giovedì 16 gennaio 2014

Gianroberto Casaleggio: cosa succede se il guru sostituisce Beppe Grillo a Roma

di   - 16/01/2014 - Si prospetta una presenza fissa del milanese nella Capitale. Contatto costante con i fedelissimi e poche dichiarazioni. Così riccioli d'argento alza il tiro verso il MoVimento

Gianroberto Casaleggio: cosa succede se il guru sostituisce Beppe Grillo a Roma
Schivo come sempre, lapidario come pochi. Aveva promesso che sarebbe tornato e l’ha fatto. Casaleggio a Roma ha incontrato alcuni senatori e deputati. Già, alcuni. Perché non tutti sono stati convocati via mail. Eppure, spiegano dalla comunicazione, non si trattava di “privè”. «Chi voleva incontrarlo l’ha fatto semplicemente sapere», spiegano dallo staff. «Io non lo sapevo neanche, mi ha informato ieri un giornalista», spiega un deputato critico da sempre verso la linea milanese. Diversi cellulari non hanno trillato. Nessun senatore dissidente, nessuna pistola da risolvere: il guru si è ben tenuto lontano da quello che sembrava prospettarsi come il suo “mezzogiorno di fuoco”. E alla faccia di chi lo poneva sempre in ombra Giangi tornerà costantemente nei palazzoni di Roma. Ogni due settimane, per controllare i lavori delle commissioni e di fatto indicare una linea politica.
Beppe Grillo al Vaffaday 3 in piazza della Vittoria a Genova
IL CONSULTELLUM- «Le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale sono astratte ed evidentemente incostituzionali». Punto. Gianroberto ha dettato così il no alle offerte lanciate dal segretario Pd. In ballo resta la legge elettorale, il modello ispanico-elvetico (con dritte del deputato Toninelli) depositato sul portale e a “disposizione” dei suggerimenti degli attivisti certificati. Il disegno però non sarà mai pronto per i tempi utili. Quindi, in caso di elezioni anticipate, si andrebbe alle urne «con la legge elettorale uscita dalla Consulta»: un Porcellum epurato o meglio un Consultellum. Trattenendosi per tre quarti d’ora con i deputati della Commissione Affari Costituzionali ha gasato un po’ i suoi: «Siete gli unici ad aver presentato una proposta di legge innovativa e ben fatta». Alla destra del guru e a monitorare gli incontri c’erano i capigruppo Senato e Camera più lo staff comunicazione. Tutti attorno a lui, al primo piano di Montecitorio tra gli uffici a 5 Stelle. «Bisogna andare al voto con l’unica legge costituzionalmente sana, e in questo momento la Consulta ci ha dato gli elementi per farlo», ha spiegato Vito Crimi. E Vito avrebbe pronta la soluzione: «Il ministero degli Interni deve fornire gli strumenti per farlo. Mi spiego meglio – chiarisce il grillino – la Consulta ha parlato di provvedimenti secondari che ci consentirebbero di andare al voto con questo sistema elettorale corretto dalla sua sentenza. Ebbene, si tratta di atti amministrativi che devono essere emenati dal ministero dell’Interno».
guarda la gallery:

(Casaleggio a Roma – Foto LaPresse)
I SARDI IRRISOLTI – Solo un quarto d’ora. Per i deputati e senatori isolani Casaleggio ha dedicato 15 minuti. Così come per gli altri gruppi Commissione. E poco importa se il team composto da Nicola Bianchi, Paola Pinna, Andrea Vallascas, Roberto Cotti e Manuela Corda si è presentato con due fogli pieni di domande. «La colpa è degli attivisti che non si sono messi d’accordo», avrebbe detto il guru. «In pratica – spiega uno dei parlamentari – ha ripetuto quello che è già stato detto sul blog». Casaleggio non si è scomposto e ha sempre difeso la decisione di negare l’uso del simbolo 5 Stelle. Non correre è stata una “buona scelta” per il MoVimento. E sulle mail inviate dagli attivisti nei mesi precendenti al divieto? Si sono “perse”. Sarebbe stata questa la risposta del guru: allo staff nazionale non risultano arrivate nè segnalazioni nè richieste di primarie on-line. La “colpa” non sarebbe da imputare agli eletti a Roma ma alla litigiosità dei gruppi isolani. Nel corso dell’incontro sarebbe stato precisato come alcune scelte per la corsa al consiglio siano state fatte su un altro portale che non è quello ufficiale del MoVimento. Nicola Bianchi più tardi sul suo blog ha chiarito ancora meglio la questione. Annunciando nuovi “filtri” per le elezioni:
Purtroppo, in soli 20 minuti (tempo massimo che ci è stato dedicato), non è stato possibile dirimere tutte le questioni. Tra le risposte di rilievo, evidenziamo l’intenzione già esplicitata dallo staff, nel sintetico post pubblicato sul blog qualche giorno fa, di aprire la piattaforma nazionale, per le votazioni dei candidati, ogni qualvolta gli attivisti lo richiedano. In particolare, nei casi di presentazione di due o più liste. Casaleggio ci ha annunciato l’inserimento di nuovi “filtri” per le candidature e opportuni paletti che impediranno a personaggi controversi (iscritti alla massoneria ecc) di essere inseriti nelle liste dei candidati. Ci è stato ribadito che i portavoce nazionali non devono interferire con le suddette questioni.
e…
Abbiamo domandato come mai non si sia data risposta alle richieste degli attivisti, di votazione online sul portale e si siano privilegiate le comunicazioni informali con alcuni attivisti. Ci è stato risposto che tale richiesta, non è in realtà mai pervenuta e non è stata manifestata chiaramente e fatto intendere al contempo che le liste pervenute, non intendessero comunque trovare accordi. Su questo punto, riteniamo non sia stata fatta sufficiente chiarezza. In ultimo, non avendo la stragrande maggioranza degli attivisti, gradito la comunicazione poco esaustiva, pubblicata sul blog sul caso Sardegna, abbiamo chiesto delle precisazioni. Consci del fatto che i dissidi tra attivisti ci siano effettivamente stati e che la situazione non fosse “di semplice soluzione”, riteniamo che le responsabilità non possano essere imputabili alla sola “litigiosità” dei gruppi locali, ma anche alla mancanza di filtri opportuni e di un metodo certo che porti a certificare una lista. Abbiamo fatto presente l’urgenza di stabilire quanto prima, questo ‘metodo condiviso’, affinchè il problema non si verifichi più, nel rispetto di tanti attivisti che in questo progetto si sono spesi tantissimo, sacrificando lavoro e affetti personali.
GIROVAGHI SENZA CERTIFICAZIONE - Sono infatti diversi i meetup locali senza certificazione, e non solo in Sardegna. «Questa rischia di esser una bomba ad orologeria – spiega un deputato – è una situazione che ci portiamo avanti da quando siamo nati». Come evitare le mele marce? Come capire chi ha realmente interesse nel MoVimento? A Montecitorio non lo sa nessuno. «Quando decide Giangi lo sapremo», commenta ironico un altro dissidente. Le elezioni comunali ed europee però si avvicinano. E sul metodo di selezione nessuno sa nulla. «Ho come l’impressione – aggiunge – che non si sia voluti concorrere appositamente in Sardegna. Si sapeva mesi prima perché non intervenire? Il caso sardo credo sia l’esempio clou del fatto che il logo lo detiene solo lui». Lui, Beppe Grillo, non è sceso a Roma e chissà quando calerà dato che lo tsunami dell’impeachment è diventata l’onda di un sasso nello stagno.
NAPO E PISTOLE POSSONO ASPETTARE – L’impeachment verso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è per ora in stand by. L’argomento non è stato all’ordine del giorno durante gli incontri. «Se ne riparlerà tra un mese quando ci vedremo di nuovo», spiegano alcuni parlamentari. Un cambio di rotta mentre il guru, si precisa da Montecitorio, sarebbe in costante contatto con alcuni parlamentari, rigorosamente pasdaran. E i dissidenti? C’è davvero una diaspora in agguato? «Ci riuniamo come è nostro solito anche nei fine settimana», spiega un pentastellato “pensante”, che però assicura come non ci sia il rischio di una frattura. Semplicemente si può parlare di una “corrente” presente (tra le tante) dentro il MoVimento. Anche l’allarme “pistole” sembra rientrato. Mentre Orellana tace (e non incontra Gianroberto) Campanella è soddisfatto del coinvolgimento di Aldo Giannuli per il progetto di legge elettorale. «Ho visto il post, penso che finalmente si sia imboccata la strada giusta – ribadisce – la riforma deve ripassare dal Senato, magari quando arriverà a Palazzo Madama la nostra proposta sarà pronta. E noi cercheremo di far valere la nostra posizione. Del resto, in tutte le negoziazioni bisogna tenere conto delle posizioni di tutti i negoziatori». Il senatore non ha partecipato all’incontro con le commissioni Affari Costituzionali a causa di una “grande mole di emendamenti”. «Ho mancato l’appuntamento – spiega – ma ci sarà modo di rivedersi al Senato». Finiti i giri, a ritmo serrato, Casaleggio se ne rientra a Milano. Prima di andare via smorza due parole davanti alla stampa. Poche, come quelle dette fuori e dentro quelle stanze. Sono lontani i tempi delle affacciate in aula e le cravatte prestate all’ingresso di Palazzo Madama. Lo show cambia. Così come la strategia 5 Stelle.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...