venerdì 22 febbraio 2013

E' lunghino ma merita di essere letto. Si merita. Ma come è possibile votare un ballista ed un codardo così. Sfugge ad ogni confronto e noi lo votiamo? Mentana gli mette a disposizione la Televisione per fargli dire quello che vuole. Una vera vergogna. Gli altri candidati intervistati e costretti a rispondere a tutte le domande. Al generale Pound tutto è concesso.


5 BUONE RAGIONI PER NON VOTARE GRILLO

“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato” 
Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921.
Quando è diventato chiaro che Berlusconi era troppo impegnato a cercare di limonarsi da solo per avere la lucidità politica necessaria a mantenere il potere, mi sono chiesto: cosa s’inventeranno questa volta gli italiani?
Domanda legittima quando hai ancora chiaro nei ricordi il clima da caccia alle streghe del 2001 quando l’Italia si divideva in due: da una parte le persone, dall’altra i berlusconiani in erezione.
Centinaia di migliaia di volontari che ripetevano a pappagallo slogan che sembravano scritti da un bambino che avesse ricevuto un ferro da stiro in testa dopo aver provato a cambiare canale sulla tv della nonna durante “La ruota della fortuna”. Cose tipo “Internet, Inglese, Impresa” “Un presidente operaio” “Aiutare chi è rimasto indietro” quest’ultimo decisamente rappresentativo del tipo di persone che stavano per andare al governo.
L’italia fu invasa da schiere di subumani in doppiopetto e sciure con trucco pesante e gioielli in stile il mio grosso grasso matrimonio greco che andavano in giro per le sedi dei Ds a fare fatality di Mortal Kombat già mesi prima delle elezioni.
Facile quando dall’altra parte hai Rutelli1
Quella fu una specie di gigantesca controrivoluzione conservatrice e furono anche le prime elezioni politiche a cui potei partecipare come elettore, che è un po’ come perdere la verginità scopandosi la vecchia dei Goonies. Il minimo che ti può succedere è che ti prendi un’infezione lunga dodici anni.
Alla fine di questo herpes democratico chiamato Berlusconi le soluzioni potevano essere le più svariate ma con il materiale umano che abbiamo a disposizione c’era in realtà  poco da essere ottimisti.
E infatti ne è venuto fuori Berlusconi 2.0 ovvero Beppe Grillo.
Più violento nei toni
più multimediale
più fascista
La storia del suo movimento la conosciamo bene, ha preso una buona idea (la democrazia partecipativa) l’ha scopata un paio di volte, le ha detto che l’amava, poi ha incominciato a picchiarla e a farla battere sulle strade della penisola per suo tornaconto.
Se ogni volta che lo sentite parlare in piazza non vi vengono i brividi lungo la schiena o a scuola avete avuto un pessimo insegnante di storia  o siete Gianroberto Casaleggio.
Gli elementi che rendono Beppe Grillo e il suo movimento un partito tecnicamente fascista sono parecchi.  Andiamo qui a vederli uno dopo l’altro con una numerazione va dall’1 al 5. In ordine crescente. Questo lo aggiungo nel caso ci fossero dei grillini che stanno leggendo il pezzo, non vorrei gli venisse mal di testa
1. L’infallibilità del capo
Grillo in questi anni ha detto tutto e il contrario di tutto, ha distrutto sul palco dei computer poi ha esaltato la rete come panacea di tutti i mali. Come diceva Daniele Luttazzi in questo insuperato intervento2 quando la gente applaude Grillo non applaude il contenuto applaude la foga. I cani pastore e Mario Monti obbediscono a chi dà ordini in tedesco, gli italiani invece danno ragione a chi urla di più, deve essere una specie di riflesso genetico. Qualsiasi cazzata detta con convinzione e movimento delle mani sufficientemente concitato fa nascere nell’italiano il sospetto che diventa in fretta una certezza che quello che sta ascoltando abbia un senso.
Altrimenti perché quel tizio urlerebbe così tanto?
