Impermeabile alla bufera che gli si è scatenata addosso, sordo a tutte le polemiche che a cadenza ormai quotidiana mettono in discussione il suo ruolo in Campidoglio, il neo-capo delle Risorse umane Raffaele Marra va dritto per la sua strada. E così, dopo aver sbloccato il controverso concorsone dei vigili urbani, bandito nel 2010 dall'amministrazione Alemanno di cui lui era dirigente di punta, ieri ha firmato un altro provvedimento destinato a far discutere. E ad alimentare più d'un sospetto.

Nel giorno in cui Roberta Lombardi, fra le più acerrime avversarie di Virginia Raggi, spara a palle incatenate contro di lui - "Qualcuno si è autodefinito "lo spermatozoo che ha fecondato il Movimento". Io penso che la definizione esatta sia "il virus che ha infettato il Movimento". Ora sta a noi dimostrare di avere gli anticorpi ", ha scritto a mezzogiorno la deputata grillina su Facebook - il direttore del Personale capitolino ha avviato la selezione per il "Conferimento dell'incarico di comandante del Corpo di Polizia locale di Roma Capitale". Un'iniziativa che ha spiazzato tutti, in particolare i sindacati, dal momento che la poltrona è occupata (almeno fino al 31 ottobre) da Diego Porta, promosso al vertice dei caschi bianchi dopo la cacciata di Raffaele Clemente.

Un bando interno, notificato per lettera a tutti i dirigenti dei vigili e, per conoscenza, alla sindaca, al segretario generale e alle organizzazioni sindacali, in cui "si comunica che si intende dar corso a una procedura di interpello " per il posto in questione. Alla quale potranno partecipare tutti i dirigenti della polizia locale "con anzianità di almeno tre anni di effettivo esercizio delle funzioni": chi "intende candidarsi" dovrà farlo sapere al Dipartimento "entro e non oltre le ore 15 del 29 settembre, a pena di irricevibilità ". La cosa strana, però, è che non sono fissati requisiti, non ci sono titoli preferenziali, né parametri di sorta: basta inviare il proprio curriculum e i carichi pendenti, che provino cioè l'assenza di procedimenti penali o disciplinari in corso.

Criteri talmente vaghi da offrire una enorme discrezionalità a chi dovrà poi procedere all'individuazione del nuovo capo di Piazza della Consolazione. Tanto più che la comunicazione si chiude con un'avvertenza, utile a lasciare comunque mano libera a Virginia Raggi: "L'interpello in argomento ha natura esplorativa e non comparativa, né dà adito a procedura concorsuale", scrive infatti Marra alla fine del documento, "e la nomina del comandante è rimessa", in base al Regolamento sul funzionamento degli uffici capitolini, "alla sindaca, alla quale riferisce".

Della serie: se troviamo uno che ci va bene, andiamo avanti. Altrimenti la prima cittadina farà come le pare, visto che questa nomina rientra nelle sue prerogative. Un modus operandi che, per i sindacati, puzza di bruciato lontano un miglio. Nessuno vuole esporsi, almeno per il momento, per non mettersi contro un pezzo da 90 come Marra, che - racconta Radio Campidoglio - non ha perso neppure un briciolo
 del suo potere dentro il palazzo. Continuando anzi a conservare un forte ascendente sull'avvocata dei Cinquestelle.

Ma i dubbi restano. E raccontano di un potenziale conflitto di interessi dell'ex vice capo di gabinetto. Il quale, tramite il bando interno, potrebbe voler lanciare la volata al fratello Renato Marra, attuale dirigente del IV gruppo. E incoronarlo nuovo comandante della polizia locale di Roma capitale.