Licenziamenti facili nella Pa, la Cgil dice no: "Nessuno può difendersi in 48 ore"
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Non si accettano lezioni da Matteo Renzi. L’accelerazione del presidente del Consiglio sui licenziamenti dei fannulloni nella pubblica amministrazione manda su tutte le furie la Cgil, pronta a rispedire al mittente la proposta del Governo che prevede tempi rapidi (48 ore) per far scattare la sospensione di incarico e di stipendio del dipendente pubblico infedele che timbra il cartellino e scappa dall’ufficio. Una proposta, quella avanzata dal premier, su cui lo stesso Renzi è ritornato oggi in occasione della visita alla Reggia di Caserta. “Abbiamo annunciato una cosa molto semplice, banale e non so perché qualche sindacato abbia fatto polemica: è un fatto di correttezza perché permette a tutti gli altri di andare a testa alta”, ha affermato. La Cgil affida la sua prima reazione all’Huffington Post tramite le parole del segretario generale della Funzione pubblica, Rossana Dettori: “Capiamo tutte le agitazioni del premier: noi diciamo da una vita che ci sono le norme per poter licenziare chi si è reso protagonista di fatti inaccettabili, ma ai lavoratori va garantito il diritto di dimostrare la propria innocenza. In 48 ore nessuno riesce a difendersi”.
Segretario, Renzi vuole tempi rapidissimi per licenziare i dipendenti pubblici fannulloni e si dice stupito delle reazioni contrarie a questa proposta. E’ una misura legittima?
“Non vogliamo e non accettiamo lezioni da Renzi. Abbiamo detto per primi che chi sbaglia perché imbroglia o perché truffa deve essere licenziato, ma come viene garantito a chi evade il fisco di dimostrare la sua eventuale innocenza allo stesso modo occorre farlo per i dipendenti pubblici. Perché non deve essere dato il diritto alla difesa? Nessuno di noi difenderà mai chi avrà usato in modo sbagliato il rapporto con la Pa e questo deve valere anche per i dirigenti”.
Il Governo sembra intenzionato a tirare dritto e ad accelerare sull’introduzione delle nuove norme.
“Il premier ha tanta fretta a licenziare, ma a noi piacerebbe che la stessa fretta l’avesse sui contratti, che sono bloccati. Lì, nei contratti, si potrebbe normare e eventualmente modificare le norme sui procedimenti disciplinari”.
Per il Governo però le norme attuali non bastano.
“Esistono strumenti come ad esempio rendere più veloci le commissioni di disciplina. I lavori della commissione possono procedere più spediti senza negare il diritto a difendersi”.
“Non vogliamo e non accettiamo lezioni da Renzi. Abbiamo detto per primi che chi sbaglia perché imbroglia o perché truffa deve essere licenziato, ma come viene garantito a chi evade il fisco di dimostrare la sua eventuale innocenza allo stesso modo occorre farlo per i dipendenti pubblici. Perché non deve essere dato il diritto alla difesa? Nessuno di noi difenderà mai chi avrà usato in modo sbagliato il rapporto con la Pa e questo deve valere anche per i dirigenti”.
Il Governo sembra intenzionato a tirare dritto e ad accelerare sull’introduzione delle nuove norme.
“Il premier ha tanta fretta a licenziare, ma a noi piacerebbe che la stessa fretta l’avesse sui contratti, che sono bloccati. Lì, nei contratti, si potrebbe normare e eventualmente modificare le norme sui procedimenti disciplinari”.
Per il Governo però le norme attuali non bastano.
“Esistono strumenti come ad esempio rendere più veloci le commissioni di disciplina. I lavori della commissione possono procedere più spediti senza negare il diritto a difendersi”.
Un inasprimento delle norme sui licenziamenti che effetto potrebbe avere nella vita di tutti i giorni della pubblica amministrazione?
“Sui giornali i dipendenti pubblici oramai finiscono solo quando commettono fatti gravi, ma nessuno si ricorda del 95% dei dipendenti che lavora in modo onesto e che ha diritto a un contratto e a un salario giusto. Il premier dovrebbe sapere che i lavoratori pubblici hanno perso mediamente 500 euro a causa di 6 anni e mezzo di mancato rinnovo contrattuale e delle norme Brunetta sulla contrattazione integrativa. Le risposte del Governo a questo sono 5 euro ai lavoratori”.
“Sui giornali i dipendenti pubblici oramai finiscono solo quando commettono fatti gravi, ma nessuno si ricorda del 95% dei dipendenti che lavora in modo onesto e che ha diritto a un contratto e a un salario giusto. Il premier dovrebbe sapere che i lavoratori pubblici hanno perso mediamente 500 euro a causa di 6 anni e mezzo di mancato rinnovo contrattuale e delle norme Brunetta sulla contrattazione integrativa. Le risposte del Governo a questo sono 5 euro ai lavoratori”.
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