Beppe Grillo e il risultato del voto per abrogare il reato di clandestinità
di Valentina Spotti - 13/01/2014 - Gli iscritti si ribellano al portavoce aprendo a "percentuali da prefisso" e scegliendo di dare fiducia all'operato dei parlamentari. E il comico genovese sottolinea per i più destraioli: "Con l'abrogazione si mantiene comunque il procedimento amministrativo di espulsione che sanziona coloro che violano le norme sull'ingresso e il soggiorno nello Stato"
Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle hanno votato sulla depenalizzazione del reato di clandestinità, in una consultazione online attivata oggi e annunciata da Beppe Grillo. Era stato proprio il Semplice Portavoce a pubblicizzare sul blog la possibilità di votare, da parte di tutti gli «iscritti certificati», per decidere la linea dei parlamentari delle Cinque Stelle in vista del voto in Senato, che domani si riunirà per votare la legge sulle depenalizzazioni – compresa l’abolizione del reato di clandestinità. Il risultato:
Dalle 10 alle 17 di oggi gli iscritti certificati hanno espresso il parere vincolante sul voto che il Gruppo Parlamentare del Senato dovrà esprimere domani 14 gennaio sul “reato di clandestinità“. 15.839 hanno votato per la sua abrogazione, 9.093 per il mantenimento. I votanti sono stati 24.932. Gli aventi diritto erano gli iscritti certificati al 30 giugno 2013, pari a 80.383. Con l’abrogazione si mantiene comunque il procedimento amministrativo di espulsione che sanziona coloro che violano le norme sull’ingresso e il soggiorno nello Stato.
LA CONSULTAZIONE ONLINE - Le votazioni si sono svolte sul Sistema Operativo del Movimento 5 Stelle al quale ogni utente iscritto (nel caso di questa consultazione era necessario essere iscritti da almeno giugno 2013) accede con una regolare password. Ma l’iniziativa non è stata senza polemiche sia per l’argomento oggetto del voto che per i modi attraverso cui la consultazione è stata presentata.
LE POLEMICHE SULL’ABOLIZIONE DEL REATO DI CLANDESTINITÀ - La faccenda dell’abolizione del reato di clandestinità tra i Cinque Stelle era sorta lo scorso autunno, all’indomani della strage di Lampedusa del 3 ottobre quando, in seguito al naufragio di un peschereccio, morirono oltre 360 migranti che cercavano di raggiungere l’isola. L’idea di depenalizzare il reato di clandestinità era stata proposta all’indomani della strage da due senatori grillini Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella e l’emendamento era stato approvato in Commissione giustizia. Soltanto qualche ora più tardi Grillo e Casaleggio si erano dissociati dall’iniziativa, spiegando che si trattava di una «posizione espressa in modo del tutto personale» e che lo stop al reato di clandestinità non faceva parte del programma del MoVimento, condannando anche i due senatori per essersi «arrogati il diritto» senza essersi prima consultati con nessuno.
IL CAOS SULLE VOTAZIONI - Tre mesi più tardi, alla vigilia del voto in Senato, ecco che la base del MoVimento 5 Stelle è chiamata a esprimere la propria opinione sul reato di clandestinità: il risultato della consultazione ha parere vincolante per i parlamentari, ma è stato a sua volta venato da una rabbiosa polemica. In molti hanno lamentato una «cattiva gestione» di tempi e modi della votazione e anche gli stesi «cittadini eletti» hanno protestato puntando il dito contro Grillo e il fatto che la consultazione sia stata annunciata a votazioni già aperte.
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