Questa è una cosa che ha scoperto Mussolini e per provarla ai suoi amici metteva dentro i suoi discorsi cose assurde. Prendiamo ad esempio il discorso dopo la conquista dell’Etiopia nel 1936
Mussolini: Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente
Popolo: yeahhh
Mussolini (girato verso i suoi gerarchi): Visto?
Quando Grillo dice “Italiani!” alla maniera del duce non fa satira, mostra per un istante quello che vorrebbe essere veramente. Chi è allenato alle discipline satiriche lo aveva capito da subito, per un semplicissimo motivo: quella gag non fa ridere, fa accapponare la pelle.
Se ti fa ridere, sotto sotto almeno una piccola parte di te è convinta che il fascismo non fosse proprio tutto da buttare. Magari sei uno di quello che ripete le solite fregnacce dei treni in orario e le bonifiche. Tutte  cose che di solito nascondono il sottotesto “non riesco ad avere un’erezione decente se non appoggio la mia virilità su una sovrastruttura politica totalitaria che mentre mi annulla come essere umano mi dà l’illusione di avere un senso all’interno di un progetto più ampio che mi trascende, nel tempo e nello spazio, e sul quale non ho alcun controllo reale”
2. “Non siamo di destra nè di sinistra” dice  Grillo, ma la post-ideologia è ideologia
 Questo ci porta al secondo, e probabilmente il più inquietante, dei punti. Quando il m5s era al 3-4% e sentivo fregnacce colossali tipo “noi non siamo nè di destra nè di sinistra” la mia prima reazione era di accarezzare la testa del grillino e dirgli di andare a giocare con gli altri bambini. Ora che si avviano a diventare il secondo o terzo partito di uno dei paesi più industrializzati del mondo fanno paura.
Il motivo è molto semplice: non esiste una politica post-ideologica. Alla base di questa convinzione dei grillini, oltre ad una marchiana e intollerabile ignoranza delle categorie base del politico, ci sono le seguenti idee naif per non dire puerili:
  1. esiste un bene universale e assoluto (detto talvolta verità) che la politica può e deve conseguire 
  2. Il bene così definito si consegue attraverso l’uso corretto del mezzo internet 
Bene anzi male. Malissimo. Ovviamente l’azione politica di qualsiasi partito deve tendere verso uno scopo, e questo scopo è un tipo di amministrazione della cosa pubblica piuttosto che un’altra. Questo è pienamente legittimo, anzi è la base di ogni agire politico in un sistema democratico.
Ognuna di queste visioni però, proprio mentre ambisce per sua natura a diventare maggioritaria deve sempre accettare anche di essere UNA delle possibili visioni, che si scontrano all’interno di un sistema di regole uguali per tutti e stabilite assieme.
Normalmente queste visioni corrispondono al costituirsi come contendente all’interno del gioco politico di determinati gruppi di interesse. Gruppi di grandezza e finalità  diversissime tra loro. Non fatevi ingannare dal fatto che poi per questioni di marketing (vincere piace a tutti) ogni partito si dipinga come il più ampiamente rappresentativo, ognuno sta in realtà in rappresentanza di un gruppo ben definito.
Storicamente chiamiamo “Sinistra” quel variegato numero di partiti che all’interno di un sistema democratico come il nostro si propongono come i rappresentanti della maggioranza meno abbiente della popolazione. A questo si possono spesso aggiungere altri valori collaterali che nel corso della storia ( ma non sempre ) si sono associati a queste parti politiche come ad esempio la lotta per i diritti civili, il pacifismo, l’internazionalismo. Chiamiamo invece storicamente “Destra” quell’universo di partiti che si propongono di fare gli interessi della parte più ricca della popolazione unendo spesso ( ma anche qui non sempre) a questo anche posizioni a favore della patria, della concezione religiosa della famiglia eccetera.
Questo funzionamento si può riproporre in maniera più dettagliata anche per corpi sociali meno ampi e decisamente più definiti, ad esempio l’Italia dei valori era un partito molto gettonato fra gli appartenenti e gli ex appartenenti alle forze dell’ordine, ilmovimento pensionati fra, appunto, i pensionati, un partito come quello di Oscar Giannino presso un certo di tipo di piccola e media imprenditoria eccetera eccetera.
