Piccardo dell'Ucoii: «No a chi vuole la guerra civile»
L'orrore dell'Isis è «annichilente». Ma chi cavalca la rabbia contro l'Islam è uno «sciacallo». Piccardo dell'Ucoii: «Il terrorismo colpisce tutti, anche i musulmani».
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14 Novembre 2015Share on facebook
Occorre «una nuova Lepanto», tuona Roberto Maroni su Twitter, inneggiando a una nuova crociata. Non sono da meno, come era più che prevedibile, Matteo Salvini e Daniela Santanchè che evocano rastrellamenti, bombe ed espulsioni. «Subito attacchi in Siria e in Libia: i tagliagole e i terroristi ISLAMICI (maiuscolo) vanno eliminati con la forza!», posta il leader leghista. «L'Islam festeggia i nostri morti», gli fa eco la forzista. «Non basta piangere Parigi. Adesso li mandiamo a casa tutti e chiudiamo le frontiere».
Su tutti quella prima pagina di Libero: «Bastardi islamici».
«LE PEN? PIÙ UMANA DEI POLITICI ITALIANI». Se in Italia la destra e la Lega incitano all'odio prima che contro i terroristi, contro gli islamici e i musulmani, paradossalmente in Francia «Marine Le Pen si è dimostrata più umana», fa notare a Lettera43.it Hamza Roberto Piccardo, tra i fondatori dell'Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii).
Davanti a certe dichiarazione e a certi titoli, Piccardo prima che rabbia prova «dolore, schifo, nausea». E aggiunge: «Non si rendono conto del male che stanno facendo, vogliono la guerra civile.
Su tutti quella prima pagina di Libero: «Bastardi islamici».
«LE PEN? PIÙ UMANA DEI POLITICI ITALIANI». Se in Italia la destra e la Lega incitano all'odio prima che contro i terroristi, contro gli islamici e i musulmani, paradossalmente in Francia «Marine Le Pen si è dimostrata più umana», fa notare a Lettera43.it Hamza Roberto Piccardo, tra i fondatori dell'Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii).
Davanti a certe dichiarazione e a certi titoli, Piccardo prima che rabbia prova «dolore, schifo, nausea». E aggiunge: «Non si rendono conto del male che stanno facendo, vogliono la guerra civile.
- Hamza Piccardo, membro dell'Ucoii.
DOMANDA. C'è già chi pretende, anche questa volta, una dissociazione della comunità islamica dall'orrore di Parigi. Una sorta di patentino anti-terrorismo.
RISPOSTA. Non ha senso. È come chiedere a un iscritto alla Cgil una presa di distanza dal terrorismo delle Brigate rosse. Siamo fuori dal mondo.
D. Fatto sta che è già in atto una escalation d'odio nei confronti dei musulmani.
R. Sono sciacalli in servizio permanente, senza ritegno. Anche Marine Le Pen si è dimostrata più umana di molti politici italianio. Dietro c'è una volontà precisa.
D. Quale?
R. Vogliono scatenare una guerra civile, nutrono l'odio senza considerare che facendo così radicalizzano le posizioni del mondo musulmano.
D. È innegabile però che sia in corso una guerra.
R. Ma a differenza dalla Seconda Guerra mondiale, dove erano ben chiari gli schieramenti, la situazione è ben diversa.
D. Cosa intende?
R. Nessuno è al sicuro dal terrorismo. Nemmeno noi musulmani. Lo dimostra la morte di Ahmed, il poliziotto ucciso dai terroristi di Charlie Hebdo.
D. Eppure molti politici attaccano prima dei terroristi proprio gli islamici.
R. Il rischio è che scatti una strategia della tensione come negli Anni 70. La repressione e la pressione su una massa imponente di cittadini europei musulmani porterà solo rabbia e ribellione nei confronti dello Stato.
D. Quello che è accaduto in Francia?
R. La situazione in Francia è molto diversa da quella italiana. I primi immigrati hanno abbassato la testa, la seconda generazione cercava il riscatto ma ha conosciuto l'emarginazione. La terza è quella dei roghi delle banlieu. E la quarta..
D. La quarta?
R. Potrebbe essere quella dei terroristi. Il fatto è che chi è sottoposto a pressioni, a internamenti e a certi tipi di interrogatori poi reagisce.
D. Perché in Italia è diverso?
R. Non vedo ancora questa rabbia: siamo solo alla seconda generazione di immigrati. Però è sempre possibile una manipolazione da parte dei fondamentalisti. E l'odio non aiuta certo.
D. Ora nel mirino tornerà l'immigrazione. Che ne pensa?
R. Basta che qualcuno faccia un'illazione, che fomenti il sospetto che almeno uno dei kamikaze o un attentatore di Parigi era arrivato con i barconi insieme con i profughi perché l'opinione pubblica occidentale, o almeno la maggior parte di essa, cambi prospettiva e abbandoni il senso di accoglienza finora dimostrato.
D. Cosa può fare la Comunità islamica?
R. Quello che stiamo facendo da sempre, ancora prima dell'11 settembre: insistere sull'educazione alla pace e sul rispetto della vita a prescindere dalla religione. Ogni creatura è cara a Dio.
