lunedì 27 giugno 2016



Quello che l’onorevole Di Battista non dice
Ora che elezioni comunali sono finite posso scrivere qualche appunto riguardante il discorso che l’onorevole Di Battista ha fatto a Carbonia. Ho atteso che le elezioni finissero perché quello che scrivo qui ha poco a che fare con le elezioni comunali e di conseguenza non volevo che finisse nel marasma di una campagna elettorale già all'insegna di parecchi fuori tema. L’ispirazione mi è venuta ascoltando le parole dello stesso Di Battista, quando ha chiesto esplicitamente di verificare che le sue affermazioni fossero corrette.
- Parte 1. Stipendio L’onorevole Di Battista afferma di guadagnare 3100 € al mese a fronte dello stipendio degli altri parlamentari che lui stesso quantifica attorno a 13000 €. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Mensilmente ogni parlamentare ha diritto a: - stipendio: 5246,55 € ( 4750 € qualora si abbia un’altra attività lavorativa) - diaria: 3503,11 € tale somma viene ridotta di 206,58 € per ogni giorno di assenza (è considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell'arco della giornata) - esercizio di mandato: 3690 €, di cui 1845 € (che vanno giustificati con contratti e ricevute) per i collaboratori, consulenze, ricerche, gestione dell'ufficio, utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati,convegni e sostegno delle attività politiche e 1845 € forfetarie (queste spese non vanno rendicontate) - spese di trasporto e viaggio: 1107,90 € (se si devono percorrere meno di 100 Km per raggiungere l’aeroporto più vicino per arrivare a Roma), 1331,7 € (se la distanza supera i 100 Km) - spese telefoniche: 258,23 € (http://leg16.camera.it/383?conoscer...) Se ci focalizziamo sul mese di febbraio 2016 (l’ultimo mese da lui rendicontato) scopriamo che l’onorevole Di Battista ha guadagnato sì 3187,66 €, ma costa alla collettività ulteriori 6287,80 € (avrebbe diritto a 8379,15 €) di rimborsi per la sua attività parlamentare (per un totale di 9475,46 €), che comprende anche l’attività nel territorio. Senza considerare che ci sono dei costi che lo Stato sostiene (giustamente!) per permettere ai parlamentari di spostarsi gratuitamente in tutto il territorio nazionale, ad esempio il volo Roma-Cagliari grazie al quale è arrivato a Carbonia è inserito in queste spese. Per farla breve, il risparmio nelle casse dello Stato ammonta a 4150,24 €, ovvero pari a circa il 30 % di quello che gli spetterebbe (spese di trasporto escluse). Fonte: https://www.beppegrillo.it/tirendic... Non metto in dubbio che tutto ciò sia lodevole, ma non capisco perché si debba mentire per far credere che il risparmio economico sia molto di più di quello che in realtà è. Se si parla di stipendi, si dovrebbero confrontare i 3187,66 € con i 5246,55 € altrimenti si dovrebbe confrontare il reale costo: 9475,46 € vs 13625,7 €. L’onorevole Di Battista invece confronta, mentendo, il proprio stipendio con il costo degli altri parlamentari. Ritengo comunque che sia preferibile che un parlamentare lavori tanto e bene piuttosto che faccia risparmiare circa 4000 € al mese di spesa pubblica. Il suo lavoro, se ben fatto, può portare a molti più benefici in termini economici. Purtroppo l’onorevole Di Battista in questo non eccelle. Il sito http://www.openpolis.it/ lo classifica al 324° posto in termini di produttività, con un tasso di assenteismo importante: non è stato presente a circa il 37,77% delle votazioni (missioni escluse).
- Parte 2. Scorta e auto di rappresentanza L'uso delle autovetture di rappresentanza è concesso limitatamente al periodo di durata dell'incarico e per le sole esigenze di servizio del titolare, ivi compresi gli spostamenti verso e da il luogo di lavoro. Oltre a tali limiti, l'utilizzo delle autovetture di servizio con autista, assegnate in uso non esclusivo, è consentito per i casi di effettiva necessità legata ad inderogabili ragioni di servizio; sono utilizzati, in alternativa, i mezzi di trasporto pubblico quando, in relazione al percorso ed alle esigenze di servizio, gli stessi garantiscano risparmi per la pubblica amministrazione. I parlamentari non sono titolari di auto di rappresentanza, di conseguenza ne possono usufruire solamente qualora ci siano inderogabili ragioni di servizio e/o il loro uso permetta un risparmio all'amministrazione pubblica (http://documenti.camera.it/leg16/do... - si veda l’articolo 5, commi 2-4). Per quanto riguarda il capitolo scorta, in Italia attualmente ci sono circa 600 persone che hanno la scorta. Si tratta perlopiù di magistrati, mentre i parlamentari che ne avevano diritto nel 2012 erano 90. La scorta viene assegnata solo quando è stato constatato un reale pericolo per l’incolumità di una persona. Il problema in Italia è che molto spesso dopo che ne si diventa beneficiari non viene revocata nonostante il pericolo non sia più in essere. (http://www.ilfattoquotidiano.it/201...). Detto questo quindi, meno del 10% dei parlamentari ha diritto alla scorta e nessuno ha il diritto di usufruire dell’auto blu per venire a fare un comizio a Carbonia, quindi non è una situazione atipica quella per cui un parlamentare venga con il proprio mezzo (o quello degli attivisti) come invece fa credere l’onorevole Di Battista. Non commento l’affermazione: “... non c’è bisogno di forze dell’ordine se sei un parlamentare della Repubblica che fa il proprio dovere...” vedi Biagi, Moro, etc...
