giovedì 2 febbraio 2017

Ah, ah, ah.....La sinistra della sinistra della sinistra che più a sinistra non si può. Questa è la fine che farà Emiliano.

L’inizio inglorioso di Sinistra Italiana, morta prima di nascere

Sinistra
Arturo Scotto, di Sinistra Italiana, durante le dichiarazioni al termine delle consultazioni con il presidente del consiglio incaricato Paolo Gentiloni, Roma, 11 dicembre 2016. ANSA/ANGELO CARCONI
Scotto non si candida e denuncia la mancanza di democrazia interna
 
Forse non si erano capiti fra loro. Forse D’Alema gli ha rovinato tutto. Forse c’è stata qualche forzatura delle regole, per usare un eufemismo. Fatto sta che Sinistra Italiana ha battuto tutti i record: nemmeno è nata (congresso a Rimini, 17-10 febbraio, finora confermato) è già è praticamente morta.
L’operazione iniziata un anno fa sulle ceneri della Sel vendoliana con l’ingresso dei fuoriusciti del Pd Fassina e D’Attorre rischia seriamente di finire in un disastro. Persino fra polemiche e veleni.
La notizia di oggi è quella del ritiro di Arturo Scotto, capogruppo di Si alla camera, dalla corsa per la segreteria, in opposizione a Nicola Fratoianni. I due hanno linee diverse, più aperto il primo al confronto con Pisapia e con altre aree critiche del renzismo (compresa la sinistra pd), più chiuso in una trincea di opposizione il secondo. La conta era inevitabile.
Fatto sta che a quanto pare le cose non hanno funzionato secondo le regole: “Si impedisce di fatto che gli iscritti decidano, disconoscendo il principio sempre evocato di ‘una testa, un voto’, negando le assemblee nei territori e avvelenando i pozzi sulla regolarità del tesseramento, peraltro validato dalla commissione congressuale. Fino a far circolare accuse dirette e indirette nei confronti di parlamentari, amministratori e dirigenti territoriali. Non proprio un contributo alla distensione del clima. Mi auguro che qualcuno si senta in dovere, prima o poi, di chiedere scusa”, denuncia Scotto in un post su Huffington Post.
E’ un’accusa pesante e davvero inaspettata, per un un partito di sinistra che si sta fondando.
Sullo sfondo c’è ovviamente una questione politica. La scesa in campo di Massimo D’Alemacalamita l’attenzione di Scotto e di fatto “sterilizza” il senso originario di SI come partito di sinistra che vuole condizionare la politica del Pd. Da questo punto di vista, l’opzione isolazionista,”pura e dura” e neo-bertinottiana di Fratoianni sembra restare come l’unica linea in campo.
Non è chiaro se dopo questa valanga di accuse, che tinvestono la cosa più delicata per un partito di sinistra – il rispetto delle regole – Scotto parteciperà al congresso di Rimini. Non è scontato, tanto più che lo stesso capogruppo ha convocato una “sua” assemblea per il 12 febbraio: il segno di un sostanziale auto-allontanamento dal partito nascente.
Sembra dunque finire ancora prima di cominciare l’avventura del partito post-vendoliano come nuovo soggetto della sinistra capace di influire il corso politico. Il rischio è quello della chiusura identitaria, fuori dai giochi. Con in più il sospetto infamante del mancato rispetto delle regole.

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