giovedì 24 luglio 2014

Basta con queste atrocità. Nessuno stato può togliere la vita ad un uomo.

PENA DI MORTE
È morto dopo due ore dall'inizio delle sua esecuzione con un cocktail letale. Due ore durante le quali i suoi legali avevano presentato invano un appello d'emergenza dopo aver visto il loro assistito rantolare e ansimare. Questa la fine di Joseph Wood, detenuto dell'Arizona, la cui pena di morte è stata confermata dalla Corte Suprema il 23 luglio.
L'esecuzione è iniziata alle 13.52 locali e Wood è stato dichiarato morto alle 15.49, un'ora e 57 minuti dopo che l'esecuzione era iniziata (in genere dura circa 10 minuti).
RANTOLAVA E ANSIMAVA. Il condannato, un'ora e 10 minuti dopo che l'iniezione era stata effettuata, ancora respirava e si muoveva, agitandosi, rantolando e ansimando: i suoi legali hanno presentato, mentre l'esecuzione era in corso, un appello d'emergenza per fermarla. Ma non è servito a evitare la lunga agonia.
CASE FARMACEUTICHE SOTTO ACCUSA. Il caso aveva già fatto discutere ed è stata la Corte Suprema a sciogliere i dubbi e dare il via all'esecuzione. Una corte d'appello infatti l'aveva sospesa in seguito alla richiesta dei legali di Wood di conoscere il cocktail letale che sarebbe stato iniettato all'uomo e i nomi della case farmaceutiche che li producono.
DIBATTITO NEGLI STATI UNITI. Wood è stato condannato per aver ucciso nel 1989 la fidanzata e il padre. L'episodio alimenta ulteriormente il dibattito in atto sulle iniezioni letali in seguito a due altre controverse esecuzioni. Gli Stati in cui la pena di morte è in atto non vogliono rivelare i dettagli sui medicinali usati nelle iniezioni letali. La governatrice dell'Arizona Jan Brewer ha ordinato un'inchiesta.

Giovedì, 24 Luglio 2014

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