sabato 2 luglio 2016

Le Lega Nord è il partito che, grazie al suo segretario Salvini ed al capo gruppo al senato Centinaio ha querelato Rubiconto. In tribunale dimostreremo che la casta usa le denunce per intimidire i cittadini senza immunità parlamentare.

Lega corrotta, sanità infetta

Tangenti, società occulte, appalti pilotati, consulenze d’oro: ecco i verbali dei leghisti lombardi arrestati per corruzione, che imbarazzano anche il governatore Roberto Maroni

Lega corrotta, sanità infetta
Roberto Maroni e, sullo sfondo, Fabio Rizzi
«La fattura che mi mostrate è quella pagata dall’imprenditrice Canegrati per supportare la mia campagna elettorale... perché mi ha individuato come un paladino dell’odontoiatria». E' il passaggio cruciale di un lungo interrogatorio di Fabio Rizzi, già senatore leghista e poi braccio destro di Roberto Maroni in Regione Lombardia: con quelle parole il politico, arrestato nel febbraio scorso per corruzione e altri reati, ha ammesso di aver ricevuto una tangente di 20 mila euro dall'imprenditrice Maria Paola Canegrati, la regina lombarda dell'odontoiatria. Soldi utilizzati per pagare «i gadget elettorali con il logo della Lega Nord per le regionali del 2013».

A rivelarlo è L'Espresso, che nel numero in edicola da venerdì 1 luglio e già online su Espresso+ pubblica i verbali degli interrogatori in carcere, finora inediti, di tutti i principali imputati nell'inchiesta della procura di Monza sulla corruzione nella sanità lombarda. Il politico varesotto e il capo del suo staff, Mario Longo, hanno anche ammesso che erano «soci occulti» dell’imprenditrice Canegrati, in due aziende sanitarie chiamate Spectre e Sytcenter, cioè i veri titolari delle azioni intestate sulla carta alle loro conviventi. Oltre agli utili, scrive sempre il settimanale, i due esponenti leghisti hanno così incassato anche consulenze di comodo, sempre dietro lo schermo delle compagne: almeno 63 mila euro per Rizzi, altri 147 mila per Longo.

ESPRESSO+ LEGGI L'INCHIESTA INTEGRALE 

La Procura di Monza ha contestato a Longo e Rizzi anche altre presunte tangenti. Nei verbali dell'imprenditrice Canegrati, inoltre, compaiono i nomi di vari direttori e funzionari delle strutture sanitarie lombarde, accusati di aver intascato soldi e regali in cambio di appalti o per omettere i controlli.

Dopo questi interrogatori, scrive ancora l'Espresso, tutti gli imputati principali hanno chiesto il patteggiamento. Maria Paola Canegrati ha fatto istanza per una condanna a quattro anni e due mesi, con risarcimento immediato di 300 mila euro; Rizzi, dopo essersi dimesso, ha concordato una pena di due anni e mezzo rimborsando 71.500 euro; Longo ne restituirà altri 182 mila con una condanna a due anni e otto mesi. Ma il conto finale dei danni lo farà la Corte dei conti, che ha già chiesto agli indagati altri quattro milioni.

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Roberto Maroni non è coinvolto nell’inchiesta di Monza, ma i verbali dei leghisti arrestati contengono passaggi imbarazzanti anche per il governatore lombardo. Rizzi, in particolare, ha ammesso di aver raccomandato Longo e un altro amico leghista per farli assumere nella società regionale Eupolis. «Gli incarichi in Eupolis sono stati dati a Longo e Caronno – ha dichiarato Rizzi, incalzato dalle intercettazioni dei carabinieri – grazie al fatto che io li ho segnalati a Gibelli, che a sua volta ha interceduto con Eupolis». Il governatore Maroni è imputato a Milano, in un diverso processo, di aver fatto assumere proprio a Eupolis una protetta, Mara Carluccio, attraverso lo stesso Andrea Gibelli, allora segretario generale della Regione. Un’eventuale condanna obbligherebbe Maroni a dimettersi in forza delle legge Severino.

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