25 giugno 2016
Raffaele Clemente prima vittima della restaurazione. 5 motivi per cui è folle averlo cacciato
Qui di seguito la lettera con cui Raffaele Clemente rassegna le sue dimissioni, non respinte dal sindaco Raggi che anzi ha nominato ad interim il vicecomandante, dal Corpo della Polizia Locale di Roma. Dopo le sue parole le nostre riflessioni sintetizzate in 5 punti. 5 punti che vogliono riflettere sul perché questa sia una scelta sbagliata da parte dell'amministrazione.
1. TEMPISTICHE
E' semplicemente folle aprire un fronte come questo nel momento in cui il sindaco e il suo staff hanno dimostrato, in mesi e mesi, di non riuscire a mettere neppure insieme i nomi della Giunta che rischia di essere una accozzaglia di personaggi altamente dannosi per la città. Forse, pur volendo sostituire Clemente, lo si poteva prorogare per sei mesi o per un anno e poi, superati gli scogli più complicati attualmente all'orizzonta, procedere ad una scelta oculata. E invece la si butta in caciara a quattro giorni dal voto.
2. CLIENTELE
La nomina interna è un errore. Un errore verso il quale si sta tendendo. Un errore che è frutto di imbarazzanti accordi pre-elettorali con la parte più squallida del corpo che ora passano all'incasso. Le mani di chi vuole che tutto torni come prima e che l'esperienza per certi versi 'marziana' di Clemente. Il corpo dei Vigili Urbani di Roma è una istituzione molto particolare che, in questa fase, richiede una guida esterna alle dinamiche del corpo stesso, una persona che viva alcune assurdità come assurdità e non come normalità. Una persona che punti pian piano a modificare, non a giustificare, il corpo di polizia urbana più inefficace e corrotto d'Europa. Una persona che non debba favori a nessuno, che non sia ricattabile da nessuno. Ecco perché nel 2013 facemmo tanti articoli e tanta attività sui social per chiedere che il comandante fosse assolutamente esterno al corpo. Alla fine Marino si convinse e operò in quel modo. Un modo innovativo e in netta discontinuità col passato: ora la restaurazione.
3. CONTRADDIZIONI
Le azioni che hanno caratterizzato la gestione di Raffaele Clemente sono le stesse azioni che, nel loro programma, i Cinque Stelle dichiarano di voler perseguire e rinforzare. In particolare IoSegnalo e Street Control, ma ancora prima, nel dicembre del 2013, con la mitica apertura del profilo Twitter che cambiò completamente le carte in tavola. Speriamo che lo facciano davvero, ma cacciare in maniera brutale l'inventore di queste autentiche rivoluzioni che dopo decenni di umiliazione ci hanno messo al passo con le altre grandi città occidentali è una contraddizione in termini. Raffaele Clemente ha perseguito onestà, lotta alla corruzione e soprattutto trasparenza. Sono i temi del movimento grillino. E infatti è stato fatto fuori. Lui per primo. In piena contraddizione. Vediamo se il prossimo comandante sarà più "grillino" di quanto non lo sia stato Clemente, ma abbiamo i nostri dubbi. La contraddizione tuttavia resta enorme: cosa ti aspetteresti da un governo grillino? Innovazione, cambio di passo, prassi totalmente diverse dal solito. Per scegliere un capo dei vigili ti aspetteresti una grande call, magari internazionale, per individuare delle figure davvero nuove, dirompenti, spiazzanti. E invece no, invece in questo Movimento 5 Stelle alla romana si rimesta nel torbido, si contentano i sindacati, si fanno bracci di ferro tra le correnti, ci si muove come in una giunta Carraro qualsiasi spernacchiando gli elettori che hanno chiesto di fare la rivoluzione. Tutti si possono sostituire intendiamoci, persino Clemente, ma devi fare molto meglio di chi c'era prima, non fare peggio e tornare indietro. E contano moltissimo le modalità con cui lo fai. Perché questa storia fa da precedente a tutte le prossime nomine.