- Parte 3. Pensioni d’oro Stando a quello che afferma l’onorevole Di Battista, il M5S ha proposto il taglio delle “pensioni d’oro” in modo da permettere di aumentare le pensioni minime. Secondo quanto afferma il M5S in aula tutte le altre forze politiche hanno votato contro. Verifichiamo... Il sito http://www.openpolis.it/ ancora una volta ci da una mano. A Montecitorio ci sono state due proposte per il taglio delle “pensioni d’oro” (http://aic.camera.it/aic/scheda.htm..., http://aic.camera.it/aic/scheda.htm...). La prima ha come primo firmatario l’onorevole Giorgio Girgis Sorial (M5S), la seconda l’onorevole Titti Di Salvo (SEL) ed entrambe sono state presentate nel 2013. Le due mozioni differiscono solamente per il fatto che quella proposta dal M5S prevedeva per la durata di tre anni un prelievo dalle pensioni superiori a 2972,58 €/mese con una aliquota crescente al crescere della pensione per permettere di innalzare la pensione minima da 495,43 € a 518 €, mentre quella proposta da SEL prevedeva anch’essa l’introduzione di aliquote progressive (sia ai redditi che alle pensioni superiori ai 75000 € lordi/annui) e lasciava libertà a successive discussioni su come ripartire l’aumento del gettito fiscale nelle pensioni inferiori a 743,15 € mettendo come limite inferiore un contributo di 500 €/annui (portando di fatto la pensione minima ad almeno 533,89 €). Il M5S ha votato a favore della sua e si è astenuto in quella di SEL. Ancora una volta le affermazioni dell’onorevole Di Battista non sono veritiere.
- Parte 4. Fondo per le piccole e medie imprese Il fondo di garanzia per le PMI è stato istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) ed è operativo dal 2000. Per l’anno 2015 sono stati approvati finanziamenti pari a 7,3 miliardi di euro di cui 4,9 miliardi garantiti. Ne hanno beneficiato circa 36 mila imprese (http://www.pmi.it/economia/finanzia...). Il M5S, grazie alle donazioni dei suoi parlamentari, ha contribuito al fondo con un versamento annuo di circa 5 milioni di euro (https://www.beppegrillo.it/tirendic...) ovvero pari allo 0,1 % della copertura del fondo. Se facciamo un rapido conto ogni impresa ha ricevuto una media di 150000 €. Ne risulta che dal 2013 ad oggi il M5S ha contribuito in media al finanziamento di circa 100 imprese (ben lontano dalle 2000 annunciate dall’onorevole Di Battista). D’altronde se fosse vero quello che afferma la media di finanziamento del M5S ad ogni azienda sarebbe di 7500 €... Un po’ pochino per rilanciare lo sviluppo di un’impresa. Con un importo del genere non ci si può permettere neppure di pagare i 4000 nuovi posti di lavoro che si ritiene di aver fatto nascere (sempre parole sue). Secondo me è istruttivo andare nel sito http://www.movimento5stelle.it/parl.... Dopo un bellissimo video in cui si spiega che il M5S è stata la forza politica che per prima ha proposto il microcredito in Italia e che ha mediato con banche per avere tassi di interesse agevolati e con enti e professionisti per avere consulenze gratuite alla fine della pagina web ed in piccolo si legge: “ Il MoVimento 5 stelle non è un intermediario finanziario, non è sottoposto alla vigilanza della Banca d'Italia e non è abilitato come operatore del microcredito. I parlamentari del MoVimento 5 Stelle rappresentano, allo stato attuale, uno dei soggetti finanziatori del “fondo per il microcredito” gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed erogato attraverso gli intermediari finanziari abilitati COMPLETAMENTE ESTRANEI al MoVimento 5 stelle.” Mi ripeto come sopra... una operazione lodevole, ma perché si deve mentire così spudoratamente?!
