Perché la politica italiana è già fuori dall’Europa
di Andrea Mollica - 08/12/2013 - L'Italia è l'unico grande paese dove le principali formazioni politiche hanno un rapporto complesso o nullo con le famiglie politiche europee
L’Italia è uscita già dall’Europa. Un’affermazione che può apparire paradossale, ma che ben descrive il possibile esito delle prossime elezioni europee nel nostro paese. In questo momento i tre principali partiti, che quasi sicuramente finiranno ai primi tre posti delle preferenze degli italiani, ovvero Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Forza Italia, non hanno una collocazione europea, né in un partito oppure nel gruppo all’Europarlamento.
FUORI DALL’EUROPA - Le prossime elezioni europee si annunciano come un referendum sulla moneta unica e sulla stessa natura dell’UE. Sul Vecchio Continente l’eurocrisi spinge fortissimo il vento della protesta contro Bruxelles, tanto che in questo momento in vari paesi fondatori, come Francia o Paesi Bassi, in testa alle intenzioni di voto ci sono formazioni come il Fronte Nazionale della Le Pen oppure il Partito della Libertà di Wilders che hanno nel Dna la lotta al « Mostro europeo». Le forze populiste vogliono creare un’alleanza di partiti nazionalisti, uniti dal comune euroscetticismo, per usare un eufemismo, al fine di creare un blocco all’interno del Parlamento UE per fermare le politiche di salvataggio della moneta unica. In questo contesto sarà decisiva la risposta degli altri partiti europei. In questo quadro di alleanze politiche che decideranno il futuro dell’Unione l’Italia giocherà al momento un ruolo piuttosto marginale. Le formazioni politiche più importanti del nostro paese infatti sono tutte fuori dai partiti politici europei, ed hanno un rapporto complicato, forse sarebbe meglio dire indefinito, con gli stessi gruppi dell’Europarlamento. Un portato della II Repubblica, con il suo partito di partiti personalistici di quasi impossibile collocazione all’esterno dei nostri confini nazionali. Se le leadership di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi plasmano in modo fortissimo tanto il MoVimento 5 Stelle quanto la resuscitata Forza Italia, anche il più strutturato Partito Democratico, che ora sarà guidato da Matteo Renzi, ha un rapporto molto complicato con quanto succede fuori dall’Italia.
PARTITI EUROPEI - L’articolo 10, comma 4 del Trattato sull’Unione Europea afferma che “I partiti politici a livello europeo contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione”. I Trattati istitutivi dell’UE hanno dunque assegnato alle formazioni politiche europee un ruolo centrale, per quanto poi la lettera non si è traslata esattamente nella realtà, visto il ruolo subordinato di queste formazioni rispetto alle leadership dei partiti nazionali degli stati membri che li compongono. In Europa ci sono tre grandi partiti europei, che trovano il corrispettivo nei gruppi dell’Europarlamento. Il primo è il Partito Popolare europeo, la formazione che al momento esprime sia il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, che la guida della Commissione, il portoghese Barroso. Il leader de facto del Ppe è Angela Merkel, la presidente della tedesca Cdu, la formazione più importante del Ppe insieme ai francesi dell’Ump. Il Ppe in Europa rappresenta il centrodestra, mentre la casa del centrosinistra è il Pse, che al momento esprime il presidente dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz, e la prima vice presidente, il ministro degli Esteri dell’UE, la britannica Catherine Ashton. A fianco dei due gruppi di riferimento ci sono i liberali dell’Alde, una formazione piuttosto composita. La maggior parte dei partiti che hanno aderito al partito dei liberali e dei democratici europei sono di centrodestra, ma vi militano anche formazioni dai tratti più progressisti, per quanto queste siano minoritarie. Esistono altri partiti europei con minor seguito. La destra conservatrice ha la propria casa nell’Alleanza dei conservatori e dei riformisti, partito europeo nato nel 2009 su spinta dei Tory britannici, usciti dal troppo europeista Ppe, e che ospita come altra grande formazione il polacco Diritto e Giustizia. Oltre al Pse nel campo progressista ci sono i Verdi e la Sinistra europea. Più moderate ma di orientamento più vicino al centrosinistra sono l’Alleanza Libera europea, la casa delle forze regionaliste ed autonomiste, ed il Partito Democratico europeo. All’estrema destra ci sono invece l’Alleanza europea dei Movimenti nazionali, mentre più moderata anche se saldamente conservatore è il Movimento per un’Europa delle libertà e della democrazia.
