martedì 13 settembre 2016

Ma i grillini non avevano realizzato la democrazia diretta?

Più partito meno movimento. Grillo prova una nuova ricetta

M5S
Beppe Grillo durante la prima del Tour Grillo VS Grillo all'auditorium Lingotto di Torino, 8 aprile 2016. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Allo stato attuale a passare dalla Rete è solo la comunicazione della nuova linea pentastellata. Il ‘direttorio’ allarga i propri confini: una sorta di compromesso, messo in campo anche per placare le tensioni interne
 
Più partito e meno movimento. Sembra essere questa la nuova ricetta del M5S per far fronte alle difficoltà emerse con la vicenda di Roma e del sindaco Virginia Raggi politicamente paralizzata da oltre 90 giorni dalla sua elezione e incapace persino di completare la giunta.
Insomma Beppe Grillo scopre l”acqua calda: per governare non bastano i vaffa, la trasparenza si è dimostrata un boomerang che riesce a colpire chi l’ha lanciato e anche la democrazia diretta rimane di fatto solo un proposito difficile da attuare.
A passare dalla Rete è solo la comunicazione della nuova linea pentastellata. Il Direttorio si allargherà di numero: una sorta di compromesso, messo in campo anche per placare le tensioni interne.
Grillo in un post annuncia una serie di novità sul piano organizzativo: “In futuro continueremo a evolvere, ad allargare di conseguenza la struttura di coordinamento e a potenziare gli strumenti di democrazia diretta”, scrive. E le sue appaiono parole proiettate in prospettiva ma comunque sono il segno di un cambio di passo che è già in corso. Grillo difende i cinque parlamentari del Direttorio quando dice che “si confrontano regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del Movimento 5 Stelle”. Quindi nessun  azzeramento dell’organismo politico-strategico dei 5 Stelle ma “solo” un allargamento del recinto: che potrebbe voler significare un
Ma tradotto vuol dire: sarà ampliato il Direttorio, composto dai cinque deputati Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. E saranno irrobustiti anche gli altri “organismi”: il gruppo dei responsabili delle funzioni della piattaforma Rousseau e la squadra di supporto ai comuni.
Insomma il leader nonostante abbia più volte dichiarato di essere un po’ “stanchino” e di voler “fare un passo di lato” riprende in mano le redini del Movimento.
I senatori pentastellati che ieri si sono riuniti per ben 6 ore sollecitano “cambiamenti futuri nella gestione del movimento” chiedendo di “avere più voce in capitolo”. Anche dal punto di vista della comunicazione. Si comincia già da oggi con la presenza di numerosi parlamentari a 5 Stelle nel talk tv: da Di Maio a Politics a Di Battista a Ottoemezzo. Ma in futuro non mancheranno anche i volti ‘nuovi’. Ad esempio quelli di diversi senatori che reclamano una visibilità più netta rispetto al lavoro che stanno portando avanti nelle Commissioni e in Aula.
Sul web intanto sono in molti a criticare e chiedere lumi del cambio: c’è chi rammenta l’impegno, non ancora mantenuto, di modificare il Non Statuto e il Regolamento del Movimento, che avrebbero dovuto votare gli iscritti entro il 25 settembre (tra due settimane): “Il 21 luglio scorso noi iscritti certificati dovevamo iniziare le votazioni per la conferma delle modifiche di aggiornamento al Non Statuto e al Regolamento del M5s. Da allora, nessuna notizia. Si può sapere qualcosa in merito?”, chiede qualcuno.
Inoltre dai Cinquestelle trapela anche una certa insofferenza per come Raggi ha attaccato i giornalisti ieri, con tanto di video postato sui social. “Raggi dovrebbe pensare ad avviare la macchina amministrativa, a ‘partire’ finalmente, invece che preoccuparsi della stampa”, osserva qualcuno nel Movimento.

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