Perché la Apple ha scelto Napoli come sede del Centro sviluppo App
L'intervista dell'amministratore delegato Tim Cook a Repubblica
L’amministratore delegato di Apple Tim Cook, intervistato da Riccardo Luna su Repubblica, spiega perché ha scelto di investire in Italia e nello specifico a Napoli dove sarà creato il Centro sviluppo app.
«Lei mi chiede se questo non sia il momento peggiore per venire a investire in Europa, con la continue liti politiche, il rischio di una stagnazione economica, le tensioni sui mercati finanziari. Ecco, le rispondo così: quando vado a Bruxelles respiro pesantezza, burocrazia, difficoltà, mentre qui in Italia c’è una meravigliosa aria di cambiamento, ottimismo, opportunità; qui sento che the sky is the limit, che tutto è davvero possibile»
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Perché Napoli? Sembra che Cook sia stato colpito da un discorso di Matteo Renzi…
Allora perché Napoli e non Milano, dove sta la Bocconi e dove batte il cuore del design?
«Per lo spirito imprenditoriale della città e, francamente, perché da un punto di vista economico credo che lì possiamo dare una mano, fare maggiormente la differenza. Quando a Milano annunciai a Renzi che avremmo voluto aprire una scuola per sviluppatori di app, lui mi chiese di immaginare una linea che divide l’Italia in due. Sopra quella linea, spiegò, ci sono dati demografici ed economici più alti dei paesi più ricchi d’Europa; sotto quella linea invece siamo ai livelli della Grecia. Questo discorso ci ha molto colpito e per questo abbiamo deciso di andare sotto la linea. E Napoli ci è sembrata la scelta più logica».
È mai stato a Napoli?
«No ma ci andrò sicuramente, può scommetterci, appena apriremo la scuola».
L’apertura in Italia è l’inizio di una nuova strategia di attenzione verso l’Europa?
«Noi intanto siamo partiti da qui. Faremo altre mosse? Spero di sì. Ma intanto siamo felici di partire in Italia, penso che tra Apple e l’Italia possa nascere una relazione simbiotica».
E sulla questione Fisco spiega…
A proposito di fare le cose per bene, il contenzioso con il fisco italiano pare finalmente risolto con il pagamento di 318 milioni di euro. Cosa cambia?
«Ora non ci sono più discussioni e questo mi fa sentire molto meglio quando penso all’Italia. Sono pieno di energia e davvero non vedo l’ora di tornare qui per l’inaugurazione della scuola di Napoli».
Quando è prevista?
«Stiamo ancora lavorando sui dettagli ma prima possibile».
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