ITALIA ASSENTE - A destra potrebbe nascere una nuova formazione che allarghi il campo delle forze populiste, un’iniziativa promossa da Marine Le Pen per uscire dal ghetto della sua attuale collocazione europea, poco confacente alla sua nuova immagine,distante dal nazionalismo del padre. Finora nessuna formazione italiana ha raccolto l’appello della leader del Fronte Nazionale, anche se il probabile futuro segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha segnalato l’interesse del movimento padano. Il terremoto uscito dalle ultime politiche, con l’affermazione del MoVimento 5 Stelle e la rinascita di Forza Italia, ha però evidenziato l’assenza dell’Italia nel gioco della politica europea. All’interno dei tre maggiori partiti europei, Ppe, Pse e Alde, non c’è o non ci sarà a breve nessuna delle maggiori formazioni italiane. Il Partito Democratico sta dibattendo se aderire al Pse, la casa del centrosinistra europeo, a ben 6 anni dalla sua nascita, e vari esponenti di formazione democristiani hanno manifestato un’aperta ostilità contro questa ipotesi. Le minacce di scissione sono consuete in casa PD, ma la collocazione europea del partito è ancora una ferita aperta tra l’anima ex diessina e quella proveniente dalla Margherita. Forza Italia ha avuto simili problemi di schieramento europeo durante il suo percorso iniziale, risolti per un periodo piuttosto lungo, dal 1999 fino ad ora, con l’approdo al Ppe. La scomposizione del Pdl, e la netta preferenza del centrodestra europeo per Mario Monti, stanno però spingendo Silvio Berlusconi a trovare un’altra collocazione per la sua formazione. Ancora più confusa e problematica appare invece la scelta per il MoVimento 5 Stelle, che in Europa non ha praticamente nessun riferimento.
5 STELLE CERCASI - Silvio Berlusconi ed il Partito Democratico sono i protagonisti della politica italiana, e in questi due decenni non sono riusciti a trovare una collocazione stabile all’interno degli schieramenti europei. L’ostilità aperta del Ppe verso il leader di Forza Italia ed i dubbi che ancora albergano nel PD sull’adesione al Pse testimoniano quanto il nostro paese sia davvero distante dalla politica europea. Una differenza che rimarca in modo ancora più netto prendendo in considerazione il MoVimento 5 Stelle, formazione di cittadini che non ha praticamente nessun riferimento all’Europarlamento. In questi giorniGiornalettismo ha riferito delle prime tensioni che si riscontrano in casa M5S sulla collocazione all’assemblea legislativa di Strasburgo e Bruxelles. Attualmente ci sono 7 gruppi politici all’Europarlamento, più i cosiddetti Non Iscritti, ovvero i deputati che sono indipendenti dai gruppi europei. Il Movimento è una forza che si dichiara post ideologica e distante dalla destra e dalla sinistra, ed in questo modo si escluse praticamente da quasi tutti i gruppo politici attualmente rappresentati all’Eurparlamento. Una formazione citata dallo stesso Grillo come amica del M5S come i Pirati svedesi si sono iscritti, non casualmente, agli autonomisti, che fanno parte del gruppo dei Verdi. Un approdo più plausibile per il M5S rispetto alla ventilata Alde, che ospita partiti di governo, di orientamento prevalente di centrodestra, che poco collimano con la rappresentazione di movimento di opposizione che danno di sé i 5 Stelle. Il tema non è irrilevante, perchè l’adesione ad un gruppo garantisce vari vantaggi, inclusi i posti garantiti nelle commissioni che sono l’organismo di lavoro più importante dell’Europarlamento. Un’altra formazione apprezzata da Grillo, ovvero gli indipendentisti britannici dell’UKIP, fanno parte dei non iscritti. Questo gruppo garantirebbe un’operatività inferiore ai futuri eurocittadini a 5 Stelle, che però avrebbe il vantaggio di poter ospitare con minor ritrosia una forza dai contenuti talvolta euroscettici.
INVOLUZIONE REPUBBLICANA - La crisi vissuta dal sistema politico italiano negli ultimi anni, iniziata con la caduta del governo Berlusconi e proseguita con il tripolarismo nato alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, prosegue l’allontanamento dalla politica europea già iniziata con il collasso della Prima Repubblica. Fino al 1992 in Italia c’erano partiti come la Dc, il Pci, il Psi, così come i più piccoli del pentapartito, Psdi, Pri e Pli, che avevano radici comuni alle altre grandi formazioni dei paesi europei. In Italia c’era un’enorme eccezione, come il ruolo della sinistra socialdemocratica occupata invece sostanzialmente dai comunisti, ma nel complesso lo schema era simile alla sfida tra le grande famiglie continentali. Con l’avvento della II Repubblica il nostro sistema politico, che comunque ricalca grosso modo quello continentale, invece i partiti personali che hanno preso il posto dei precedenti, e l’involuzione di quelli di massa hanno prodotto una situazione prettamente peculiare. La lunghissima transizione italiana verso un quadro più europeo sembrava poter esser raggiunta nel 2008, quando Pdl e Pd, per quanto con storie originali, si confrontarono come succedanei di Ppe e Pse. I due maggiori partiti italiani hanno poi aderito ai due più grandi gruppi dell’Europarlamento, ma la stessa mancata adesione del Pd ai socialisti europei ha confermato l’irritualità del nostro sistema politico. La successiva implosione del Pdl, ed il suo progressivo allontanamento dalla linea del Ppe, ha solo confermato questo carattere. Nei vent’anni di II Repubblica è sempre mancato una formazione italiana rilevante che facesse riferimento all’Alde, il terzo partito europeo per importanza. In coerenza con la storia recente è esplosa elettoralmente una formazione, il Movimento 5 Stelle, irriducibile ad una trasposizione europea.
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