal di pancia antico che sta cercando di strumentalizzare il momento attuale"
È saltata l’assemblea degli attivisti del M5s in programma stasera a Palermo per discutere del caso delle presunte firme false a supporto della lista per le comunali del 2012, delle comunarie per la scelta dei candidati alle amministrative della primavera prossima al momento in stand-by, e del programma elettorale da presentare alla città. La richiesta di incontro era stata avanzata, con un post sul Forum Palermo 5 stelle dall’attivista storico Adriano Varrica, tra i fondatori del meet up palermitano, oggi in lizza per le comunarie e quindi come candidato sindaco.
E a Palermo gli attivisti M5S chiedono la sospensione dei parlamentari per le firme false
La riunione sarebbe dovuta servire anche per condividere il contenuto di una lettera da inviare a Beppe Grillo, Casaleggio jr e Luigi Di Maio per valutare una presa di posizione sul caso delle presunte firme false. “Il tentativo di rispondere all’esigenza di un momento di confronto interno è stato trasformato in un fenomeno mediaticamente rilevante, pronto ad uscire sui giornali – scrive Varrica nel post in cui comunica che la riunione non si terrà – o su qualche trasmissione televisiva nazionale. Lo scopo non era agevolare i detrattori del Movimento ma contribuire al nostro dibattito politico interno”. “Ciò scritto comunico – scrive ancora – ufficialmente che la riunione di cui avrei proposto comunque il rinvio non si terrà per problematiche operative”. C’è da notare che Varrica era finito la settimana scorsa in una polemica all’interno del 5 Stelle di Palermo. L’attivista Loredana Ceruso lo aveva accusato il 1 novembre di aver mandato una mail per sollecitare una raccolta firme contro i portavoce eletti a Palermo, tra cui gli onorevoli Claudia Mannino e Riccardo Nuti:
Una mail inviata il 31 Ottobre alle 9:17 che ha come mittente Adriano Varrica, candidato alle comunarie palermitane, ed avente come destinatario un numero ristretto di persone è arrivata a mia conoscenza. Inutile dire che il contenuto mi ha lasciata di merda.
Con questa lettera si chiede di aderire in sole 9 ore a una presa di posizione da parte del gruppo di Palermo nei confronti dei NOSTRI 8 Portavoce palermitani (GP Triz, Claudia Mannino , Claudia La Rocca Giorgio Ciaccio, Loretta Lupo, Riccardo Nuti, Chiara Amélie Di Benedetto, Judi Vi). In particolare si tenta di istituire una santa inquisizione che abbia il compito di condannare i portavoce e salvare le elezioni palermitane. Varrica peraltro chiede un “gesto maturo e responsabile al gruppo dirigente di Palermo”, dimostrando di non avere capito un cazzo del Movimento 5 Stelle.
GRUPPO DIRIGENTE DI PALERMO?
Ma dov’è finito l’uno vale uno? Il Movimento orizzontale? L’assenza di vertici? Ma soprattutto Varrica sta parlando del Movimento 5 Stelle o dell’MPA?
Al di là del contenuto della lettera che reputo francamente allucinante chiedo a tutti i miei contatti del Meetup di Palermo se sono stata l’unica ad essere stata esclusa oppure se qualcun altro è nelle mie condizioni. Girano voci secondo le quali alcuni attivisti storici abbiano ricevuto questa mail e abbiano sottoscritto la lettera.
Dato che la notizia mi sembrava falsa, anche considerando le persone interessate, ho provveduto a chiamarle singolarmente per avere conferma. Bene, tutti mi hanno risposto di non aver ricevuto alcuna mail.
Varrica aveva risposto parlando di questa riunione ma non delle email inviate:
Il documento per la sospensione dei parlamentari
Varrica è componente dello staff di Ignazio Corrao a Bruxelles e, prima dello scoppio della polemica, anche consulente di Claudia Mannino al parlamento. Figura anche tra gli esperti invitati a un dibattito su ambiente e rifiuti con Trizzino e Azzurra Cancelleri. Lui e Igor Gelarda avevano ricevuto una serie di attacchi che miravano a farli ritirare dalla competizione per le comunarie di Palermo, che a questo punto sembrano molto in dubbio. “Dopo le polemiche sulle presunte firme false nella lista per le comunali del 2012 a Palermo, è stato predisposto un documento nel quale insieme a una quarantina di attivisti storici e nuovi iscritti al M5s chiediamo la sospensione dei parlamentari Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Claudia La Rocca e di estromettere dalle comunarie Samanta Busalacchi e Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale Loredana Lupo, quest’ultimo per evitare ‘parentopoli'”, dice infatti all’agenzia ANSA Massimiliano Trezza, attivista palermitano dal 2013 e membro del gruppo quinta circoscrizione. “Stasera alla riunione avremmo voluto presentare il documento – dice Trezza – Non escludo che la riunione sia saltata per evitare di entrare nel merito della nostra richiesta. È da tempo che nel M5s a Palermo non c’è libera partecipazione: è stato ridotto a un club esclusivo e non a un movimento inclusivo. Non condanno nessuno, a me interessa il bene del movimento che si apra a quante più persone possibile, ma credo che dopo il caso sollevato questi parlamentari debbano mettersi da parte per correttezza. Non possiamo accettare che sia Nuti a vagliare i curricula per le comunarie”. Ma fonti del meet-up di Palermo smentiscono sempre all’ANSA l’esistenza di un “fantomatico documento” col quale si chiederebbe la sospensione dal movimento di tre deputati sul caso delle presunte firme false. “Se davvero esistesse un documento del genere – aggiungono le fonti – non sarebbe in alcun modo espressione degli attivisti. Evidentemente c’è qualcuno con qualche mal di pancia antico che sta cercando di strumentalizzare il momento attuale“.
Lo stesso Trezza a metà ottobre aveva rilasciato un’intervista a Repubblica criticando il gruppo degli eletti: «Il fattaccio delle firme è di un idiozia colossale che se sarà confermato ed appurato dalla magistratura metterà a nudo coloro che detengono il sapere a 5 stelle a Palermo e sono responsabili dell’allontanamento di numerosi attivisti che partecipavano ai vari gruppi tematici annientati ed azzerati senza un’assemblea degli attivisti!». Ieri sera intanto le Iene erano tornate sul caso di Giovanni Pampillonia, il poliziotto della Digos che aveva indagato senza risultati in una prima fase riguardo il caso delle firme false. Infine Carmelo Miceli, segretario del PD palermitano, fa sapere che dopo la verifica della documentazione relativa alle firme che la consigliera Antonella Monastra ha ottenuto ha riscontrato che alcuni dei nomi, con relative firme, non comparirebbero negli elenchi degli aventi diritto al voto per le elezioni amministrative del 2012: «La normativa è chiara: può apporre la propria firma per la presentazione di una lista alle elezioni solo chi è iscritto al registro degli aventi diritto al voto. Non ci accontentiamo delle verifiche a campione, pertanto – conclude Miceli – stiamo procedendo a verificare tutte e duemila le firme».
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