La “congiura di palazzo” di Padova rovina la festa a Salvini
Una manifestazione con cui Salvini vorrebbe dare ordine al centrodestra e proporsi come leader
“Se chiedono ci sono, non è più tempo di rimandare, tentennamenti, dubbi, paure. Coraggio, idee e squadra non ci mancano. Non abbiamo paura, oggi comincia una lunga marcia”. Il segretario della Lega nord Matteo Salvini si dice è pronto a margine della manifestazione per il no al referendum indetta oggi a Firenze dal Carroccio,e di fatto lancia la sua candidatura a premier.
“La lezione di Trump e del libero voto degli americani è che si può vincere contro tutto e contro tutti, banchieri, lobbisti, giornalisti, cantanti”, ha aggiunto “Oggi mi interessa la tanta gente che c’è qua e che arriva da Reggio Calabria e da Cuneo. Chi non c’è fa la sua scelta”.
Rispetto all’Ue “il problema è che Renzi a parole cambia il mondo, ma le sue bugie hanno le gambe cortissime ormai. Quando andremo al governo l’euro lo metteremo in soffitta, e l’Ue la ribaltiamo da cima a fondo. Noi, non a parole ma coi fatti”.
Nel frattempo su Facebook il premier Matteo Renzi lancia un appello agli elettori di Lega e Movimento 5 Stelle: “Se votate No andate contro la vostra storia – scrive Renzi – i senatori leghisti e cinque stelle sono affezionati alle loro poltrone e ai loro privilegi. Ma gli elettori che hanno votato Lega e Cinque Stelle vogliono cambiare”.
Eppure proprio in questo giorno si accendono i riflettori su il caso Padova. È caduta la giunta del sindaco leghista Massimo Bitonci. L’epilogo della crisi politica al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza, soprattutto tra Lega e Fi. A dimettersi, davanti al notaio 17 dei 32 consiglieri (Pd, M5S, FI, Padova 2020 ed altri già passati dalla maggioranza al gruppo misto). Un commissario prefettizio traghetterà l’ amministrazione fino alle nuove elezioni.
“La decaduta della mia giunta? La considero una congiura di palazzo per alcune parti e anche una spinta politica dovuta anche alla manifestazione di oggi, per la visibilità di una manifestazione così importante. Forse si voleva dare un segnale…”.
Il segretario veneto del Carroccio annuncia l’abbandono di Forza Italia in tutte le amministrazioni della Regione: e annuncia il “Ora liberi tutti”. Dal canto suo Forza Italia si dissocia dai suoi consiglieri padovani e li sospende dal Partito. Ma a Salvini dice: problema non è la Lega ma Bitonci definito un “duce solitario”.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, avverte: “Il conto di questo disastro qualcuno lo dovrà pagare”. Ma Bitonci non s’arrende: “Mi ripresenterò alle prossime comunali a Padova, questa volta senza i traditori”. Ora ci sarà la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà l’amministrazione fino alle nuove elezioni.
“Nel giorno in cui Salvini convoca i suoi Sindaci a Firenze per proporsi come il Trump de’ noantri – commenta il deputato dem Emanuele Fiano – da Padova gli arriva il fallimento clamoroso del suo uomo di fiducia. Un bell’inizio come leader del centrodestra, non c’è che dire. La Lega parla tanto, ma non sa nemmeno amministrare una città”. Ironizza su twitter Lorenzo Guerini, vicesegretario dem: “Le prove tecniche di centrodestra unito a Firenze? Macchè: a Padova i grandi successi di Salvini”. “Bitonci è stato così duro e così improbabile nella sua figura di ducetto-leghista – sottolinea la senatrice dem Laura Puppato – che la pur notevole maggioranza di cui godeva lo ha progressivamente abbandonato, nauseata. La storia di Padova dimostra che abbiamo l’antivirus contro le derive: spero sarà così anche in America”.
E intanto anche Stefano Parisi risponde a Salvini: “No agli slogan” “Lo dico a chi oggi sarà a Firenze: non si fermano i flussi migratori con le ruspe o bucando i gommoni. Noi vogliamo la soluzione ai problemi, non gli slogan”. Così il leader di Forza Italia Stefano Parisi dal palco della convention di Padova sulla manifestazione della Lega con Salvini e i sindaci in programma oggi nel capoluogo toscano.
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