Lite a 5 stelle su Landini
Pubblicato Domenica 12 Gennaio 2014, ore 14,43
Alla deputata grillina Castelli fa "schifo" il leader Fiom. Il capogruppo a Palazzo Civico Bertola la redarguisce: "hai ragione, ma abbassa i toni". E in rete si scatena la solita sarabanda, con molti che chiedono di lavare i panni sporchi in famiglia - VIDEO
Toni fuori luogo per Bertola che rimbrotta la “cittadina” impertinente su Facebook, scatenando, secondo quanto da lui stesso affermato in un post successivo, i sostenitori del lavaggio in casa di tutti i panni sporchi. «Ieri, discutendo con un nutrito gruppo di attivisti ed eletti, sono stato pregato di
non criticare in rete quello che fanno i nostri parlamentari, perché questo danneggerebbe ilMovimento e darebbe modo ai giornalisti di darci addosso. Io capisco questo punto di vista, ma non ne sono convinto; è giusto non mettersi a litigare in rete, non sbottare e non attaccarsi a vicenda, magari per questioni personali che andrebbero affrontate a quattr'occhi, ma se io scrivo pubblicamente, tranquillamente, che del tweet di Castelli su Landini condivido appieno i contenuti ma non condivido assolutamente i toni, sto danneggiando il Movimento?» si chiede Bertola. E come da copione fioccano commenti e polemiche, con i sostenitori dell’una e dell’altra fazione che si dividono più o meno equamente. Pico De Gattis tenta un’ardita congettura storico-sociologica: «perché a essere così “vivaci” sono le donne che fanno politica, vedi anche il caso de girolamo. non è che secoli di oppressione si riscattano in quella maniera, anzi». Mah.
Ma la Castelli non è nuova a gaffe di questo tipo, soprattutto quando si avventura nell’impervio terreno della dialettica sindacale. Come quando ha affermato che lo sciopero indetto dai sindacati contro la legge di stabilità “Non è uno sciopero volontario, ma pagato coi soldi pubblici”, beccandosi il duro rimbrotto del leader Cisl Raffaele Bonanni (GUARDA IL VIDEO).
La verità è che i due - Bertola e Castelli - non si sono mai presi troppo, come testimoniano altri appassionanti alterchi sempre via social, sempre, guarda caso, sotto elezioni. Sullo sfondo l'imminente competizione tutta interna per chi dovrà guidare l'assalto grillino a piazza Castello. Ma questa volta c’è un precedente che terrorizza i capataz grillini: quello della Sardegna, dove a causa delle continue dispute locali Beppe Grillo ha deciso di non concedere a nessuno l’utilizzo del simbolo. Attenzione…
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