A questo punto il grillino è già saltato sulla sedia e sta urlando
“Ma questi non rappresentano più nessuno”
Errore. Rappresentano chi li vota. Certo è impossibile dire che Berlusconi abbia fatto tecnicamente gli interessi dei milioni di poveri che l’hanno votato in passato, ma sicuramente li ha rappresentati politicamente.
Per evitare situazioni come queste il cittadino ha però un’arma potentissima che raramente sfrutta e della cosa può incolpare solo se stesso: non votare più il partito le cui dichiarazioni d’intenti in termini di rappresentatività non corrispondono all’effettiva azione di governo.
Tutto questo è estremamente sano, ed è il gioco alla base della democrazia.
Se non ci sono interessi diversi da rappresentare semplicemente non c’è democrazia.
Persino un’eventuale vittoria totale di un partito di sinistra autenticamente popolare avrebbe altissime probabilità di degenerare prima o poi (più prima che poi) in dittatura, quand’ora fosse totalmente sprovvisto di qualsivoglia forma di opposizione.
Siamo esseri umani, siamo diversi e vogliamo cose diverse. Per questo il modo migliore che abbiamo di stare assieme e sederci a un tavolo, discutere e trovare un compromesso.
Non è un metodo perfetto, ma (spolier alert per i grillini): l’uomo non è un animale perfetto
Per arrivare a questo sistema ci sono voluti 4 millenni, centinaia di milioni di morti, e decine di migliaia di studiosi che hanno dedicato tutta la loro vita a questi temi, fornendo supporto fondamentale a chi poi nella pratica svolgeva l’attività politica.
Non è esattamente il frutto due stronzi di politici corrotti che vanno a mignotte in un appartamento di Roma pagato dal ministero.
È evidente che alla maggior parte dei grillini tutto questo non è chiaro.
È evidente perché credono basti fare due domande su internet ai cittadini per arrivare immediatamente alla soluzione perfetta e universale cioè valevole per tutti.
Ora un’obiezione tecnica classica a questa concezione semplicista è che non tiene presente il fondamentale ruolo di filtro fatto da chi possiede oggettivamente un maggiore grado di conoscenza di un argomento.
In altre parole, quando state male andate in ospedale e volete che sia un medico a curarvi o preferite chiedere tramite il vostro smarthphone al pubblico da casa di scegliere tra le varie opzioni terapeutiche possibili? Oggi esistono degli invasati che propenderebbero per la seconda, di solito li trovate al cimitero.
È facile dire che su internet emerge sempre la soluzione più corretta ma ci sono milioni di esempi di come in realtà questo meccanismo sia tutt’altro che infallibile. La rete prende continuamente sole gigantesche, a dimostrazione che l’intelligenza collettiva è spesso inferiore in tanti aspetti a un’intelligenza individuale ben formata e preparata.
Il problema però si pone in misura ancora maggiore per quegli argomenti in cui la soluzione non è di natura scientifica ma riguarda invece le scelte del libero agire umano. Quel campo di sapere che Aristotele chiamava Phrònesis. Qui una soluzione oggettivamente giusta non esiste, siamo nel campo del perpetuo divenire, del confronto fra esseri umani, del ribaltamento continuo, dell’equilibrio dinamico. Questo tipo di verità ha sempre sempre il carattere dell’accordo, dura pochissimo ed è il frutto transitorio di una contrattazione inarrestabile
Grillo invece ritiene che la verità possa essere individuata in fretta, con precisione e in maniera rigorosa e universale e che una volta fatto questo (tramite internet) debba essere imposta a tutti
Che è esattamente quello che hanno sempre inseguito i sistemi totalitari
E infatti Casaleggio ha messo on line questo video delirante
dove non fa mistero dei suoi progetti. È lì, tutti lo possono vedere, è una cosa mostruosa ma nessuno ne parla. Questo anche perché il giornalismo in Italia preferisce inseguire la singola scorreggia fuori contesto di un leader politico o la peperonata di Di Pietro che andare a vedere quali sono i principi e le idee che regolano l’azione dei partiti. È la famosa intelligenza collettiva dell’era di internet, in cui le società più ricche del mondo decidono il proprio futuro discutendo di tweet lunghi 140 caratteri piuttosto che i programmi e i libri da cui sono stati ricavati.
