Silvio Berlusconi alla presentazione di un libro di Myrta Merlino: «Credo che dobbiamo lasciare il diritto a ognuno di scegliere e avere uno Stato che non si oppone ai diritti degli omosessuali»
«Credo che dobbiamo lasciare il diritto a ognuno di scegliere e avere uno Stato che non si oppone»: parole e musica di Silvio Berlusconi durante la presentazione del libro “Madri” di Myrta Merlino. Dopo aver ascoltato la storia di una famiglia composta da due mamme e una figlia che chiedono la possibilità di veder riconosciuto il loro status di famiglia, l’ex premier dice appunto che dovrebbe essere un “diritto” di ognuno avere “uno Stato che non si oppone” a questa autodeterminazione.
Berlusconi: «Lo Stato non si opponga alle adozioni gay»
Berlusconi ha anche confermato che Forza Italia avrà libertà di coscienza sul DDL Cirinnà: «Anche per quanto ci riguarda, essendo noi aperti al riconoscimento dei diritti anche delle coppie omosessuali, in questa situazione ci siamo trovati a confrontarci su posizioni diverse. Una maggioranza del partito ha detto che era contraria a questa legge perché mal fatta ma la decisione finale è stata lasciare libertà di coscienza». E ancora: «In alcune situazioni si dovrebbe lasciare il diritto di fare come una coppia crede e seguire la sua strada – ha aggiunto Berlusconi – questo testo deve essere modificato e credo che non sia una cosa scontata il risultato del voto in Parlamento, ma mi auguro ci siano delle modifiche che porterebbero all’approvazione del testo». Anche in altre occasioni Berlusconi si era detto favorevole ai diritti degli omosessuali. Nel 2014 all’indomani del Gay Pride aveva dichiarato: «Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti». Notizia che seguiva di poche ore l’iscrizione della fidanzata dell’ex premier, Francesca Pascale, e del giornalista Vittorio Feltri all’Arcigay. In occasione del tesseramento dei due all’associazione che tutela degli omosessuali, Feltri, editorialista de Il Giornale, aveva scritto: “Noi siamo per la libertà, senza discriminazioni, convinti che sia necessario superare i pregiudizi che generano equivoci, banalità, insulti noiosi e stupidi”. Ma nella storia dell’ex Cavaliere ci sono stati anche scontri con gli omosessuali. Nel novembre 2010, intervenendo sul caso Ruby, Berlusconi aveva dichiarato: ” Meglio appassionarsi alle belle ragazze che essere gay”. Parole, precedute però nel corso della sua carriera politica da molte altre frasi sullo stesso tono. Nel 2005 Berlusconi: “In Italia sono santificati solo i comunisti e i gay”; nel 2008 aveva commentato: “Meglio occuparci di infrastrutture e trasporti che di omosessualità”. Nel 2009, dopo il terremoto dell’Aquila, aveva dichiarato: “Ragazzi. se tutto va bene mi sa che veramente ve le porto le veline, le minorenni, altrimenti ci prendono tutti per gay”. E ancora: “Mi hanno detto di tutto, manca solo che mi dicano che sia gay”.
Le manifestazioni sul DDL Cirinnà
Intanto i militanti pro e contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili scaldano i muscoli in vista delle manifestazioni indette da entrambi gli schieramenti per i prossimi giorni, in vista della discussione in aula della legge. E sembra di assistere a una sorta di gara a chi riuscirà a mobilitare il maggior numero di persone da portare in piazza. I promotori del Family Day, che si terrà il 30 gennaio a Roma, hanno annunciato di aver spostato al Circo Massimo il raduno “considerato il grande riscontro di adesioni e un previsto afflusso di molto superiore rispetto alla manifestazione dello scorso 20 giugno scorso”, quando gli organizzatori avevano contato un milione di persone. Inizialmente era previsto che la manifestazione partisse dal Circo Massimo e arrivasse a piazza San Giovanni, ora il programma prevede un sit-in statico. “Benedetto”, come si sa, da alcuni settori della Chiesa cattolica. E proprio oggi la Conferenza Episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta ha raccomandato un’ampia partecipazione al Family Day. In una dichiarazione sottoscritta anche dall’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, i vescovi affermano che “la famiglia è fondata sul matrimonio, unione d’amore vissuta stabilmente tra donna e uomo, aperta alla gioia responsabile del dono dei figli. I figli devono beneficiare dell’amore operosamente efficace di un padre e di una madre” e raccomandano “calorosamente, unendoci alla sollecitazione del cardinal Bagnasco, un’ampia partecipazione al Family day del prossimo 30 gennaio a Roma”. Sull’altro fronte, i sostenitori del ddl Cirinnà mettono le mani avanti e, di fronte ai tentativi di alcune forze politiche di modificare il testo, dicono chiaramente che quello che approda in aula è proprio “il minimo sindacale” e non può non includere la stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio del partner. Su questo le associazioni che rappresentano i gay, le lesbiche, le persone transessuali e le loro famiglie non transigono: qualunque soluzione al ribasso rispetto all’attuale testo del ddl Cirinnà non sarà accettata. Per sostenere le loro posizioni, hanno indetto per il 23 gennaio una mobilitazione in “almeno 82 città italiane” oltre che a Londra, Berlino e Boston. E’ in programma un flashmob che sarà realizzato con una sveglia o un orologio o un timer con suoneria: una volta in piazza, i dispositivi verranno sincronizzati e all’orario stabilito suoneranno tutti insieme. La manifestazione si chiamerà #Svegliaitalia e sarà, assicurano, la più imponente mai organizzata nel nostro Paese per difendere questi diritti. Alla mobilitazione stanno aderendo anche tante organizzazioni che non rientrano nella galassia lgbt, da Amnesty all’Arci alla Cgil.
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