D. Sono recenti gli arresti a Merano di 17 jihadisti. Le moschee possono rappresentare anche in Italia un luogo di aggregazione per i potenziali terroristi?
R. Non abbiamo un servizio di intelligence. Per quello che vedo in Italia non è così, poi posso sembre sbagliare. Una cosa però è certa: l'Isis non c'entra con la religione.
D. Però la utilizza.
R. Ne fa una bandiera ideologica. Bisognerebbe invece riflettere sui soggetti che supportano la jihad, non solo economicamente ma anche politicamente. A partire da alcune tivù mediorientali che diseducano i giovani.
D. Non è un nemico convenzionale.
R. Il Califfato non ha un comando generale. Dichiara guerra e rivendica attentati con un tweet da non si sa quale provider o con un video. Il fatto è che siamo tutti a rischio, tutti nel mirino, senza distinzione.
D. Cosa prova davanti alle immagini che arrivano da Parigi?
R. Sono letteralmente annichilito.
D. E leggendo titoli come «Bastardi islamici» (prima pagine di Libero, ndr).
R. Nausea, schifo, dolore più che rabbia. Questi vogliono la guerra civile per interessi politici.
RISPOSTA. Non ha senso. È come chiedere a un iscritto alla Cgil una presa di distanza dal terrorismo delle Brigate rosse. Siamo fuori dal mondo.
D. Fatto sta che è già in atto una escalation d'odio nei confronti dei musulmani.
R. Sono sciacalli in servizio permanente, senza ritegno. Anche Marine Le Pen si è dimostrata più umana di molti politici italianio. Dietro c'è una volontà precisa.
D. Quale?
R. Vogliono scatenare una guerra civile, nutrono l'odio senza considerare che facendo così radicalizzano le posizioni del mondo musulmano.
D. È innegabile però che sia in corso una guerra.
R. Ma a differenza dalla Seconda Guerra mondiale, dove erano ben chiari gli schieramenti, la situazione è ben diversa.
D. Cosa intende?
R. Nessuno è al sicuro dal terrorismo. Nemmeno noi musulmani. Lo dimostra la morte di Ahmed, il poliziotto ucciso dai terroristi di Charlie Hebdo.
D. Eppure molti politici attaccano prima dei terroristi proprio gli islamici.
R. Il rischio è che scatti una strategia della tensione come negli Anni 70. La repressione e la pressione su una massa imponente di cittadini europei musulmani porterà solo rabbia e ribellione nei confronti dello Stato.
D. Quello che è accaduto in Francia?
R. La situazione in Francia è molto diversa da quella italiana. I primi immigrati hanno abbassato la testa, la seconda generazione cercava il riscatto ma ha conosciuto l'emarginazione. La terza è quella dei roghi delle banlieu. E la quarta..
D. La quarta?
R. Potrebbe essere quella dei terroristi. Il fatto è che chi è sottoposto a pressioni, a internamenti e a certi tipi di interrogatori poi reagisce.
D. Perché in Italia è diverso?
R. Non vedo ancora questa rabbia: siamo solo alla seconda generazione di immigrati. Però è sempre possibile una manipolazione da parte dei fondamentalisti. E l'odio non aiuta certo.
D. Ora nel mirino tornerà l'immigrazione. Che ne pensa?
R. Basta che qualcuno faccia un'illazione, che fomenti il sospetto che almeno uno dei kamikaze o un attentatore di Parigi era arrivato con i barconi insieme con i profughi perché l'opinione pubblica occidentale, o almeno la maggior parte di essa, cambi prospettiva e abbandoni il senso di accoglienza finora dimostrato.
D. Cosa può fare la Comunità islamica?
R. Quello che stiamo facendo da sempre, ancora prima dell'11 settembre: insistere sull'educazione alla pace e sul rispetto della vita a prescindere dalla religione. Ogni creatura è cara a Dio.
D. Sono recenti gli arresti a Merano di 17 jihadisti. Le moschee possono rappresentare anche in Italia un luogo di aggregazione per i potenziali terroristi?
R. Non abbiamo un servizio di intelligence. Per quello che vedo in Italia non è così, poi posso sembre sbagliare. Una cosa però è certa: l'Isis non c'entra con la religione.
D. Però la utilizza.
R. Ne fa una bandiera ideologica. Bisognerebbe invece riflettere sui soggetti che supportano la jihad, non solo economicamente ma anche politicamente. A partire da alcune tivù mediorientali che diseducano i giovani.
D. Non è un nemico convenzionale.
R. Il Califfato non ha un comando generale. Dichiara guerra e rivendica attentati con un tweet da non si sa quale provider o con un video. Il fatto è che siamo tutti a rischio, tutti nel mirino, senza distinzione.
D. Cosa prova davanti alle immagini che arrivano da Parigi?
R. Sono letteralmente annichilito.
D. E leggendo titoli come «Bastardi islamici» (prima pagine di Libero, ndr).
R. Nausea, schifo, dolore più che rabbia. Questi vogliono la guerra civile per interessi politici.
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