Parte 5. Reddito di cittadinanza Iniziamo utilizzando in maniera corretta le parole. Il reddito di cittadinanza è un reddito che viene fornito a tutti i cittadini, che essi siano poveri, ricchi, giovani, vecchi, etc (http://www.treccani.it/enciclopedia...). Nasce come esigenza di slegare la capacità e/o volontà lavorativa di una persona alla possibilità di avere una vita dignitosa. In questo modo ogni cittadino avrebbe diritto a un sussidio solamente in virtù del fatto di esistere. La trovo una teoria affascinante che avrebbe bisogno di un approfondimento enorme per essere affrontata, quindi mi limiterò a enunciare i costi. In Italia ci sono quasi 60 milioni di abitanti, se ognuno avesse diritto a 780 € al mese si otterrebbe 561,6 miliardi di € all’anno. Come si può capire non è questa la proposta del M5S. Nessun paese al mondo ha ancora previsto un reddito di cittadinanza. La proposta del M5S è un reddito minimo garantito (http://www.treccani.it/enciclopedia...), in cui viene erogato un reddito a tutte quelle persone che non dispongono di adeguate risorse economiche che gli permettano di vivere dignitosamente. Questo tipo di manovra è a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale presente già in molti paesi. Per permettere ciò si prevede di finanziare questa manovra con circa 17 miliardi di euro all’anno. Chi ha diritto a questo reddito? L’esempio che utilizza l’onorevole Di Battista è il seguente: “... tu sei un ragazzo che esce dall’università? Non trovi subito lavoro? Devi avere un reddito, non puoi scappare a Londra (sic). Hai un reddito, vieni inserito in un programma...” Andando però a leggere le tabelle di assegnazione del reddito e utilizzando la formula presente del disegno di legge (http://www.senato.it/service/PDF/PD...) si scopre che il laureato in questione avrebbe diritto al reddito di 780 € solo se nessun componente della sua famiglia ha reddito, altrimenti il reddito in questione viene scalato in funzione di quello che percepiscono i suoi familiari. La formula presente nella legge (allegato2) utilizza differenti variabili per cui va studiato caso per caso per capire quanto beneficerebbe il giovane in questione. Come esempio ho pensato ad una famiglia di tre componenti con un solo reddito di 1200 €/mese. In questo caso il giovane laureato percepirebbe un assegno pari a R = 520€ - (0 + ((1200 - 520)/2))€ = 180 €. Quindi il reddito che il giovane laureato percepirebbe sarebbe di gran lunga inferiore a 780 €, nonostante si stia parlando di un nucleo familiare monoreddito.
In meno di 30 minuti di discorso così tante “inesattezze”... Mica male, no! Perché nessuno degli ascoltatori si è accorto di tutto questo? Secondo me il motivo risiede in un processo simile a quello che secondo il quasi premio Pulitzer Nicholas Carr sta facendo perdere sempre più senso critico alle persone. Nel libro "Internet ci rende stupidi?" lo scrittore sviluppa il concetto per cui l’enorme frequenza con cui le informazioni ci arrivano ci impedisce di prenderci il tempo necessario per poterci fermare a riflettere ed approfondire i temi. Così il nostro pensiero sulle cose diventa sempre più superficiale. L’onorevole Di Battista, durante i suoi comizi, passa rapidamente da un argomento all’altro senza lasciare la possibilità agli interlocutori di decodificare ed analizzare le informazioni, che vengono così acquisite senza senso critico.
Mi aspetterei da parte di un partito che accusa i media, molto spesso giustamente, di manipolare l’informazione e di falsare la realtà, un comportamento molto più onesto. Ma in fin dei conti, molto probabilmente il M5S utilizza internet come la vecchia classe dirigente continua ad usare la televisione. Grazie a dei potenti HUB come il sito http://www.beppegrillo.it/, http://www.la-cosa.it/, http://www.tzetze.it/ e l’uso pubblicitario delle pagine facebook, twitter del M5S, di Beppe Grillo e di alcuni suoi suoi rappresentanti, il M5S è l’unica forza politica che riesce a trasmettere informazioni nel web e sfrutta questa sorta di monopolio come altri partiti politici utilizzano la RAI. L’impronta pubblicitaria data dalla Casaleggio Associati, esperta di comunicazione nel web, inizia a dare i suoi frutti. “... e forse sta un po’ cambiando ultimamente l’atteggiamento di alcuni giornalisti, che prima ogni quattro frasi, quattro parole mi interrompevano. Oggi mi consentono quanto meno di finire una frase, forse si stanno rendendo conto che il vento sta cambiando... me lo auguro.” (cit. on. Alessandro Di Battista)
PS qui trovate il link al video: https://www.facebook.com/carboniaci...

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