Se Salvini può parlare è grazie a uomini come Ciampi
Rileggere il Diario dell’ex Presidente sulle sue gesta nel 1943
Oggi nella nostra avanzata democrazia, davvero all’avanguardia, si può dire tutto a tutti e addirittura offendere la memoria. E tutto questo grazie al progresso. Si può condividere tutto con tutti grazie ai social network. Eppure sicuramente vale la pena ricordare, innanzitutto a Matteo Salvini, che se oggi questo è possibile è grazie al sacrificio spesso drammatico di gente come Carlo Azeglio Ciampi.
Ecco un pezzo del suo Diario giovanile che alternava tra studi, Resistenza e grandi ideali.
Si narra di un tragitto che nel 1943 percorsero migliaia di prigionieri alleati, partigiani e antifascisti, militari italiani che volevano raggiungere l’ottava armata al comando del generale Montgomery.
Da Sulmona giungeva a Casoli, valicando la Majella, una traversata difficile e pericolosa: “Si progredisce molto lentamente in alcuni punti, dovendo camminare quasi a quattro gambe perché i soli piedi non fanno presa (specie io che non ho i chiodi) (…) Qualcuno comincia a scoppiare, cerco di aiutare insieme ad un altro un prigioniero che non ce la fa più: avvertiamo Alberto, ma questo dice che non può rallentare la marcia in quanto che si deve giungere al Guado di Coccia prima dell’alba, pena la sicurezza della spedizione (…) Alle quattro ormai del 25 marzo siamo al Guado”.
L’itinerario, passando per Taranta Peligna, condusse infine i sopravvissuti a Casoli. Il gruppo, che perse una decina di componenti, stremati dal freddo e dalla fatica, incontrò per primo i Patrioti della Brigata Maiella.
Ciampi riuscì quindi ad arrivare a Bari, dove consegnò a Tommaso Fiore il testo manoscritto del «catechismo liberalsocialista del Partito d’azione» datogli da Guido Calogero, si arruolò nel rifondato esercito italiano e si iscrisse al Partito d’Azione.
Il diario personale sulla traversata fu donato da Ciampi stesso al liceo scientifico di Sulmona, in occasione di una sua visita per l’inaugurazione de “Il sentiero della libertà”. E pensare che su certe personalità e certe storie basterebbe contare, anche solo fino tre, per evitare di cadere dalle stelle alle stalle!
(nella foto: Carlo Azeglio Ciampi insignisce Giorgio Bocca)
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