GAZA - E' il giorno più drammatico. Le forze armate israeliane ha intensificato l'offensiva terrestre sulla Striscia di Gaza; il tredicesimo giorno dell'operazione "Protective Edge", "Margine protettivo", inizia con nuovi raid, nuovi tiri di artiglieria, nuovi combattimenti. E nuove vittime: almeno 60 tra i palestinesi nel solo quartiere di Sajaya, sotto assedio, devastato dai raid, e circa 250 feriti. Dall'inizio della missione di Israele, sono stati uccisi 434 palestinesi a Gaza. L'esercito israeliano comunica intanto che sono 13 i soldati israeliani uccisi oggi in un attacco dei miliziani a Gaza, vittime di una serie di attacchi dei miliziani della Striscia. Secondo alcune ricostruzioni, alcuni dei soldati sarebbero caduti in un'imboscata, altri sarebbero stati attaccati in una casa di Gaza. Sono 18 i militari israeliani morti dall'inizio dell'offensiva nella Striscia. E le parole del premier israeliano Benyamin Netanyahu in serata allontanano ogni ipotesi di pace: "Completeremo la missione. Riporteremo la pace nel sud e nel centro di Israele", ha detto aggiungendo che "Israele non ha scelto di entrare in questa campagna ma ci è stata imposta".

La strage a est Gaza
. Oggi, a Gaza, un intero quartiere, Sajaya, è stato spazzato via dalle bombe: i 60 corpi di palestinesi recuperati finora dai soccorritori sono tutti in questo sobborgo a est di Gaza. Lo riporta Haaretz. Secondo il ministero della Salute di Gaza tra le vittime ci sono 17 bambini e 14 donne. Centinaia i feriti. Centinaia anche i residenti nel panico che sono fuggiti dal quartiere. Dopo l'alba decine di feriti provenienti da Sajaya sono stati trasportati nell'ospedale Shifa di Gaza. Genitori portavano bambini colpiti da frammenti, e le sale di pronto soccorso si sono rapidamente riempite, costringendo i medici a curare alcuni pazienti su materassi nei corridoi. "Si è aperta la porta dell'inferno, e i frammenti di proiettili sono arrivati attraverso le finestre", ha raccontato al telefono Jawad Hassanain, residente di Sajaya. "La casa ha tremato, così ho preso mia madre, i miei figli e mio fratello, e abbiamo cercato rifugio in un palazzo vicino".

Quasi cento morti solo oggi. Fra le vittime, anche un addetto all'ambulanza e un giovane giornalista, Khalid Hamad. Nei giorni scorsi, l'esercito israeliano aveva invitato la popolazione di quei quartieri ad abbandonare l'area. Secondo l'Onu, i rifugiati sono 62mila. Altri otto persone sono morte inoltre nel bombardamento israeliano sul quartiere di Rimal, a Gaza. Una ragazza di 15 anni è morta a Beit Lahiya, nel nord della Striscia, portando il totale dei palestinesi morti nella sola giornata di domenica a 96.


I soldati israeliani caduti. I tredici militari israeliani uccisi nelle prime ore di domenica, invece, appartenevano alla Brigata Golani. Alcuni soldati stavano avanzando in una strada quando sono stati fatti bersaglio di un lancio massiccio di razzi anticarro, granate e colpi di armi automatiche. In particolare una granata anticarro ha centrato un blindato Namer, uno dei più sofisticati dell'esercito e basato sul carro armato Merkava 4, uccidendo diversi militari. Altri soldati sono morti per un missile anticarro.

La "tregua" saltata. In mattinata Hamas aveva richiesto ad Israele un cessate il fuoco di due ore per ragioni umanitarie, e lo Stato ebraico ha accettato, ma dopo appena un'ora le Brigate Ezzedin al-Qassam hanno ricominciato a sparare e la tregua è saltata. Le Brigate Ezzedin al-Qassam hanno lanciato ancora missili, provocando lo sgombero di alcuni quartieri a nord di Tel Aviv, panico nelle città costiere di Ashdod e di Ashqelon.

Israele non si ferma. Le autorità dello Stato ebraico sono in ogni caso determinate a portare avanti l'offensiva. "Ora la fase terrestre dell'operazione 'Margine protettivo' si estende, con forze supplementari per combattere il terrorismo nella striscia di Gaza e stabilire una realtà che garantisca agli israeliani di vivere in sicurezza", si legge in un comunicato delle Forze di difesa (Idf). In questa situazione il conflitto rischia di estendersi. Ieri sera rivolte di giovani arabi sono scoppiate in diversi quartieri di Gerusalemme Est: manifestanti con il volto coperto hanno lanciato molotov e pietre contro la polizia che ha reagito con "misure idonee a disperdere la folla".

Kerry attacca Hamas: "Rifiuta tregua". Il segretario di Stato americano John Kerry arriverà domani in Medio Oriente per una serie di colloqui tesi a mediare un cessate il fuoco tra Israele e Gaza. Prima tappa del capo della diplomazia di Washington sarà il Cairo, mentre martedì è atteso in Israele. Alla vigilia della missione, Kerry ha attaccato duramente Hamas per aver rotto la tregua. Hamas rifiuta "ostinatamente" un cessate il fuoco con Israele. "E' stato loro proposto un cessate il fuoco e l'hanno respinto", ha dichiarato Kerry intervenendo alla televisione americana. "Malgrado il fatto che l'Egitto ed altri paesi abbiano chiesto la tregua, si sono ostinati ad attirarsi l'accanimento" di Israele "che mira a depotenziare la loro capacità di lanciare missili contro Israele", ha detto Kerry ribadendo che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi contro i razzi e gli attacchi attraverso i tunnel e ha sottolineato che "un cessate il fuoco è necessario".  Il premier israeliano Benjamin Netanyahu accusa Hamas di usare gli scudi umani: "Hamas usa i civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani. Israele usa i missili per proteggere i civili". Quelli di Hamas "sono i peggiori terroristi, vogliono la distruzione di Israele e di ogni ebreo".

Egitto apre il valico per trasportare i feriti. L'Egitto ha intanto annunciato che aprirà il valico di Rafah con la Striscia per una settimana in modo da consentire il passaggio dei feriti. Da giovedì sono entrati comunque solo 30 feriti palestinesi, riferiscono le fonti senza calcolare la ventina di ingressi delle aperture umanitarie temporanee avvenute tra il 10 ed il 12 luglio. Sempre dal 17 luglio inoltre sono stati circa 3.000 gli egiziani e altri non-palestinesi passati da Gaza all'Egitto attraverso il valico. Sempre secondo un computo delle fonti, dal territorio egiziano a quello della Striscia da giovedì sono passate 200 tonnellate di alimentari e 75 tonnellate di farmaci assieme a 60 medici egiziani e di altri paesi arabi. Sabato della settimana scorsa era stato segnalato il passaggio delle prime 12 delle 500 tonnellate di aiuti umanitari promessi dall'Egitto a Gaza.

Proteste in Cisgiordania. Centinaia di palestinesi intanto stanno protestando a Ramallah e a Jenin contro l'operazione israeliana nella Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz secondo cui i manifestanti chiedono al leader palestinese Abu Mazen di rivolgersi alle Nazioni Unite e alla Corte criminale internazionale per accusare Israele di "crimini di guerra". Secondo la stessa fonte, i manifestanti hanno chiesto al mondo arabo di intervenire immediatamente. Il presidente dell'Anp, Abu Mazen, ha proclamato tre giorni di lutto in Cisgiordania in solidarietà con le vittime palestinesi della Striscia di Gaza.