martedì 22 luglio 2014

Ovviamente questi progetti che porteranno soldi al sud non dovranno andare a quattro razzisti e ignoranti minoresi che non credono nell'Italia e vogliono fondare la repubblica di Minori con a capo il generale Mena Esposito che in Italia nessuno conosce e che viene anche chiamata Videla.

Renzi firma 24 progetti per un miliardo e mezzo di investimenti: "Garantiti 25mila posti lavoro"

La firma a Palazzo Chigi con investitori italiani e stranieri. Il premier: "Alla fine dei mille giorni l'Italia sarà nelle condizioni di guidare la ripresa economica e non di essere il fanalino di coda". Tutti i progetti

ROMA - Ventiquattro contratti di sviluppo, per 1,4 miliardi di investimenti che creeranno o salvaguarderanno 25mila posti di lavoro "tra creati e salvaguardati, l'80% dei quali arriva al Sud". E' il valore del pacchetto di contratti che il presidente del consiglio Matteo Renzi ha firmato a Palazzo Chigi, insieme al ministro dello Sviluppo Federica Guidi e al sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. "Il governo prova a dare un messaggio concreto di investimento sul paese a partire dalla politica industriale", ha spiegato il premier, sottolineando che la metà del pacchetto, "circa 700 milioni", sono di "investimento pubblico".

Ecco dunque le cifre: 24 progetti, quasi un miliardo e mezzo di investimenti, 25 mila posti di lavoro, l'80% nelle regioni del Sud, "34 milioni di euro in Campania". I contratti firmati oggi, per il 44% si riferiscono a controllate da gruppi esteri: per Renzi "si tratta di un elemento molto significativo di apertura". A questo proposito, Renzi ha ricordato di aver visto "qualche giorno fa commentatori lamentarsi perché un'importante azienda è stata acquisita da un grande gruppo internazionale, che peraltro è qui: sono gli stessi che lamentavano la scarsità di investimenti stranieri in Italia".

Nelle slide di presentazione dei progetti, la
cui agevolazione è interamente gestita da Invitalia, si ricorda che sono sviluppati nei settori industriale, agro-alimentare, turistico e della tutela ambientale, con un investimento minimo di 20 milioni (7,5 per i prodotti agricoli). Nella maggioranza dei casi, le fonti di finanziamento derivano dai fondi europei. Il contributo pubblico, che può raggiungere il 75% dell'investimento e viene negoziato dalle parti, avviene sotto forma di contributo a fondo perduto, mutuo agevolato o ancora contributo in conto interessi.

Tutti i progetti co-finanzati dallo Stato

I contratti di sviluppo fin qui stipulati (12 più i 24 di oggi) riguardano nel 69% dei casi l'industria, seguiti dalla trasformazione dei prodotti agricoli (19%) quindi dal turismo (8%) e dal commecio (3%). Nel primo settore uno dei più "pesanti" riguarda Telecom Italia, che prevede 71 milioni di investimenti (con 22 milioni di agevolazioni) per la fibra ottica in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Euralenergy, l'ex Eurallumina, impegnata nella produzione energetica, ha messo sul piatto 100 milioni (ben 74 milioni rispondono alla voce "agevolazioni") per il Sulcis, in Sardegna, per un impianto di cogenerazione di elettricità a vapore. Scorrendo l'elenco si trovano poi i progetti legati all'aceto della Ponti (strutture di stoccaggio), alle conserve dellaRegina di San Marzano (ampliamento degli stabilimenti) o ancora del caffè campano Kimbo (più capacità produttiva).

Ancora nel settore Tlc c'è il contratto Vodafone (circa 64 milioni) per il potenziamento della rete in Puglia e Calabria e quello Stm (semiconduttori) per l'allargamento dell'impianto di Catania. Nell'elenco figurano poiWhrilpool, che ha appena acquisito la Indesit e che è coinvolta per l'incremento della capacità produttiva dello stabilimento di lavatrici di Napoli, ma anche Mbda ItaliaPrysmianSeda ItalyDenso Manifacturing, due aziende del farmaceutico (Sanofi Aventis e Dompè) e diverse dell'agroalimentare: Ferrarelle, Molino e Pastificio De CeccoGiovanni Bosca TostiSiciliani, gruppo Oleario Portaro e Benincasa. Le strutture alberghiere dominano nel comparto del turismo.

Sul lavoro e il rilancio dell'occupazione "la politica si gioca la sua credibilità", ha detto il premier. "Alla fine dei mille giorni l'Italia sarà nelle condizioni di guidare la ripresa economica e non di essere il fanalino di coda", ha sottolineato il presidente del Consiglio. Il premier non ha perso l'occasione per fare il punto sul processo di riforma del Paese: "Il governo è impegnato a testa alta e viso aperto per realizzare gli impegni che ci siamo dati", ha detto. "Le immagini di chi vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme in Italia sono le immagini di chi pensa che si possa andare avanti così", ha sottolineato il premier. "Per cambiare l'Italia bisogna fare le riforme e le faremo", ha ribadito Renzi.
(22 luglio 2014)

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