Il risultato è che questo lavoro tocca farlo a me mentre i direttori dei giornali si scopano le escort al posto mio. Mannagia la puttana.
Una cosa comunque deve essere chiara: essere né di destra né di sinistra è impossibile nei fatti.
Facciamo un esempio concreto, come si pone il m5s rispetto alle politiche sul lavoro?
Non lo sappiamo.
Il cittadino perfetto del mondo di Grillo è contro la corruzione e gli aereoporti,  fa la raccolta differenziata, ha la banda larga gratis ovunque per poter essere sempre raggiungibile dai pensieri di Casaleggio ed è contro gli inceneritori. E  vuole bene agli orsi della luna.3
Detto questo non si sa cosa pensi delle vere questioni politiche. Cosa farà il m5s sul lavoro? Sul welfare?sulla sanità? Sull’istruzione? In politica estera?
Tutte questioni su cui Grillo rimane così vago da non dire sostanzialmente nulla4
Lo scopo qui è lasciare le mani libere a Beppe Grillo di decidere in modo carismatico sulla singola questione dopo le elezioni. Infrangendo quindi quel vincolo di rappresentanza d’interessi di cui parlavo prima.  Il m5s è il più personale dei partiti personali e l’inconsistenza del programma è funzionale a questa sua caratteristica.
il programma di Grillo sembra quello che scriverebbe una matricola di scienze politiche al 10° chiloom. Ad esempio:
Punto 2. Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa
Apposto, problema risolto ( al massimo  cercheranno “Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa” su wikipedia )
Manca solo il punto “11. legalizzazione dell’erba e concerti gratuiti degli ska-p che fanno cover di pizzica in piazza con hollandia gratis per tutti.
Quando governi poi devi scegliere con chi schierarti, con la maggioranza delle persone o con i più ricchi.
In base alla risposta che dai a questa domanda nei vari settori della società sui quali ti troverai a decidere, si definirà se sei di destra o di sinistra.
Sei a favore delle scuole e della sanità private?
Sei di destra
Sei contro la rappresentanza sindacale (come concetto prima ancora che come svolgimento) ?
Sei di destra
E via così

3. Grillo non è un leader democratico
  1. L’altro aspetto della verità assoluta che il m5s promulga è che essa viene definita come la parola di Beppe Grillo. Molto semplicemente. L’ex comico ha una sorta d’infallibilità papale che raggiunge livelli che neppure Berlusconi ha mai avuto nei suoi tempi migliori. Questo perché
  2. Ha il controllo totale del partito. Ha deciso espulsioni alla minima infrazione dei suoi regolamenti e ha sempre agito rapidissimo con la logica del “Colpirne uno per educarne cento” e fino a adesso ce l’ha fatta, sostenuto in questo dalla fede cieca di molti suoi militanti, tanti dei quali ormai vedono profilarsi sedie e carriere politiche che solo un anno fa non avrebbero mai osato sognare. Abbiamo visto con Berlusconi come questa capacità portare in politica persone emerse dal nulla abbia i suoi vantaggi in termini di fedeltà assoluta
  3. Il metodo di scelta dei candidati è stato votato esclusivamente a mantenere il controllo assoluto del partito. Si fa sempre un gran parlare di meritocrazia e Grillo si vende come un innovatore che porterà finalmente aria nuova nella gerarchia sociale di questo paese. Dopo di che quando si tratta di scegliere le persone che siederanno nel parlamento della repubblica le fa scegliere tramite un sistema online opaco di cui solo lui e Casaleggio conoscono il reale funzionamento, tra una lista di grillini trombati alle elezioni amministrative. Meritocrazia secondo Grillo significa che se ti segano alle elezioni di Busto Arsizio sei pronto per diventare senatore, e chissà, pure ministro. Questo è quello che tecnicamente si chiama “primato del partito” una caratteristica di tutti i partiti rivoluzionari che hanno instaurato regimi totalitari
  1. Dopo le elezioni Beppe Grillo si ritroverà a essere a capo di un importante gruppo di parlamentari pur senza essere stato eletto. Cosa che diventa ancora più assurda nel momento in cui il suo movimento promulga l’incandidabilità per i condannati come lui. Secondo Beppe Grillo quindi da condannati non si può fare il singolo parlamentare ma si può benissimo essere a capo di un nutrito gruppo di deputati e senatori. Un salto logico orwelliano.
