Cinque stelle, a Prato Comunarie con il trucco
Gonfiati i dati relativi all’affluenza: da 96 i voti diventano 160 per evitare figuracce. L’accusa: così perdiamo la faccia. La difesa: abbiamo aumentato i voti in maniera proporzionale a tutti i candidati in lizza
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di Carlandrea Poli
PRATO. Le Comunarie sono state «truccate». Non nel senso che i risultati siano stati alterati, ma è il volume relativo ai votanti è stato un po’ «gonfiato».
Il dato dell'affluenza alle Comunarie a Prato, in effetti è troppo basso e, fuori dalle stanze del meetup 134, c'è un altro raggruppamento agguerrito pronto a rosolare sulla graticola Barosco e soci in caso di flop della partecipazione. Così, nel primo turno agli organizzatori del M5S viene in mente un'idea scabrosa e proibita: irrobustire il dato della partecipazione alle Comunarie a 5 Stelle in Comunarie a 5 trucchi.
Con una bugia, anzi una “mezza bugia” i voti del primo turno sono stati gonfiati appositamente per richiamare maggiormente l'attenzione della stampa locale e cercare di instillare un briciolo di entusiasmo nel proprio elettorato, che ha fin dall'inizio accolto con grande freddezza il percorso di coinvolgimento messo in piedi dagli attivisti pentastellati.
Le rivelazioni appaiono in calce ad un gruppo segreto su Facebook e risalgono allo scorso 26 ottobre, proprio il giorno della divulgazione del responso dei votanti. Tutti rigorosamente militanti, poiché il regolamento interno prevedeva uno step iniziale rivolto in via esclusiva ai simpatizzanti del M5S per poi aprire le porte e le urne all'intera città nel ballottaggio fra i due più votati (ovvero Fausto Barosco e Adriana Pagliai).
L'intento, era proprio quello di sensibilizzare l'opinione pubblica a prendere parte al secondo turno anche al costo di sacrificare la verità sull'altare dei numeri e di una machiavellica ragion di Stato, anzi, di MoVimento. Con un gioco di prestigio così, i 96 votanti effettivi sono diventati a beneficio della stampa 160: non sufficientemente brillante per una città di quasi 190.000 abitanti, ma quanto meno il minimo sindacale per evitare di sfigurare del tutto.
Mentre, se Barosco ha totalizzato effettivamente 49 preferenze il gioco magico di calcolatrice e moltiplicazione le ha fatte diventare 100, numero bello tondo, i 40 voti per Adriana Pagliai sono lievitati in un soffio a 82. Sono questi i numeri veri che Fabio Cintolesi, uno dei massimi artefici dell'elezione, confida in via riservata ai suoi colleghi di grillismo.
Colti in fallo, però, la giustificazione è di questo tenore: «Abbiamo gonfiato in maniera proporzionale» si legge nello scambio epistolare sul gruppo interno. E a chi pone quesiti sulla liceità morale sulla coerenza fra questo modus operandi e il verbo della trasparenza del Movimento, la replica viene firmata da Paolo Alongi sconfitto al primo turno: «Raccontare una mezza bugia non mi pare un tradimento verso l'elettorato o verso i principi del M5S. Abbiamo il paese che racconta frottole dalla mattina alla sera e voi vi preoccupate di due numeri pompati?»
Poco dopo rimarca il concetto: «Occhio a non confondere la trasparenza di questa fase elettorale con quella che vogliamo portare nelle istituzioni». In effetti, il gioco di prestigio viene immediatamente riassorbito. Al pari di un fazzoletto magico del mago Silvan gli elettori appaiono per magia e spariscono con un colpo di bacchetta: sul sito ufficiale della lista civica del 2009, Fausto Barosco trasmette i veri risultati, non quelli manipolati ad uso e consumo di quotidiani e televisioni.
Questa professione di brutale realismo, tuttavia, non incanta Chiara Bartalini e altri 14 attivisti. Ha dei contraccolpi sulla vita politica del MoVimento. È qui, che la storia del voto gonfiato al primo turno si congiunge con gli accadimenti recenti. Ovvero, ci portano dritti ai tentativi esperiti e naufragati per mano di Gianna Mannelli (la leader del meetup Prato 2) di riunire i gruppi che si rifanno a Beppe Grillo, impegnati da 5 anni in una diatriba sulla politica da seguire a Prato in chiave di elezioni amministrative.
L'autorizzazione a tenere quelle riunioni viene recapitata – cosa, ormai, nota – da una mail di risposta dello staff del sito web del comico genovese, curato dalla Casaleggio e Associati. Ma, ancor prima, l'input parte da quei 15 delusi del meetup 134, i quali mostrano il desiderio di sganciarsi dal gruppo di Barosco, avendo scolpito nelle loro menti un principio ben preciso: «Mentire in questo modo del tutto inutile ci rende deboli e vulnerabili». La diatriba, probabilmente, sarà risolta in maniera definitiva a breve col verdetto di Casaleggio e Grillo sulla certificazione della lista che correrà a nome del M5S a Prato.
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