La annuncia il Fatto Quotidiano: si vota in tutta Italia. La decisione di Casaleggio e del Direttorio. Ma Fico smentisce in tv
Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano di oggi annuncia che il MoVimento 5 Stelle è pronto a cambiare le regole per il candidato sindaco a Roma. Per la città dove ha le più alte probabilità di vittoria, M5S farà scegliere il candidato sul portale da attivisti di tutta Italia, probabilmente a gennaio. La corsa non sarà ristretta solo ai quattro ex consiglieri comunali,ma aperta anche ad altri nomi (niente parlamentari o eletti, però). E per i Municipi si attingerà da comitati e liste civiche.
Così ha deciso il co-fondatore Gianroberto Casaleggio, per sottrarre la scelta ai soli iscritti residenti a Roma (quindi alle tifoserie). E per non puntare solo sugli eletti in Campidoglio, a cui rimprovera qualche (presunto) errore. Una mossa inedita per un’e l ezione locale, di fatto una svolta per il Movimento, che verrà sancita con un post sul blog di Beppe Grillo entro questa settimana. Righe in cui dovrebbe esserci anche l’apertura ai membri di comitati civici e associazioni per le liste del M5S nei 15 Municipi romani. Candidati radicati sui territori, con voti puliti. Un’ipotesi discussa dallo stesso Casaleggio il 27 ottobre scorso alla Camera, con i cinque del Direttorio e le romane di peso, la deputata Roberta Lombardi e la senatrice Paola Taverna.
Il Fatto racconta che Casaleggio ha preso la decisione dopo aver visto che tra i consiglieri romani non corre esattamente buon sangue. Di qui l’idea del voto in tutta Italia, che dovrebbe evitare l’effetto correnti:
Però gli hanno raccontato di tensioni tra gruppi interni. E di una forte competizione tra i quattro ex consiglieri comunali, l’ex capogruppo Marcello De Vito (già candidato nel 2013), Virginia Raggi, Daniele Frongia ed Enrico Stefano. Accesa soprattutto tra De Vito e Raggi, i due in prima fila (con l’avvocatessa data in leggero vantaggio, causa maggiore abilità in tv). Il co-fondatore ha registrato tutto. E in questi giorni ha espresso critiche nei confronti dei quattro. Certo, la slavina degli scontrini che ha tirato giù il sindaco del Pd Ignazio Marino l’hanno innescata loro, e da Milano l’hanno riconosciuto e certificato.
Ma sugli ex eletti pesa pure un po’di pregresso. A CASALEGGIO hanno ricordato qualche astensione di troppo del gruppo (declinata con uscite dall’aula). Soprattutto, gli è rimasto in mente quel 5 dicembre 2014, quando in Campidoglio deflagrò Mafia Capitale. La giunta Marino ballò pericolosamente, e per puntellarla il Marziano tentò la mossa, offrendola vicepresidenza del Consiglio ai 5Stelle, tramite il capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo. I consiglieri del M5S tentennarono, di fronte a un possibile incarico istituzionale. Furono sul punto di accettare. Ma in serata inCampidoglio arrivarono Lombardi, Alessandro Di Battista e un furibondo Luigi Di Maio. Fu lui a rispondere secco a Panecaldo difronte ai cronisti: “Questo Comune non è al sicuro con Marino”. E a ricondurre i quattro eletti sulla linea dura, quella di Casaleggio: “Accordi con il Pd non se ne fanno”.
Edit: Ci segnala Massimo L. nei commenti che l’articolo del Fatto sui votanti per il sindaco di Roma è stato smentito da Roberto Fico a Omnibus: ascoltate dal minuto 14 e al minuto 16. “Nessuna decisione e nessun cambio. Non mi risulta proprio che voteranno gli attivisti di tutta Italia.
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