4. Il lato oscuro di Grillo e dei suoi partner impresentabili
Qualche indicazione però sui veri progetti Grillo ce la dà con
  1. I contenuti che gli scappano per sbaglio
Grillo ogni tanto tocca i veri temi pesanti della politica e spara quasi sempre boiate pazzesche, fra le quali ricordiamo
  1. i sindacati vanno aboliti (esattamente come fece il fascismo)
  2. i rom sono una bomba a tempo
  3. Non bisogna dare la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia
  4. I ragazzi di Casa Pound fanno battaglie in buona parte condivisibili
È più forte di lui, ogni tanto gli scappa e dice quello che pensa veramente. Un po’ come un altro leader, non so se ve lo ricordate. Ad ogni modo anche senza aspettare questi momenti di disvelamento clamorosi era già chiaro chi fosse Grillo bastava osservare
  1. La sua retorica (la forma) .  Grillo è perennemente incline allo sfottò reazionario, tende immediatamente alla purga staliniana e alla gogna contro chiunque gli si metta contro, ed evade le questioni scottanti con risposte che vorrebbero essere comiche ma sembrano scritte dall’autore di “troppo frizzante”5. Nell’intervista in ginocchio sui ceci che gli ha fatto Marco Travaglio c’è questo passaggio assolutamente esemplificativo del suo modus operandi.
(domanda di Travaglio) Torniamo alla democrazia interna al movimento. È normale che il marchio sia nelle mani di Grillo e Casaleggio?
(risposta di Grillo) ahah, Casaleggio viene dipinto come una figura luciferina, misteriosa, oscura. Sarà ma sono anni che lo rivoltano come un calzino e non gli han trovato un belino di niente fuori posto. Mai visto una vita più normale, ripetitiva e noiosa della sua. Va in ufficio la mattina, lavora tutto il giorno, la sera torna a casa dalla moglie e dal bambino. Un persuasore talmente occulto che non riesce nemmeno a convincere la moglie a seguirlo nella casa di campagna a Quincinetto, sopra a Ivrea. Ogni tanto mi chiama e mi chiede di andare a fargli compagnia. Ecco la centrale operativa della Spektre è a Quincinetto.
Questa risposta è fantastica e mostra una tecnica che Grillo utilizza spessissimo, riportare arbitrariamente questioni complesse e importanti a quadri pseudo-buffi da commedia popolare. Utilizza cioè scene prese di peso dall’imaginario collettivo dell’italiano medio (in questo caso l’uomo che non riesce ad avere ragione della moglie) per applicarle come una pezza coprente sopra le contraddizioni interne al suo partito. Nella maggior parte dei casi il parallelo è forzato, centra molto poco o, come nel caso qui sopra, è usato a scopi chiaramente mistificatori e per eludere a piè pari una questione.
Il messaggio è “come può essere Casaleggio, uno che 1. Non ha potere su sua moglie e 2. ha un orto a Quincinetto, essere un uomo potente e diabolico?”
Ma anche Hitler amava i cani.
Grillo compie qui un doppio movimento di depotenziamento della figura di Casaleggio e poi lavora per contrasto attingendo di nuovo all’immaginario popolare per tirarne fuori la “Spektre”.
A questo punto l’operazione è compiuta: la domanda è evasa attraverso l’utilizzo di un’immagine e di un contrasto vagamente comico. L’anima povera qui è pienamente soddisfatta, la persona preparata invece si sta chiedendo dove sia finita la risposta.
