domenica 12 gennaio 2014

Questo è il frutto della selezione della classe politica fatta in maniera sbagliata. Vanno avanti quelli che dicono sempre si e sono servizievoli. E i partiti devono imparare a fare quello che fece Kennedy. Chiamare il meglio della società in un governo politico.

L'AQUILA, TANGENTI PER IL POST-TERREMOTO
SI DIMETTE ANCHE IL SINDACO CIALENTE

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Massimo Cialente
Sabato 11 Gennaio 2014
Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, si è dimesso. Lo ha detto in conferenza stampa. Mercoledì scorso 4 persone erano finite ai domiciliari e altrettante, tra cui il vice sindaco Roberto Riga poi dimessosi, risultavano indagate nell'inchiesta «Do ut des» coordinata dalla Procura su presunte tangenti nella ricostruzione post sisma. «Ho riflettuto e ho deciso nell' interesse della città» ha detto Massimo Cialente, sindaco dimissionario dell'Aquila. «In fondo è stato lo stesso ministro Trigilia a dimettermi - ha proseguito - quando, in un'intervista il 9 gennaio, ha detto 'il Comune non chieda più soldi' e, nello stesso giorno, in una riunione con il rettore dell'università aquilana, ha parlato di piano di rilancio dell'ateneo e di piano regolatore della città, senza il sindaco». Nel corso della lunga conferenza stampa Cialente ha ripercorso le tappe del suo secondo mandato. «Ho pagato il fatto di aver rimosso le bandiere tricolori dalle sedi comunali e di aver riconsegnato la fascia tricolore» ha detto ancora Cialente. «Ho dato tutto me stesso, ma non sono stato abbastanza forte, sono rammaricato perchè ho perso». Conclusa la conferenza stampa, che si è svolta in un clima di commozione, con Cialente attorniato dai suoi più stretti collaboratori, il sindaco dimissionario non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni, annunciando che d'ora in poi sarà in silenzio stampa. La manifestazione Oltre 500 aquilani hanno affollato piazza Duomo per la manifestazione #Dimettiamoli, che chiedeva un passo indietro e le dimissioni dell'amministrazione comunale aquilana dopo l'inchiesta per presunte tangenti legate agli appalti per la ricostruzione. L'evento si è svolto in contemporanea con la conferenza stampa nella sede di Villa Gioia nel corso della quale il primo cittadino, Massimo Cialente, ha annunciato le sue dimissioni. Un grande applauso delle centinaia di presenti nel tendone di piazza Duomo ha accolto l'annuncio al microfono della "resa". «Finalmente, ce l'abbiamo fatta», hanno commentato alcuni. La manifestazione è stata organizzata dai movimenti civici Appello per L'Aquila, Assemblea cittadina, Comitato 3e32, Consiglio civico e L'Aquila che vogliamo. Presenti, comunque, numerosi esponenti comunali di maggioranza e opposizione. «Non si è dimesso, è la città che lo ha dimesso, e non gli permetterà la solita pantomima che tra dieci giorni le ritira - ha commentato Ettore Di Cesare, consigliere comunale di Apl - Stavolta non c'è pantomima. Stavolta a maggio si va alle elezioni». Per Vincenzo Vittorini, consigliere comunale della «Città che vogliamo», «ora la città deve farsi sentire in questi venti giorni nei quali il sindaco potrebbe recedere dalle dimissioni perchè ci ha abituato a questo. Serve il fiato sul collo - ha incalzato - L'Aquila si deve svegliare e dobbiamo riscattarci e togliere un'onta e un marchio per la città attuale e futura». «Un fatto etico che pone L'Aquila in senso negativo nei confronti dell'Italia e dell'Europa - ha concluso - Qui si deve sapere tutto di tutti in maniera trasparente e non deve essere sperperato nessun centesimo. C'è una dignità da riacquistare. I ragazzi di questa città non possono avere il marchio a vita di corrotti o delinquenti». Il consigliere comunale di Fi Guido Liris, attaccando il sindaco, ha detto: «Non abbiamo più certezze nè rapporto o fiducia con il governo perchè si sono dati messaggi sbagliati all'esecutivo, prima politicamente poi con l'inchiesta. Cialente ha responsabilità politiche se non si è accorto in sette anni di tutto quello che gli è successo intorno». «Abbiamo lottato tanto come comitati - ha ricordato Annalucia Bonanni del Comitato 3e32 - Una parte di noi è confluita in liste civiche. Abbiamo criticato le lacune di questa amministrazione che non ha saputo gestire la ricostruzione e ora non è più credibile. Il problema non è il sindaco, un assessore o un dirigente. È un sistema corrotto e marcio che deve andare a casa».
 

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