Disoccupazione, allarme Bankitalia: “Continuerà a crescere nel 2014 e 2015″
La percentuale di italiani senza lavoro, secondo le previsioni di via Nazionale, salirà al 12,8% quest’anno e al 12,9% nel 2015. La ripresa resta quindi "largamente trainata dalle esportazioni" a fronte "di una domanda interna, in particolare per consumi, ancora debole"
La disoccupazione continuerà a crescere, anche l’anno prossimo. La timida ripresa del Pil attesa nel 2014 (+0,7%) e quella stimata nel 2015 (+1%), secondo l’ultimo bollettino della Banca d’Italia, non avranno infatti effetti consistenti sull’occupazione. Anzi. La percentuale di italiani senza lavoro, stando alle previsioni di via Nazionale, salirà al 12,8% quest’anno e al 12,9% nel 2015. Anche l’Istat, d’altronde, ha fatto sapere a inizio gennaio che la disoccupazione giovanile ha raggiunto il picco massimo dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 1977, al 41,6% nel mese di novembre 2013.
La ripresa resta quindi “largamente trainata dalle esportazioni” a fronte “di una domanda interna, in particolare per consumi, ancora debole”. Palazzo Koch segnala in particolare che l’uscita dalla crisi nella seconda metà del 2013 sta lasciando fuori le imprese più piccole e quelle orientate sul mercato interno, presenti maggiormente al Sud Italia. A pesare sulla ripresa, secondo Bankitalia, è soprattutto la stretta sul credito. Il calo dei finanziamenti alle imprese (-8% nei tre mesi terminanti a novembre) continua infatti a “rappresentare un freno alla ripresa”. Pesa in particolare la bassa domanda per investimenti l’elevato rischio di credito la pressione della crisi sui bilanci bancari.
Nel bollettino economico la Banca d’Italia ha pubblicato anche i dati sull’inflazione: ”Le previsioni dell’inflazione al consumo per il biennio sono state riviste al ribasso rispetto alle proiezioni pubblicate in luglio, poco sopra l’1% quest’anno, attorno all’1,4% il prossimo”, riporta il documento. Palazzo Koch affronta inoltre il “rischio modesto di una deflazione generalizzata, anche se il calo dell’inflazione potrebbe essere più accentuato e persistente di quanto prefigurato, specie se la debolezza della domanda si riflettesse sulle aspettative”.
Per quanto riguarda il fabbisogno del settore statale, invece, nel 2013 “è fortemente aumentato, risentendo di vari fattori straordinari, come il pagamento dei debiti pregressi in conto corrente delle Amministrazioni pubbliche e il venir meno degli effetti del provvedimento sulla tesoreria unica, che aveva contenuto il fabbisogno del 2012″. Sulla base dei dati disponibili, si può quindi valutare che l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche “è rimasto in prossimità della soglia del 3 per cento del Pil, nonostante l’ulteriore flessione del prodotto”.
I numeri diffusi da Bankitalia sono quindi tutt’altro che rassicuranti. E proprio ieri la Banca centrale europea ha sollevato dei dubbi anche sulla ripresa dell’intera area euro. ”I rischi collegati all’outlook economico per l’Eurozona continuano ad essere al ribasso”, si legge nel bollettino mensile dell’Eurotower, che sottolinea come “gli sviluppi nelle condizioni dei mercati finanziari e monetari globali e le relative incertezze hanno il potenziale per influire negativamente sulle condizioni economiche”.
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