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E' un grido d'allarme quello che il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, a quattro giorni dalla pensione, lancia nel suo 'Bilancio di responsabilità sociale', una sorta di analisi di un anno di lavoro della procura. Alla fine della sua relazione, Bruti - che ha ricordato anche le vittime della sparatoria in tribunale ("il modo migliore per onorarne la memoria, è impegnarsi ciascuno nel proprio ruolo") - è stato applaudito da magistrati e avvocati che si sono alzati in piedi.

"Il servizio giustizia a rischio paralisi". Le gravi carenze di organico amministrativo chiamano la politica a interventi urgenti, "altrimenti la procura rischia la paralisi". Perché "si è giunti a un punto limite", accusa Bruti. Serve "un intervento riformatore sul processo penale, in difetto del quale tutto l'impegno organizzativo rischia di diventare vano". Il procuratore ricorda anche come il personale amministrativo "preveda 379 unità, mentre in servizio ce ne sono 295". La "scopertura si attesta così al 22 per cento, ben superiore alla media nazionale (18,50)". Una situazione molto critica, visto "che le carenze più gravi riguardano le qualifiche professionali fondamentali".

Bilancio Procura Miliano, Bruti: "Intercettazioni strumento essenziale per le indagini"

Spese diminuite del 44 per cento. Le spese di gestione della procura "si sono ridotte del 44 per cento" nel quadriennio 2011-2014, a seguito di una diminuzione rilevante delle spese di giustizia (legate alle attività di indagine). Mentre sono aumentate del 128 per cento le entrate, un dato legato in particolare alle somme in sequestro "che hanno raggiunto i 120 milioni di euro". Uno dei punti su cui ha puntato maggiormente il procuratore in questi anni, è stata anche la diminuzione dell'uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini. Nel quadriennio la riduzione "è stata del 48 per cento e del 14 per cento nell'ultimo anno. Nell'anno 2009-2010, i soggetti intercettate dalla procura erano 14.125 unità". Nell'anno scorso - dati aggiornati a giugno - il numero è sceso a 7.277.

"Colonizzazione della 'ndrangheta". E' impressionante il rapporto della Direzione distrettuale Antimafia di Ilda Boccassini. Secondo il rapporto di un anno di attività, soprattutto la 'ndrangheta sembra aver messo radici in pianta stabile a Milano e nell'hinterland. Secondo Boccassini, "alcuni piccoli paesi della Calabria (San Luca, Vibo Valentia, Rosarno, Limbadi, Grotteria e Giffoni), hanno di fatto colonizzato alcuni comuni dell'hinterland. Si è trattato di una sorta di colonizzazione al contrario. Se di regola la colonizzazione presuppone una sorta di superiorità economica e culturale del colonizzatore sul colonizzato, la persuasiva presenza della 'ndrangheta in territorio lombardo fa registrare un fenomeno esattamente inverso, dove una sottocultura criminosa ha la meglio in aree altamente industrializzate e ricche di servizi pubblici".

Bruti: "Expo? Le indagini non si sono fermate"

Expo, "indagini rapide". L'analisi del procuratore non poteva tralasciare Expo che ha impegnato anche i magistrati per mesi. La Procura di Milano si è mossa "con eccezionale rapidità" permettendo "alla struttura Expo 2015 di adottare tempestivamente i provvedimentiper la sostituzione dei manager" arrestati. Qualcuno, ha aggiunto Bruti nella sua relazione, "aveva detto: 'bene arrestare i corrotti, ma si rischia di bloccare i lavori', ma la Procura di Milano ha gestito la situazione e ciò non è avvenuto".

"In 4 anni recuperati 3 miliardi e 600 milioni per frodi fiscali". La lotta alla evasione fiscale ha segnato un recupero di denaro notevole. "A Milano - si sottolinea nel bilancio sociale - tra il 2010 e il 2014 relativamente a posizioni correlate a denunzie per frode fiscale, dichiarazione infedele ed omessa dichiarazione, gli incassi sono ammontati a 3 miliardi e 611 milioni di euro". L'attività della procura - per molti aspetti - sembra rispecchiare anche l'andamento del Paese. Sempre il dipartimento per la lotta ai reati finanziari diretto da Francesco Greco, per esempio, registra "una
 leggera flessione delle dichiarazioni di fallimento e quella più marcata delle richieste di concordato preventivo e segnano indubbiamente una seppur timida inversione rispetto agli anni precedenti". Mentre nella lotta ai reati fiscali, alcune indagini condotte con la collaborazione di Banca d'Italia, ha permesso di scoprire presunte evasioni da centinaia di migliaia di euro, che, in prospettiva potrebbero garantire entrate consistenti alle casse dell'Erario.