Dal punto di vista comunicativo si noti il potenziale comico del nome Quincinetto. Non è un posto serio, non può esserlo con quel nome, e per estensione chi ha un orto lì non può essere una persona pericolosa
Marco Travaglio ci ha spiegato per quindici anni che il problema dei giornalisti italiani è che non fanno mai la seconda domanda. Appena si è trovato davanti a Grillo ha compiuto lo stesso errore. Capita che i fedeli in udienza davanti al loro dio perdano un po’ di lucidità.
Sarebbe stato interessante se gli avesse chiesto conto dell’ex socio fondatore della Casaleggio e Associati ( ancora dentro la società al tempo dell’intervista) Enrico Sasson a lungo anche amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy una sorta di lobby delle multinazionali americane in italia. Nel board di questa società siedono persone che stanno anche ai vertici di Aspen Italia un potentissimo think thank di ispirazione liberista per cui passa buona parte del gotha finanziario economico e mediatico d’Italia.
Ecco questo forse sarebbe stato un po’ più interessante da sapere piuttosto che l’orto a Quincinetto. Eppure a Travaglio sarebbe bastato applicare lo stesso rigore con cui scavò (giustamente) nel passato di Schifani individuando soci imbarazzanti per il presidente del senato.
Forse i grillini che sentono il loro profeta urlare contro il mondo finanziario un giorno si e l’altro anche queste cose vorrebbero saperle. Ad ogni modo, tempo fa se ne è occupato tra gli altri micromega e trovate il pezzo in nota6
Forse non è un caso che in un momento storico in cui il liberismo mostra al mondo il suo fallimento, le disuguaglianze aumentano e per mezzo delle nuove tecnologie siamo di fronte a un cambiamento antropologico (che personalmente non avrei molti dubbi a definire un’involuzione ) un partito che accoglie queste nuove istanze tecniche (che hanno del potenziale di controllo infinito e senza precendenti) in modo totalmente acritico e ottimista e bypassa del tutto i grandi temi politici delle disuguaglianze sociali per concentrarsi su aspetti tutto sommato marginali come la corruzione, abbia tanto successo.
Se il mio problema fosse mantenere le condizioni di business per le grandi aziende di fronte a una crisi senza precedenti che mette in pericolo la sopravvivenza stessa dei partiti che mi hanno permesso di prosperare indisturbato, beh una proposta politica come quella del m5s la prenderei seriamente in considerazione per cambiare tutto senza che cambi nulla.
L’idea è incanalare la rabbia popolare su alcuni temi che non toccano gli affari e lasciare la struttura della società esattamente com’è rendendola però più docile e disciplinata.
Ovvero quello che hanno sempre fatto i totalitarismi mentre si affermavano nei momenti di crisi
5. Del militante. Ovvero dell’animo intimamente fascista del grillino

Gli argomenti del grillino
1. bisogna mandarli a casa tutti
Tutti chi? Di cosa stiamo parlando realmente? Esiste una compatta e inscindibile compagine di politici cattivoni e irrimediabilmente corrotti? Sono tutti così? Sono generalizzazioni false e indiscriminate che fanno venire i brividi per la  superficialità e la violenza che contengono
2. Se non voti Grillo allora chi voti?
Le alternative ci sono. Ma anche se non ci fossero non è un buon motivo per consegnarsi nelle mani di una personalità autoritaria e di uno spin doctor con evidenti pulsioni totalitarie ( delle quali non fa mistero!)
3. Tutti coloro che esprimono dubbi o critiche, anche argomentate,  contro Grillo e il suo partito sono al soldo degli interessi dei potenti o di qualche complotto, oppure non vogliono che ai giornali vengano tolti i finanziamenti pubblici. L’idea che qualcuno possa avere delle idee diverse dalle loro e abbia ciònostante una dignità intellettuale, non li sfiora neanche lontamente
Il fatto che le bacheche di internet siano piene di Grillini che caricano contro tutto e tutti come tori che vedono rosso non è affatto un caso ma è una logica conseguenza degli aspetti che abbiamo visto fino ad adesso
Casaleggio cerca di infondere nell’elettore un’accettazione pre-razionale del contenuto politico e della figura messianica e carismatica di Grillo. All’interno di questo meccanismo il grillino trova finalmente quello spazio nel mondo che prima gli era stato negato dalla parcellizzazione della società, dalle dinamiche ultra-individualizzanti del libero mercato e dalla complessità difficilmente decifrabile di un mondo globalizzato che produce ogni giorno migliaia di informazioni, molte delle quali molto simili e sostanzialmente irrilevanti.
