lunedì 27 giugno 2016

La Brexit porta guai in casa M5S. Il web contro le giravolte di Grillo

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Critiche dalla base per le giravolte di Grillo. Qual è la vera linea grillina sull’Europa?
 
La Brexit non solo sta facendo fare le giravolte a Grillo. Ma ha incendiato la base 5 Stelle. E a ben vedere, la seconda è figlia della prima. Da 48 ore il blog beppegrillo.it è invaso da commenti durissimi la cui sostanza è la seguente: basta con il passo avanti e il passo di lato nei confronti dell’Europa e dell’euro; il Movimento ha voluto l’alleanza con l’Ukip di Farage in nome del nazionalismo e non accetta passi indietro “ora che vi siete presi le poltrone a Strasburgo”. E sarebbe l’ora che fosse presa “una posizione chiara anche sull’immigrazione”.
Prima di mettere in fila i fatti delle ultime 48 ore, occorre dire che fino un mese fa non c’erano dubbi sulle intenzioni del M5S rispetto alle Ue. Un concetto chiaro e diretto: «Fuori dalla dittatura di questa Europa». Succede però che il 23 sera l’eurodeputato David Borrelli, 45 anni, informatico trevigiano è ospite della maratona di Enrico Mentana su La 7 e rivela in diretta un punto di vista diverso: il Movimento vuole “convintamente riformare l’Europa da dentro”, perché se così non fosse stato non avrebbe nemmeno presentato candidature alle elezioni del 2014 dove è stato il secondo partito più votato. 
I gestori del blog, che sono gli gnomi informatici di Davide Casaleggio, hanno subito riproposto il video di Borrelli titolandolo “Brexit, cosa succede adesso (spiegato bene)”. Senza rendersi conto però di quanto quel post potesse mandare in bestia quanti vogliono il M5S solo nelle versione Vaffa! E #fuoridatutto. I giornali la mattina dopo – il 24 – hanno preso nota del cambiamento e della chiarezza con cui era stato esplicitato. 
Ma nella chat si sono subito accumulati centinaia di commenti per la gran parte gonfi di rabbia e indignazione per quel concetto grillescamente inaudito della «riforma da dentro» di una istituzione odiata come l’Unione Europea. Ne riportiamo qualcuno. Il più educato, di Roberto Davoli, si limita a far notare che «nonostante i commenti dei parlamentari Cinquestelle, il Movimento rispetterà sempre la volontà dei cittadini, perché senza la democrazia diretta il M5S perderebbe la sua anima e sarebbe destinato a cadere rapidamente nell’oblìo».
Ma la stragrande maggioranza ci va giù pesante. Renato O. fa notare che «i vertici farebbero bene a tenere presente il pensiero di tanti iscritti che sono intervenuti sul blog per esprimere il loro dissenso. Chi vi aveva votato, vi aveva dato un mandato chiaro, che voi avete finora rispettato aderendo al gruppo di Farage (di cui Borrelli è copresidente con il leader dell’Ukip ndr). Spero che non cambierete casacca prima delle prossime elezioni, come qualcuno già auspica». 
Fabrizia T. è furiosa: «Ho ascoltato con attenzione Borrelli. Risultato: la mia rabbia è cresciuta mano a mano che lui parlava. Innanzitutto vorrei sapere chi è questo signore, chi lo ha scelto per rappresentare il M5S in tv, chi l’ha imbeccato con questa novità che il Movimento vuole restare in Europa, se ha parlato a titolo personale o se ha rappresentato una linea ufficiale. Nel qual caso vorrei sapere quando lo abbiamo deciso». 
Davide Battini: «In Italia nessun inciucio o compromesso con partiti e lobbaroli, mentre mi sembra di capire che in Europa siete pronti ai compromessi con tutti pur di fare qualcosa». È un crescendo di proteste. «Ancora non avete capito che dovete rendere conto agli iscritti e agli elettori del M5S dell’opportunistico cambio di rotta che vi ha fatto modificare il criticatissimo punto 10 nel post pre-referendum? Se non l’onestà, abbiate la dignità per rispondere ai cittadini che vi pagano laute prebende, almeno per dare a vedere che non vi hanno ancora corrotto» (Giuseppe Centrone). 
È qui e la affiora la voglia dei militanti intenzionati a bunkerizzarsi alla Salvini: «La nostra Marina prende gli immigrati a 20 miglia dalla Libia e li portiamo a casa nostra. (…) Prima di essere europei vogliamo essere italiani con le nostre usanze e i nostri profumi. Via questi burocrati» (Giuseppe Alessandrino). 
Si finisce con le previsioni politicamente più fosche per il Movimento: «Mi auguro non facciate la fine della Lega che quando è riuscita a prendere le comode sedie ha sfruttato economicamente la posizione acquisita» (Andrea G.). 
Ovvio che, dopo questa rivolta della base, il blog di Grillo sia corso a ritrattare quanto aveva pubblicato 24 ore prima sostenendo la raccolta di firme per il referendum (vietato dalla Costituzione). E il post che proponeva il video con Borrelli è stato cancellato dal homepage ieri pomeriggio. È rimasto solo un misero titolino. Forse la «rivoluzione gentile» di Raggi e Appendino comincia a destare sospetti? Ma soprattutto: qual è la linea grillina sull’Europa? Intanto a Strasburgo i 17 eletti sono rimasti orfani del gruppo. Vittime della Brexit che ha fatto fuori l’Ukip di Farage.

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