Dario Fo con Grillo in piazza a Milano. Ancora boom di presenze. Ma il comico “teme” di vincere
Ancora un successone per il comizio tenuto in piazza Duomo, gremita per il leader del Movimento 5 Stelle: "Il mio grido è arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano". Ma il vero obbiettivo del leader 5 Stelle è di salire sul “podio”. Sul palco anche il premio Nobel, mentre Celentano smentisce la sua presenza venerdì a Roma.
Cosimo Nuzzo – 19 febbraio 2013– Anche a Milano Beppe Grillo fa il boom di presenze, riempiendo Piazza Duomo. E’ l’ultima fase dello Tsunami Tour, strategicamente nelle città italiane più importanti, e Venerdì sarà la volta di piazza San Giovanni a Roma, tradizionale teatro delle manifestazioni sindacali e della sinistra, che il comico ha “rubato” per l’occasione
Un evento che si annuncia imponente e al quale sembrava potesse anche Adriano Celentano per cantare il suo ultimo inno contro l'astesionismo. La presenza del "molleggiato" sul palco di Roma in compagnia del leader del M5S è stata smentita però dalla moglie Claudia Mori.
"Il mio grido è arrendetevi – avverte il comico-politico – siete circondati dal popolo italiano. E' un sogno che stiamo condividendo, questo non è un comizio, è uno scambio di affetto che non c'è mai stato in Italia. Io giro con un camper che mi hanno prestato. Se ne de devono andare, se ne vadano finché sono in tempo", ha tuonato Grillo in apertura del suo intervento davanti a una piazza gremita.
Ma la verità è un'altra. Dietro il grande successo fatto di pienoni nelle piazze e nei sondaggi in costante crescita, anche inaspettato dagli stessi grillini, traspare ora un timore di vincere, quasi di ottenere un consenso troppo largo. Lo stesso Grillo, pochi giorni fa, quando alcuni giornalisti gli hanno chiesto se crede di posizionarsi ai primi posti nelle urne, ha risposto: "Purtroppo".
Il vero obbiettivo del leader 5 Stelle è quello di vincere non queste elezioni, targate 2013, ma quelle del prossimo anno, visto che il comico è straconvinto che si ritornerà alle urne del 2014. Un ragionamento strategico che prende in considerazione almeno tre fattori: la preparazione "politico-istituzionale" dei candidati grillini, il sistema elettorale e la probabile maggioranza che uscirà dalle urne. Insomma l’obbiettivo è sì vincere, ma non troppo.
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