giovedì 24 luglio 2014

Grandissimo Prof. Zingales. Solo chi vive all'estero può dire la verità sull'Italia. Se vivi in Italia le caste e le lobby infangano tutte le persone perbene che ricordano i fatti.

Alcuni giorni fa il prof.Luigi Zingales ha indirizzato uno dei suoi strali contro uno dei bersagli che predilige nello smantellamento della peggiocrazia italiana, insieme alle Fondazioni bancarie: la CONSOB organismo di vigilanza dei mercati italiani.
Dal suo articolo pubblicato sul Sole24Ore alcuni passaggi cruciali:
Quarant’anni fa, nasceva la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (Consob), su modello dell’americana Securities and Exchange Commission (SEC). Nonostante i seminari celebrativi, c’è ben poco da festeggiare. Quando non è stata irrilevante (frode Parmalat), la Consob è stata dannosa (fusione Fonsai -Unipol). Se alcuni importanti risultati sono stati raggiunti nel sanzionare insider trading e nelle operazioni con parti correlate, il periodo più attivo della Commissione è stato quando era acefala. Oggi, sotto la gestione monocratica di Giuseppe Vegas, la Consob ha toccato i minimi storici. Riusciranno le nuove nomine e l’aumento del numero di commissari a risollevarla?
Difficilmente, perché la Consob nasce con un vizio di fondo: la mancanza di una missione chiara. L’americana SEC era nata per tutelare gli investitori dopo le manipolazioni di Borsa degli anni 20. L’idea, tuttora valida, è che se si vuole estendere l’investimento azionario al di fuori di una ristretta cerchia di ricchi investitori capaci di difendersi da soli, è necessario avere un’autorità governativa finalizzata alla loro protezione. È troppo costoso per un piccolo investitore difendere i propri interessi. Se non difesi, i piccoli investitori rifuggiranno l’investimento azionario, con grave danno per tutti . Non a caso gli italiani alla Borsa preferiscono il mattone.
La legge 216 che istituì la Consob, però, non gli diede una chiara missione. Ci vollero ben 24 anni (ed il testo unico della Finanza) per tentare di esplicitare la missione della Consob. Forse per la lunga attesa, gli obiettivi si moltiplicarono, diventando ben cinque, in parte contraddittori tra loro. A fianco della «tutela degli investitori», c’è anche la «stabilità e il buon funzionamento del sistema finanziario». Per rendersi conto come questi obiettivi possano essere in conflitto basta guardare al recente aumento di capitale lanciato dalla Banca Popolare di Vicenza (BPV). La stabilità del sistema finanziario (che include anche le nostre banche) vorrebbe che questo aumento andasse in porto. Una BPV ricapitalizzata ha maggior chances di superare gli stress test europei, aumentando la stabilità del nostro sistema bancario. Ma la tutela degli investitori vorrebbe una maggior disclosure sul prezzo delle azioni. Non essendo quotata, il valore della BPV è interamente determinato da un perito pagato dalla BPV. Avendo insegnato per 21 anni questo tipo di valutazioni, conosco quanto esse dipendano dalle ipotesi sottostanti. Eppure ai potenziali investitori non è dato di conoscere in dettaglio queste ipotesi, perché la relazione del perito non è inclusa nel prospetto informativo, né è disponibile sul sito della Consob.
Un investitore avveduto non dovrebbe sottoscrivere un titolo senza le opportune informazioni (caveat emptor). Purtroppo, ci sono gli investitori non avveduti (o peggio) mal consigliati. Ma la Consob non sembra preoccuparsi troppo di loro: che mi risulti non ci sono controlli per prevenire il rischio che gli sportelli di una banca vendano azioni proprie ai loro depositanti meno informati a un prezzo determinato in base a ipotesi non note.
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Ma il presidente Vegas ha una visione ancora più ampia del mandato della Consob. Non solo la stabilità dei mercati, ma anche «far sì che ci sia un po’ di sviluppo nel paese», come ha dichiarato in una recente intervista alla Stampa. Per questo ha trasformato la Commissione in un secondo ministero dello Sviluppo economico, in cui vengono facilitate fusioni tra campioni nazionali e promosse iniziative di sviluppo (come Più Borsa) con gli stessi organismi che la Consob dovrebbe regolare. La Consob può sì contribuire in modo importante allo sviluppo del Paese, ma lo può e deve fare perseguendo la sua missione: tutelare gli investitori.
A 40 anni non è tempo per la Consob di celebrazioni, ma solo di riflessioni. È soprattutto è tempo per il governo di affrontare i problemi della Commissione, non con qualche norma sepolta in un decreto, ma con una riforma organica, affinché i prossimi 40 anni della Consob siano migliori dei primi 40. Il Paese ne ha bisogno.
A difesa dell’attività della CONSOB si possono schierare altre personalità, ma qualora lo volessero fare dovrebbero trovare una risposta alle osservazioni di Zingales, che sembrano molto centrate.
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