4. RESTAURAZIONE
Ora le grinfie della parte peggiore del corpo, specie quella parte afferente ai sindacati maggiori, saranno particolarmente affilate. Sperando di sbagliare affermiamo che ci si prospetta una lunga restaurazione di stampo alemanniano: volemose bene, potere totale ai peggio sindacati non importa se di destra, di centro o di sinistra purché non si indispettiscano i cittadini (molto infastiditi dai nuovi strumenti tecnologici). E guai a fare le rotazioni così come chieste da Raffaele Cantone mica da Roma fa Schifo, sia mai che si combatta per una volta davvero la corruzione. Poi rischi di perdere voti...
5. POPULISMO
Non è ovviamente una mossa in favore della città. E' una mossa per mantenere il consenso e per accrescerlo innestandosi in tutti i gangli di potere della città in modo tale da assicurare, a ottobre, che centinaia di migliaia di cittadini romani siano tranquillizzati e contenti e votino compatti NO al referendum sulle riforme. Non si fanno scelte per il bene della città e per salvarla dal baratro, si fanno scelte per spianare il più possibile la strada alla premiership di Luigi Di Maio. Questo sarà il leit motiv e - se non si interromperà - lo smaschereremo giorno dopo giorno e ne sottolineeremo con scrupolo i danni che comporterà alla vita di tutti noi.
Con la proclamazione del Sindaco eletto termina il mio incarico di Comandante Generale della Polizia Locale di Roma Capitale.È stato un ciclo professionale impegnativo ed affascinante che ha coinciso con un profondo cambiamento nella vita civile ed istituzionale di Roma.L'emergere di un esteso sistema corruttivo ha costretto tutti, istituzioni, forze politiche e semplici cittadini, a fare uno sforzo importante, a reagire.Se quindi la questione morale si apriva, si imponeva alle istituzioni, a tutte, e quindi anche alla Polizia Locale, di "fare qualcosa"; come diceva Giovanni Falcone.Per questo motivo l'amministrazione ha scelto di dotarsi di un piano anticorruzione che prevedesse un piano di rotazione territoriale.Queste misure sono state fortemente dibattute, contestate, discusse in giudizio davanti all'Autorità Nazionale Anticorruzione ed in sede di confronto sindacale, ma oggi sono parte integrante delle opzioni che Roma Capitale o altre amministrazioni, volendo, potranno praticare in maniera più o meno decisa.Durante questo periodo ho imparato a conoscere l'impegno, la preparazione e l'entusiasmo di tantissimi vigili, poliziotti locali, formidabilmente preparati e la rassegnazione, la passività o peggio di pochi altri.Ho apprezzato la costanza, spesso lo spirito di sacrificio ed a volte il fisico coraggio di tantissimi vigili ed ho passato con loro per strada ore che non dimenticherò mai.Per questo li abbraccio tutti.Ho avviato un dialogo anche diretto con la cittadinanza cercando di riavviare un rapporto che a volte sembra bloccato ed a tratti pregiudizialmente ostile.Per questo motivo la Polizia Locale ha cercato ostinatamente il dialogo con la cittadinanza, scegliendo di aprirsi ai Social Media ed avviando un nuovo sistema di segnalazione digitale che puntasse al massimo grado di trasparenza ed efficacia. Nella stessa direzione va la scelta di innovare tecnologicamente l'operatività della Polizia Locale.Se oggi ogni vigile su strada può utilizzare un palmare o una telecamera digitale e non un novecentesco blocchetto cartaceo è perché il team informatico e logistico ha reso concreta questa mia indicazione . È ovvio che molte sono le difficoltà che incontra e che incontrerà questo Corpo di polizia ma proprio per questo da poliziotto mi sento di ricordare ancora le parole di Giovanni Falcone:" Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto".
Raffaele Clemente
1. TEMPISTICHE
E' semplicemente folle aprire un fronte come questo nel momento in cui il sindaco e il suo staff hanno dimostrato, in mesi e mesi, di non riuscire a mettere neppure insieme i nomi della Giunta che rischia di essere una accozzaglia di personaggi altamente dannosi per la città. Forse, pur volendo sostituire Clemente, lo si poteva prorogare per sei mesi o per un anno e poi, superati gli scogli più complicati attualmente all'orizzonta, procedere ad una scelta oculata. E invece la si butta in caciara a quattro giorni dal voto.
