lunedì 9 novembre 2015

Sono talmente vecchi, politicamente parlando, che andrebbero mandati in video in bianco e nero.

Matteo Salvini a Bologna lancia il TTR, la coalizione senza un programma della quale fa il leader al grido di "Chissenefrega"

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TTR
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Eccolo, il nuovo leader. Alle 10,30 del mattino, camicia bianca, inseparabile i-pad in mano, Matteo Salvini è già a Piazza Maggiore, col titolo della giornata affidato al primo microfono: “Qui – dice – comincia qualcosa di nuovo guidato dalla Lega, non è un nuovo 1994 e non è la casa delle libertà. Il passato non ritorna”.
Seconda scena, tre ore dopo. Il passato cioè Silvio Berlusconi, sul palco riceve qualche fischio, appena accenna agli slogan del ventennio. Parla tanto, troppo, rispetto alla scaletta che prevedeva 15 minuti, noioso e invadente: “Basta”, urla la folla. Matteo, paziente, si precipita vicino al leggio, per far capire alla piazza che deve stare calma. Poi, quando prende la parola per concludere, si accorcia il discorso per finire nei tempi stabiliti. Perché “inizia Valentino”. E rianima la piazza stremata da Silvio. Si scaglia contro i centri sociali (“dopo i campi rom, li sgombereremo”), insulta “quel cretino di Alfano” e il governo (“Renzi, questo incapace, divide la società in uomini e bestie. Io, come faceva Miglio, divido la società in produttori e parassiti e Renzi è un degno rappresentante dei parassiti”). Dietro di lui, il simbolo della ruspa e lo slogan Liberiamoci da Renzi. Ultima scena, la foto. Berlusconi, Salvini e Meloni che offrono ai fotografi la ritrovata unità. Nel nome di Salvini.
A Bologna va in scena il film Tutti tranne Renzi, per parafrasare Giuliano Ferrara che, ai tempi del berlusconismo imperante, coniò il TTB (tutti tranne Berlusconi) a proposito delle coalizioni rissose della sinistra accomunate solo dell’essere “contro” più che dalla proposta alternativa. TTR ha un leader, Salvini, che riempie la piazza, la governa, la gasa. Salvini sa che da solo difficilmente supera il 15 per cento e difficilmente vince nelle città e allora in nome dell’unità sopporta e cuce, anche contraddicendosi. Ma non ha uno straccio di programma.
Eccolo Salvini, che urlava “mai più con Silvio” e ora ci si fa le foto assieme. Voleva le primarie. Ora dice, ospite di In Mezz’Ora dopo il comizio: “Se si fanno è meglio, ma se devo sacrificare le primarie le sacrifico volentieri, penso che non morirà nessuno”. Chissenefrega, insomma. E chissenefrega pure della legge elettorale e delle riforme istituzionali: “La legge elettorale – dice Salvini - se la scelga Renzi come vuole, basta che non faccia una legge elettorale in cui ti devi chiamare Matteo Renzi per fare il presidente del consiglio, perché dovrei cambiare cognome. Per il resto si tenga la legge elettorale che vuole, sono convinto che le nostre idee saranno maggioranza in Italia”. È quasi l’opposto di quel che Berlusconi aveva detto poco prima dallo stesso palco: “Dovremo cambiare questa legge elettorale e queste riforme che mettono in mano il paese nelle mani di un duce. Questo signore che fa il presidente del Consiglio non eletto dal popolo vuole instaurare un vero e proprio regime”.
La coalizione TTR che nasce a Bologna ha certamente un leader (che non significa però un candidato premier), un popolo a trazione leghista certo meno moderato del vecchio centrodestra, ma è senza bussola. A partire dal rapporto con l’Europa. Fino a qualche tempo fa Salvini parlava di euro come “moneta criminale” e il suo responsabile economico Claudio Borghi intervistato stamattina diceva che sarebbe opportuno uscire. Oggi Salvini cambia idea: “Io l’Europa la voglio cambiare, non voglio uscire. Non voglio più il latte che si fa con le polveri, le torte a cioccolato senza cioccolato, a causa di regole assurde che ci ha imposto l’Europa”. Paradossalmente sull’Europa Berlusconi è più duro: “Il programma è meno tasse, meno Stato, meno Europa”. Insomma, il programma non c’è. Gli unici punti definiti sono quando Berlusconi propone che porterà al primo cdm del futuro governo l’abolizione dell’Imu, perché evidentemente non si è accorto che Renzi lo ha già fatto qualche cdm fa.
Su Grillo la coalizione TTR dà il suo meglio. Sentite Berlusconi: “Sarebbe una tragedia consegnare l’Italia a un signore come Grillo i cui discorsi sono simili in molti passaggi a quelli che teneva Hitler, non dobbiamo consegnare l’Italia a questa banda di balordi”. Poco dopo, nel corso dell’intervista In Mezz’ora, Salvini sostiene: “I progetti della Lega sono aperti anche al Movimento 5 Stelle. Voglio capire se vogliono davvero governare per cambiare il paese. O se vogliono dire soltanto no”. Dunque, non sono nazisti.
I fumogeni sputano fumo verde. E la piazza è avvolta da una nuvola di nebbia Fitta. Giorgia Meloni esulta: “Questo è un bel giorno per il fronte anti Renzi, per la politica italiana. Propongo una grande manifestazione insieme, non come singole forze, in una piazza storica come San Giovanni o piazza del Popolo a gennaio”. Con o senza programma non è specificato. E in piazza il fumo verde è sempre più intenso.

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