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STAVO per scrivere un’Amaca contro l’intervento arrogante dell’ambasciatore Usa quando ho letto, tutte in fila, le reazioni della politica italiana. Si va da Di Maio che paragona Renzi a Pinochet (uno che ha fatto torturare e uccidere migliaia di persone), a Salvini che dice che a votare Sì saranno solo massoni, banchieri e poteri forti (quali?! ce li dicano una buona volta, con nomi e cognomi!) e invoca Trump, al fascista Gasparri che inneggia a Putin (viva il Kgb!) contro Obama, a Brunetta che esige l’intervento del Quirinale. L’unica reazione che riesce a essere polemica rimanendo nei termini della logica è quella di Bersani, che dio ce lo conservi nei secoli.

Il mio problema è questo, e mi sento in dovere di riportarlo ai lettori con la massima sincerità: dopo una vita a tifare per l’opposizione e a diffidare dei governanti, il livello della presente opposizione italiana mi fa sentire pericolosamente incline a sorvolare sulle colpe del governo (che sono tante). Piuttosto che essere governato da uno come Di Maio, che non sa niente ma se la tira come se sapesse tutto, sopporto, anche se non la supporto, Maria Elena Boschi.

Bisognerebbe — lo so — tendere sempre al meglio e non al meno peggio. Ma ho ancora l’età per rifiutare
con tutte le mie forze il peggio (Salvini, Gasparri); e non ho più l’età, scusate tanto, per credere che il meglio abbia le forme ridicole e assurde del “web che governa”, e in attesa di farlo confonde (Di Maio) il Cile con il Venezuela. E studiare un po’?