2. CLIENTELE
La nomina interna è un errore. Un errore verso il quale si sta tendendo. Un errore che è frutto di imbarazzanti accordi pre-elettorali con la parte più squallida del corpo che ora passano all'incasso. Le mani di chi vuole che tutto torni come prima e che l'esperienza per certi versi 'marziana' di Clemente. Il corpo dei Vigili Urbani di Roma è una istituzione molto particolare che, in questa fase, richiede una guida esterna alle dinamiche del corpo stesso, una persona che viva alcune assurdità come assurdità e non come normalità. Una persona che punti pian piano a modificare, non a giustificare, il corpo di polizia urbana più inefficace e corrotto d'Europa. Una persona che non debba favori a nessuno, che non sia ricattabile da nessuno. Ecco perché nel 2013 facemmo tanti articoli e tanta attività sui social per chiedere che il comandante fosse assolutamente esterno al corpo. Alla fine Marino si convinse e operò in quel modo. Un modo innovativo e in netta discontinuità col passato: ora la restaurazione.
3. CONTRADDIZIONI
Le azioni che hanno caratterizzato la gestione di Raffaele Clemente sono le stesse azioni che, nel loro programma, i Cinque Stelle dichiarano di voler perseguire e rinforzare. In particolare IoSegnalo e Street Control, ma ancora prima, nel dicembre del 2013, con la mitica apertura del profilo Twitter che cambiò completamente le carte in tavola. Speriamo che lo facciano davvero, ma cacciare in maniera brutale l'inventore di queste autentiche rivoluzioni che dopo decenni di umiliazione ci hanno messo al passo con le altre grandi città occidentali è una contraddizione in termini. Raffaele Clemente ha perseguito onestà, lotta alla corruzione e soprattutto trasparenza. Sono i temi del movimento grillino. E infatti è stato fatto fuori. Lui per primo. In piena contraddizione. Vediamo se il prossimo comandante sarà più "grillino" di quanto non lo sia stato Clemente, ma abbiamo i nostri dubbi. La contraddizione tuttavia resta enorme: cosa ti aspetteresti da un governo grillino? Innovazione, cambio di passo, prassi totalmente diverse dal solito. Per scegliere un capo dei vigili ti aspetteresti una grande call, magari internazionale, per individuare delle figure davvero nuove, dirompenti, spiazzanti. E invece no, invece in questo Movimento 5 Stelle alla romana si rimesta nel torbido, si contentano i sindacati, si fanno bracci di ferro tra le correnti, ci si muove come in una giunta Carraro qualsiasi spernacchiando gli elettori che hanno chiesto di fare la rivoluzione. Tutti si possono sostituire intendiamoci, persino Clemente, ma devi fare molto meglio di chi c'era prima, non fare peggio e tornare indietro. E contano moltissimo le modalità con cui lo fai. Perché questa storia fa da precedente a tutte le prossime nomine.
4. RESTAURAZIONE
Ora le grinfie della parte peggiore del corpo, specie quella parte afferente ai sindacati maggiori, saranno particolarmente affilate. Sperando di sbagliare affermiamo che ci si prospetta una lunga restaurazione di stampo alemanniano: volemose bene, potere totale ai peggio sindacati non importa se di destra, di centro o di sinistra purché non si indispettiscano i cittadini (molto infastiditi dai nuovi strumenti tecnologici). E guai a fare le rotazioni così come chieste da Raffaele Cantone mica da Roma fa Schifo, sia mai che si combatta per una volta davvero la corruzione. Poi rischi di perdere voti...
5. POPULISMO
Non è ovviamente una mossa in favore della città. E' una mossa per mantenere il consenso e per accrescerlo innestandosi in tutti i gangli di potere della città in modo tale da assicurare, a ottobre, che centinaia di migliaia di cittadini romani siano tranquillizzati e contenti e votino compatti NO al referendum sulle riforme. Non si fanno scelte per il bene della città e per salvarla dal baratro, si fanno scelte per spianare il più possibile la strada alla premiership di Luigi Di Maio. Questo sarà il leit motiv e - se non si interromperà - lo smaschereremo giorno dopo giorno e ne sottolineeremo con scrupolo i danni che comporterà alla vita di tutti noi.
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