Tensione in Campidoglio per i messaggi di Virginia Raggi su De Vito e Lombardi. Sulla sindaca potrebbe votare la Rete
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Nel bar di Palazzo Senatorio, quello dove i consiglieri capitolini vanno a rifocillarsi, un caffè tira l’altro nervosamente. I messaggi scambiati nei mesi scorsi da Virginia Raggi con i suoi fedelissimi, non certo affettuosi nei confronti di Marcello De Vito e Roberta Lombardi, agitano i grillini alla vigilia dell’interrogatorio della sindaca accusata di abuso d’ufficio e falso per la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele ora in carcere, a capo del dipartimento Turismo. Beppe Grillo, ufficialmente sul suo blog, blinda il primo cittadino: “Per Roma non esiste nessun piano b”, assicura smentendo quelle voci che vedrebbero Marcello De Vito promosso a vicesindaco. “Siamo vicini a Virginia in questo momento difficile - assicura l'house organ M5S - e la giunta ha la nostra fiducia”.
Tuttavia l’idea di sottoporre al giudizio della Rete il futuro del Campidoglio inizia a prendere quota anche tra i vertici del mondo pentastellato. È questa la battaglia portata avanti già da qualche tempo dai più ortodossi: in caso di rinvio a giudizio della Raggi chiedere agli iscritti al blog se è il caso o meno di togliere il simbolo alla sindaca di Roma. Se fino a un po’ di tempo fa né Beppe Grillo né Davide Casaleggio prendevano in considerazione questa ipotesi, rimandando il discorso a un’eventuale condanna in primo grado, adesso il vento è cambiato, complice l’avvicinarsi delle elezioni politiche e il ritorno della vicenda sul presunto dossier che un anno fa Raggi, insieme a Daniele Frongia e Enrico Stefàno, avrebbe stilato ai danni di Marcello De Vito per farlo fuori dalla ‘comuniarie’ che servivano a scegliere il candidato sindaco.
Tanto che proprio oggi ‘Affari italiani’ pubblica gli screenshot delle conversazioni di Raggi in cui, in una chat, definisce De Vito “inaffidabile come candidato sindaco” accusandolo – in sua assenza perché l’attuale presidente dell’assemblea non era stato inserito nella conversazione – di “forzare la mano per fare come vuole lui”. La Raggi sostiene di essere “stanca” e che in due anni “non è cambiato nulla”. Poi ancora, riferendosi a Roberta Lombardi, molto vicina allo stesso De Vito, dice che “non fa pace con il cervello prima di parlare”.
I toni sono questi e le prove colgono ancora una volta di sorpresa il Movimento. Nonostante tutto Alfonso Bonafede, deputato grillino chiamato a supportare, insieme al collega Riccardo Fraccaro, il lavoro della sindaca parla di un clima “sereno” in Campidoglio: “Per quel che mi riguarda vedo un buon clima e rapporti buoni in Campidoglio - assicura - anche tra Virginia e Marcello. Si lavora tutti insieme”. Le comunarie – garantisce – “non sono state condizionate” dalla vicenda sui presunti dossier. Non è escluso però che già giovedì la Procura possa fare domande nel merito alla Raggi dal momento che Lombardi ha ipotizzato un coinvolgimento di Raffaele Marra nella stesura di questo fascicolo contro De Vito. Fascicolo che gli avvocati della Raggi hanno bollato come “fantapolitica”.
A Montecitorio però pesa il fatto che elezioni politiche potrebbero essere vicine, come auspica anche il Movimento 5 Stelle che chiede al Parlamento di riunirsi “in seduta permanente” per approvare la legge elettorale venuta fuori dalla Consulta togliendo i capilista bloccati così da andare subito al voto. Alcuni ragionano però sul pericolo che le elezioni possano sovrapporsi ai guai giudiziari della Raggi. Per questo l’idea di consultare la Rete potrebbe essere la via d’uscita: tornare alle origini, far pronunciare gli iscritti e far decidere loro sul destino capitolino.
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