Blog Beppe Grillo: abolire reato di clandestinità. Ma continuano le polemiche: "Casaleggio si limiti a correggere le virgole"
Pubblicato: 13/01/2014 20:12 CET | Aggiornato: 13/01/2014 20:12 CET
"Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico". Parola di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che, nell'ottobre scorso,sconfessarono un emendamento in tal senso dei due senatori Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi.
"Abbiamo fatto un sondaggio interno - ripetevano dallo staff - e i numeri erano impressionanti". A voler considerare rappresentativo l'esiguo campione di attivisti che hanno votato sul blog (poco meno di 25mila), quei dati erano anche grossolanamente sbagliati. La votazione, infatti, non ha avuto storia: 15.839 hanno votato per l'abrogazione, 9.093 per il mantenimento.
Un risultato che in pochi avevano previsto, e che ha fatto rapidamente cadere nel dimenticatoio il duro post dei due leader. Chi ci ha parlato racconta di un Casaleggio soddisfatto. Sia per il primo vero tentativo di disintermediare i meccanismi decisionali, sia perché, se verranno rispettati i voti già espressi in commissione, il Pd dovrebbe votare a favore domani in aula, mentre il provvedimento intercetta la contrarietà del Nuovo Centrodestra. Una nuova gatta da pelare per Enrico Letta.
Se l'esito fosse stato diverso, le rogne sarebbero state tutte in casa stellata. "Per me la votazione non è valida, perché nei modi è sbagliata e nel merito scavalca la decisione dell'assemblea dei senatori" spiegava a pochi minuti dall'uscita dei risultati Luis Orellana. "Per cui domani, comunque andrà, voterò sì al nostro emendamento. Sono pronto ad affrontare un'eventuale procedura di espulsione". Periodo ipotetico inutile, visto che lo staff dalla mattina aveva messo in chiaro: "Chi non si adegua al voto della rete è fuori dal Movimento".
Giovedì sera Cioffi e Buccarella avevano proposto che si votasse, per dirimere le perplessità. E avevano preparato un testo, che non è mai uscito sul blog dell'ex comico. Questo, unito all'estemporaneità e mancanza di comunicazione del sondaggio, e al voto già acquisito della plenaria dei senatori, hanno destato più di una perplessità in larga parte dei senatori stellati. "Sono contento per l'esito, che è affine a quel che penso io nel merito - spiega Francesco Campanella - ma rimangono i problemi di metodo".
A sentire il parlamentare siciliano, non si tratta di quisquilie: "Questo modo di fare è inaccettabile - spiegava a metà pomeriggio - Presentare così la consultazione è indice che il primo pensiero non è per la norma in sé, ma per dare un segnale a chi l'aveva proposta e a noi che l'avevamo votata". Nel cortile di Palazzo Madama lo avvicinava il collega Gianluca Castaldi: "A Campane', ma che c...o hai scritto". Un largo sorriso, poi un abbraccio. "Ma in tanti non hanno apprezzato le mie parole. Ma questo modo di fare mi sembra quello dei partiti, dove arriva il capo, dice una cosa e tutti si riallineano. Questo nel migliore dei casi. Nel peggiore si tratta di una vera e propria collaborazione".
Campanella ha un destinatario preciso per le sue critiche: "Grillo non è in contraddizione con i principi del Movimento, Casaleggio invece sì. Ma lui non era un tecnico? Alla Casaleggio&associati Grillo dovrebbe limitarsi a far fare quel tipo di lavoro lì, correggere le virgole, cose così".
Orellana rincara la dose: "Questi signori dello staff escano allo scoperto, escano dall'ombra, vengano qui in Parlamento a capire come funziona un emendamento, un disegno di legge". La questione rimane sul campo, ma l'esito della votazione ha scongiurato un big bang stellare. Buccarella entra in riunione esultando, un minuto dopo la pubblicazione dei risultati. La riunione serale liquida la questione con facce rasserenate e un timido applauso. "Ha ragione chi dice che lo staff è inadeguato", ha detto Francesco Bocchino. Ma si riferiva alla mancata presentazione delle liste in Sardegna. E quella, almeno per oggi, è un'altra storia.