domenica 17 gennaio 2016

Basta mandare a casa quelli giusti. Perché stranamente in Italia i più bravi ed i più capaci hanno sempre difficoltà a far carriera.

Quando licenziare è di sinistra

Pa
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Sì, è di sinistra tutelare chi lavora seriamente, chi vuol far funzionare la PA: colpendo chi lo impedisce
Licenziare chi non lavora non solo è giusto, ma è anche di sinistra. Può sembrare scontato che mandare a casa chi non fa il proprio dovere, rubando tempo e denaro anzitutto ai propri compagni di lavoro, sia un atto così normale da non meritare commenti. Purtroppo non lo è, se l’ovvio («gli assenteisti saranno licenziati») diventa un titolo per tv e giornali. In Italia, ma bisognerebbe dire con più correttezza nella pubblica amministrazione, non è detto che è licenziato chi non si presenta in ufficio o timbra il cartellino e poi va in palestra o a fare la spesa (o ha un secondo lavoro naturalmente in nero).
I numeri dicono che grossomodo solo 200 casi su 7mila si arriva ad allontanare il dipendente pubblico assenteista (o colpevole di qualche altro grave reato). La cronaca purtroppo ci ha consegnato fin qui storia così incredibili da sembrare inventate (se l’avessero messa dentro un film la scena del vigile che va a timbrare in mutande avremmo accusato gli sceneggiatori di eccessiva fantasia) e pure sentenze della magistratura che dicono che certo l’assenteista ha truffato lo Stato ma la truffa è di così poco conto che il licenziamento è punizione eccessiva. Fin qui cioè c’è stata un’accettazione quasi passiva degli impiegati pubblici furbetti. Dato che l’obiettivo per cui si è assunti non è il lavoro, ma il posto ovviamente fisso (come ci ricorda bene Checco Zalone) che si lavori o meno è una variabile legata alla buona volontà del singolo impiegato. È un sistema messo in piedi dalla politica assistenzialista tanto cara ai nostalgici della Prima Repubblica (il conto verrà presentato a chi verrà dopo di noi) che anche la sinistra troppo spesso ha accettato e condiviso. Così come troppo spesso lo hanno condiviso e accettato anche i sindacati. Purtroppo.
Speriamo che questa sia davvero l’inizio di una svolta finalmente di sinistra anche nella pubblica amministrazione. Sì, di sinistra. Perché licenziare l’impiegato assenteista e anche il suo dirigente che si volta dall’altra parte e finge di non vedere (tanto il premio di produttività viene dato a tutti alla stessa maniera) è di sinistra. Perché è di sinistra non permettere che un lavoratore costringa il proprio collega di scrivania a fare anche il suo lavoro. Perché è di sinistra far funzionare bene la pubblica amministrazione visto che i suoi servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti etc.) che sono quelli più servono alle famiglie non ricche.I ricchi non prendono il bus, hanno auto e autista. Perché è di sinistra non permettere che qualche impiegato pubblico rubi lo stipendio non andando a lavorare, visto che quei soldi gli sono dati da chi paga le tasse. E in Italia le tasse (per quasi l’80%) sono pagate da lavoratori dipendenti e pensionati.

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