Il grillino militante in questo oscuro mare magnum ha un bisogno primordiale di risposte semplici, pre-codificate.  è preso dal revanscismo, dalla foga di vendetta, da un idealismo dozzinale che non tiene in considerazione la complessità del reale.
Studi scientifici hanno dimostrato che la paura blocca la capacità dell’essere umano di pensare e problematizzare. Bush ci ha costruito due mandati su questa nozione fisiologica di base.
Oggi a bloccare le attività cerebrali non è più la paura del terrorismo ma quella del futuro, mischiata con una rabbia  le cui ragioni sono profonde e spesso poco comprese da chi la prova
Tutti i movimenti politici che basano il loro successo sulle sensazioni invece che sui ragionamenti sono sempre movimenti estremamente pericolosi
Di fronte ad un panorama di rovine e di dinamiche estremamente difficili da capire e analizzare l’uomo della strada prova rabbia e frustrazione. Ed è qui che arriva Grillo, con il suo format rabbia in cui il vaffanculo diventa un brand aziendale, il punto di volta attraverso il quale eliminare alcune cose effettivamente insostenibili ( la corruzione della classe politica su tutte ) e altre preziosissime come, ad esempio, la democrazia.
Quando Grillo dice di eliminare le province, allargare i comuni, diminuire i parlamentari quello che sta proponendo di fare è
TOGLIERE IL POTERE AI CITTADINI
Più voti servono per eleggere un rappresentante, meno conterà il vostro. È aritmetica base.
Questo dato di fatto ovvio passa in secondo piano di fronte alla folla con i forconi di fronte al palazzo, ma in ultima analisi, questa folla si sta scavando la fossa da sola.
Allo stesso modo l’idea di togliere i finanziamenti pubblici ai giornali a fronte degli abusi che sono stati perpetrati ha una sola logica conseguenza:
LA RIDUZIONE DEL PLURALISMO
Che un’opinione pubblica variegata sia un bene sociale in cui lo Stato debba investire per rimanere sano, è qualcosa che Grillo non contempla.
In effetti a cosa serve il pluralismo se la verità la possiede già Casaleggio?
A scanso di equivoci: questo è un altro provvedimento di destra che punta ad eliminare le voci scomode alle quali il mercato non concede investimenti pubblicitari.
Senza finanziamenti potresti mai trovare in edicola un giornale che parla male del marketing o delle grandi aziende?
No.
Questa cosa ovvia è così difficile da capire?

CONCLUSIONI

Il progetto liberista dello stato minimo con Grillo arriva ad un nuova, più avanzata fase.
Dopo aver distrutto lo stato sociale ed aver privatizzato tutto il privatizzabile nel periodo che va da Reagan e la Thatcher fino ad oggi, si tratta ora di distruggere la rappresentanza politica. L’ultimo baluardo di fronte allo strapotere dell’economia sulla politica.
Un’ottima strategia per riuscire nello scopo è questo fascismo di nuova concezione che mischia elementi classici del totalitarismo (il leader carismatico e la sua infallibilità, il primato del partito) con elementi di modernità tecnica (l’uso di internet) ma quello che ne esce è un mix che di progressista non ha nulla.
Nella ridondanza dell’infinito spazio di internet si disperde il valore della singola persona che confluisce all’interno del progetto totalitario e il processo di deliberazione democratico viene sostituito dal plebiscito a favore di un leader assolutamente autoreferenziale.
Più brevemente:  la democrazia sparisce e rimane solo il suo simulacro multimediale

p.s. Ringrazio Filippo Orlando per le immagini e Pierpaolo Buzza per la citazione di Gramsci e vi lascio con un’altro video di Casaleggio, giusto per non farvi dormire questa notte

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