Se Casaleggio piazza il suo stratega di rete in Parlamento: società civile o società d’interessi? |
Inchieste - Italia | |
Scritto da Andrea Succi | |
Lunedì 18 Febbraio 2013 08:43 | |
Mettiamo in chiaro le cose: Maurizio Benzi, ex Webegg spa, oggi stratega di rete dellaCasaleggio Associati, è un professionista tra i più accreditati in Europa. Peccato che viva unacondizione di grave conflitto d’interessi. Perché? È candidato alla Camera nella circoscrizioneLombardia 3 tra le file del Movimento 5 Stelle. Creatura politica targata Casaleggio. Quando Benzisiederà in Parlamento curerà gli interessi della società civile o quelli della società Casaleggio? E unostratega di rete del suo livello, che partecipa alle parlamentarie online, non sembra un po’ comeMessi ad una gara di palleggi? Certo, potrebbe anche perdere: ma suvvia, il risultato sarebbe fintroppo scontato.
di Andrea Succi
Non è la prima volta che facciamo le pulci al Movimento 5 Stelle e ogni qualvolta che ce neoccupiamo crediamo che la questione sia di interesse pubblico, che riguardi le migliaia diattivisti che lavorano per un futuro migliore e che – da tempo ormai – chiedono a Grillo eCasaleggio di allentare i cordoni del Movimento e favorire maggiorepartecipazione e trasparenza.
In Casaleggio Connection portammo all’attenzione di tutti la figura di Enrico Sassoon,all’epoca socio di Gianroberto Casaleggio, figura legata a doppio filo con le più potenti lobbyeconomiche nazionali e internazionali.
“Oltre a ricoprire prestigiose cariche ed essere primo partner della Casaleggio, èsoprattutto Board Member dell’Aspen Institute Italia, think tank emanazione direttadel Gruppo Bilderberg. Vale a dire il medesimo gruppo di tecnocrati che stasconvolgendo l’Europa e che ha piazzato il “suo” Mario Monti in capo alla Presidenza delConsiglio italiano. Com’è possibile che Casaleggio, influencer di Grillo, permetta al suomembro più rappresentativo di sedere tra le fila dell’Aspen, insieme a figure quali lostesso Mario Monti, Giulio Tremonti, John Elkann,Giuliano Amato, FedeleConfalonieri, i due Letta, Enrico e Gianni, Emma Marcegaglia, CesareRomiti, LorenzoOrnaghi e altri? In teoria dovrebbero essere "nemici", Casaleggio e gli aspeniani…”
L’inchiesta creò notevoli problemi al Sassoon e a Casaleggio, tanto che l’illustre (e discusso) personaggio si dimise da ogni carica della Casaleggio Associati e lasciò ai rimanenti soci fondatori le sue quote di appartenenza.
Sempre in Casaleggio Connection raccontavamo di Webegg Spa, il cui amministratoredelegato era Gianroberto Casaleggio, “joint venture tra Olivetti eFinsiel. A fine giugno2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., chenel frattempo partorisce Netikos Spa, dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cdacon Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo fino al 2004, quando Gianroberto decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore diBeppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.”
E anche Maurizio Benzi, attuale stratega di rete della Casaleggio Associati, è un exWebegg, fedelissimo di Gianroberto, tanto da averlo seguito nella nuova avventuraimprenditoriale, che poi si è trasformata in qualcosa di politico dando vita – insieme a BeppeGrillo – al Movimento 5 Stelle.
Benzi rappresenta, forse inconsapevolmente, proprio questa commistione della Casaleggiotra imprenditoria e politica, in quanto risulta candidato alla Camera, tra le file del M5S, nellacircoscrizione Lombardia 3.
Qualora venisse eletto – e le probabilitàsono alte, visto che si tratta di una“candidatura (quasi) blindata”, essendoBenzi sesto in lista – lo stratega di retedella Casaleggio curerebbe gli interessidella società civile o quelli della societàcon cui opera dal lontano 2004? Si può parlare, anche in questo caso - come in molti altridella politica italiana - di conflitto d’interessi?
