Roma, rifiuti connection, ventidue indagati
Oltre all’assessora Paola Muraro e al ras delle discariche Manlio Cerroni, ci sono anche funzionari di Regione e Provincia. Per la titolare dell'Ambiente e tre dirigenti Ama i pm ipotizzano la violazione dei reati ambientali
Una maxi inchiesta che raccoglie diversi fascicoli e che coinvolge dal ras dei rifiuti Manlio Cerroni, e alcuni uomini che lavorano per lui, ad alcuni funzionari della Regione e della Provincia, oltre che a dirigenti della municipalizzata dei rifiuti Ama e all’assessora all’Ambiente del Campidoglio Paola Muraro. Sono 22 gli indagati a vario titolo nell’inchiesta rifiuti della procura di Roma.
Gli impianti. L’indagine, o meglio le indagini, riguardano i diversi impianti nel quale viene conferita la monnezza prodotta dai cittadini romani. Il filone nel quale Muraro risaluta indagata, insieme ad altri tre dirigenti Ama, per violazione dei reati ambientali, in particolare per l’articolo 256 del testo unico sull’ambiente che riguarda la gestione non autorizzata dei rifiuti, è quello relativo ai presunti illeciti compiuti negli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti Ama (i Tmb) di via di Rocca Cencia e di via Salaria.
La referente. In quelle strutture Muraro, per diversi anni, è stata referente Ippc: ovvero aveva il compito, tra gli altri, di controllare il tipo di rifiuto in entrata e in uscita dagli impianti e la qualità del trattamento degli stessi. L’ipotesi della procura è che i Tmb Ama non abbiano funzionato a norma, producendo, alla fine del trattamento dei rifiuti, scarti di qualità difforme rispetto a quanto stabilito nelle autorizzazioni integrate ambientali (Aia). Non solo. Per gli inquirenti i Tmb non avrebbero lavorato la quantità di spazzatura stabilita ma una quantità inferiore.
Le relazioni tecniche. La scorsa settimana i carabinieri del Noe hanno acquisito in via Calderon de La Barca due relazioni tecniche sui Tmb, che avevano portato alla luce criticità e carenze negli impianti della municipalizzata. Impianti, realizzati dalla stessa ditta che ha costruito quelli di Malagrotta, di proprietà di Cerroni (la Sorain Cecchini), e che rispetto a quelli del ras dei rifiuti avrebbero funzionato meno. Gli accertamenti degli inquirenti sono mirati a capire perchè gli impianti pubblici abbiano lavorato non in modo ottimale e, soprattutto, se nella gestione dei rifiuti degli ultimi anni in Ama, qualcuno abbia scelto di avvantaggiare illegittimamente il ras dei rifiuti Manlio Cerroni.
Associazione per delinquere. L’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode e truffa che vede al centro il tritovagliatore di Rocca Cencia, in cui risulta indagato Cerroni, si muove proprio in questa direzione. L’impianto, autorizzato nel 2013 attraverso una serie di determine della Provincia, è di proprietà del ras dei rifiuti, ma dato in affitto dallo scorso maggio all’imprenditore Gino Porcarelli. Lo scorso marzo l’ex dg di Ama Daniele Fortini vi aveva definitivamente bloccato il conferimento dei rifiuti, in virtù di una tariffa di 175 euro a tonnellata ritenuta troppo alta, frutto di un contratto firmato nel 2013 da Cerroni con l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon, oggi imputato in Mafia Capitale.
Il blitz. L’assessora Muraro a fine luglio,
per liberare Roma dall’emergenza rifiuti, aveva messo in atto un blitz in Ama in diretta internet, chiedendo a Fortini di riportare l’immondizia nell’impianto di Cerroni. Al blitz era preceduta una lettera indirizzata alla municipalizzata dallo stesso contenuto. E una serie di incontri con i rappresentanti del Colari. Tali fatti e tali atti, ora, dovranno essere messi in ordine dagli inquirenti, per capire se, e in che modo, possano aver portato vantaggio al ras dei rifiuti.
Gli impianti. L’indagine, o meglio le indagini, riguardano i diversi impianti nel quale viene conferita la monnezza prodotta dai cittadini romani. Il filone nel quale Muraro risaluta indagata, insieme ad altri tre dirigenti Ama, per violazione dei reati ambientali, in particolare per l’articolo 256 del testo unico sull’ambiente che riguarda la gestione non autorizzata dei rifiuti, è quello relativo ai presunti illeciti compiuti negli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti Ama (i Tmb) di via di Rocca Cencia e di via Salaria.
La referente. In quelle strutture Muraro, per diversi anni, è stata referente Ippc: ovvero aveva il compito, tra gli altri, di controllare il tipo di rifiuto in entrata e in uscita dagli impianti e la qualità del trattamento degli stessi. L’ipotesi della procura è che i Tmb Ama non abbiano funzionato a norma, producendo, alla fine del trattamento dei rifiuti, scarti di qualità difforme rispetto a quanto stabilito nelle autorizzazioni integrate ambientali (Aia). Non solo. Per gli inquirenti i Tmb non avrebbero lavorato la quantità di spazzatura stabilita ma una quantità inferiore.
Le relazioni tecniche. La scorsa settimana i carabinieri del Noe hanno acquisito in via Calderon de La Barca due relazioni tecniche sui Tmb, che avevano portato alla luce criticità e carenze negli impianti della municipalizzata. Impianti, realizzati dalla stessa ditta che ha costruito quelli di Malagrotta, di proprietà di Cerroni (la Sorain Cecchini), e che rispetto a quelli del ras dei rifiuti avrebbero funzionato meno. Gli accertamenti degli inquirenti sono mirati a capire perchè gli impianti pubblici abbiano lavorato non in modo ottimale e, soprattutto, se nella gestione dei rifiuti degli ultimi anni in Ama, qualcuno abbia scelto di avvantaggiare illegittimamente il ras dei rifiuti Manlio Cerroni.
Associazione per delinquere. L’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode e truffa che vede al centro il tritovagliatore di Rocca Cencia, in cui risulta indagato Cerroni, si muove proprio in questa direzione. L’impianto, autorizzato nel 2013 attraverso una serie di determine della Provincia, è di proprietà del ras dei rifiuti, ma dato in affitto dallo scorso maggio all’imprenditore Gino Porcarelli. Lo scorso marzo l’ex dg di Ama Daniele Fortini vi aveva definitivamente bloccato il conferimento dei rifiuti, in virtù di una tariffa di 175 euro a tonnellata ritenuta troppo alta, frutto di un contratto firmato nel 2013 da Cerroni con l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon, oggi imputato in Mafia Capitale.
Il blitz. L’assessora Muraro a fine luglio,
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