giovedì 12 novembre 2015

Ma come si possono votare questi grillini che parlano di democrazia diretta quando tutto viene deciso da Casaleggio.

Movimento 5 Stelle. Amministrative a geometrie variabili. Di Battista: "A Roma nome di alto livello". E si pensa nazionalizzare il voto delle primarie

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A Torino c’è il candidato. A Milano anche. Roma al palo. Il Movimento 5 Stelle nella Capitale è in confusione. “Siamo concentrati sui programmi e stiamo cercando il modo di candidare, al Comune di Roma, un nome di alto livello”, dice Alessandro Di Battista, componente del Direttorio, nel tardo pomeriggio, mentre si aggira per i corridoi di Montecitorio.
In Transatlantico si parla solo di amministrative: ‘caso De Luca’, quindi Napoli, e voto nella Capitale. Il Movimento 5 Stelle pensa a modificare le regole delle primarie interne proprio in virtù del fatto che a Roma vuole candidare una persona forte, che possa vincere o, come dice qualcuno, che “possa perdere bene”. Quest’ultima ipotesi è la dimostrazione che il timore è che amministrando la Capitale, una realtà difficile, il Movimento rischierebbe di andare a sbattere e quindi andrebbe a compromettere il voto delle elezioni politiche.
Ogni mossa viene studiata nei minimi dettagli. Ad esempio, in queste ore si sta decidendo chi far votare. Entro la settimana, Beppe Grillo detterà le regole sul suo blog. E potrebbe spiegare – l’idea è sul tavolo - che per scegliere il nome del candidato sindaco non sarà sufficiente il passaggio tra i meet up locali, come si è fatto finora, ma verrà indetto un voto online al quale parteciperanno tutti gli iscritti al Movimento. Un modo quindi per nazionalizzare il voto della Capitale. Segno che Gianroberto Casaleggio non intende fare una brutta figura e che vuole spendere, per questa partita, un nome appunto "di alto livello".
I romani tuttavia, divisi nelle varie correnti, sono in fermento. Non tutti gradiscono questa modalità di voto. Soprattutto alcuni consiglieri capitolini 5 Stelle uscenti, che in questo modo potrebbero essere superati da una new entry decisa dal tandem Grillo-Casaleggio e dal Direttorio. Secondo altri, invece, questo metodo potrebbe portare all’incoronazione di Virginia Raggi, quella che fra i quattro consiglieri piace di più agli attivisti e anche l'unica donna tra loro. Allo studio ci sarebbe, tra le varie ipotesi, anche quella di candidare una donna, sull’onda lunga di Milano e Torino. Ma l’universo pentastellato romano è frammentato. E le corrente sono già in lotta tra di loro.
Sta di fatto che quelle che in politica si chiamano "geometrie variabili", nella neo politica modello 5 Stelle vengono attuate così in vista della amministrative della prossima primavera: si va dal voto per acclamazione, come è successo a Torino, alle primarie nei gazebo a Milano. Fino a quelle 3.0 di nuova generazione, di cui la Capitale potrebbe essere una testimonianza inedita.

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