Perché questo è il punto, al di là delle chiacchiere e della (presunta?) moralità del M5S: ilprincipio del conflitto d’interessi vale per tutti o vogliamo continuare a condonare in base asimpatie e antipatie personali?
E ancora: uno stratega di rete, che come tutti gli altri aspiranti candidati del M5S alparlamento, ha partecipato alle primarie online, ci sembra un assurdo paradosso. Un po’come se Messi dovesse confrontarsi con i comuni mortali in una gara di palleggi: partirebbequantomeno avvantaggiato, no?
Ma l’aspetto più inquietante dell’affaire Benzi è un altro. La sua è una candidatura chesembra studiata a tavolino. Perché?
Benzi, originario di Voghera in provincia di Pavia – il cui territorio cade proprio nella circoscrizione Lombardia 3 – ha dato vita a uno dei primi meet up d’Italia, promuovendo sulterritorio il movimento “Voghera a 5 Stelle”. Anche con buoni risultati, tanto da eleggere dueconsiglieri comunali, con poco più del 9% dei consensi.
Passa nemmeno un anno, siamo nel 2011, e il movimento dell’Oltrepò Pavese si spaccaperché uno dei due eletti, Francesco Rubiconto, candidato sindaco della lista a 5 Stelle,lascia. Le accuse? Più o meno quelle che si sentono da un po’ di tempo a questa parte: “Inquesti mesi abbiamo perduto per strada tutta la componente della società civile cherappresentava un terzo della lista… Si è creata una specie di setta. È impossibile dialogareper una persona come me che ha una grande libertà.”
Il dominus del 5 stelle di Voghera, Benzi, non si è scomposto più di tanto, facendo soloscrivere un breve comunicato, nel quale si evidenziava che “il Dott. Rubiconto nonrappresenta in nessun modo il Movimento Voghera 5 stelle. Le sue dichiarazioni e azionipolitiche sono indipendenti e non condivise dalla lista che lo ha presentato come candidatosindaco.”
Insomma, è il metodo Tavolazzi-Favia-Salsi utilizzato ante-litteram, quasi unesperimento (in ottica futura?) curato nei dettagli dallo stratega Benzi. Che, ça va sans dire,nello stesso periodo lavorava sia per la società Casaleggio che per il Movimento.
Dal profilo a 5 stelle di Benzi risulta che il primo intervento squisitamente politico è datato20 dicembre 2010, esattamente sei giorni dopo la fiducia– per tre voti – ottenuta dalgoverno Berlusconi, in seguito alla crisi aperta da Gianfranco Fini e ricucita grazie ai vari“responsabili” Scilipoti, Razzi e company. Ancor prima delle vere dimissioni diBerlusconi, datate novembre 2011, è chiaro a tutti che l’inizio della fine della legislaturarisale proprio a quel 14 dicembre 2010.
Sarà certamente un caso che, appena qualche giorno dopo, Benzi abbia iniziato a spingeresull’acceleratore politico, coniugando lettere ai cittadini di Voghera – il cui territorio, loricordiamo, cade nella circoscrizione Lombardia 3, dove Benzi corre per un posto allaCamera – e interventi prettamente organizzativi, in previsione della “madre di tutte lebattaglie”: lo sbarco in Parlamento dell’armata a 5 stelle. Di cui Benzi, probabilmente, eraconsapevole già allora di far parte.
E allora il dubbio, legittimo, che ci poniamo e che giriamo all’opinione pubblica è sempre lostesso: Benzi, stratega di rete della Casaleggio Associati e candidato (in posizione “quasi”sicura) alla Camera per il Movimento 5 Stelle, qualora andasse in Parlamento, curerebbe gliinteressi della società civile o quelli della società di cui fa parte dal lontano 2004?
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