Uno vale 100, uno vale 1, dipende dall’uno
– 21/04/2014PUBBLICATO IN: POLITICA, UNCATEGORIZED
di Emidio Picariello.
Partiamo dalla simpatica ironia di un blog per fare una riflessione su alcuni avvenimenti politici di questi giorni che hanno visto ancora al centro dell’attenzione il Movimento 5 Stelle e le uscite del suo “capo politico”.
Se si parla di gravità Einstein vale più del macellaio, se si parla di bistecche il macellaio vale più di Einstein.
E questo è l’errore fondamentale del Movimento 5 Stelle che si declina poi in molte situazioni. Per esempio c’è il caso dell’articolo 416ter votato dalla Camera, in discussione al Senato. Ecco cosa dice l’articolo in votazione:
1. L’articolo 416-ter del codice penale è sostituito dal seguente:
«Art. 416-ter. – (Scambio elettorale politico-mafioso). — La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene, o si adopera per far ottenere la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della promessa o dell’erogazione di denaro o di qualunque altra utilità, ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa di cui all’articolo 416-bis o di suoi associati».
Cosa dice attualmente l’articolo:
La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416bis in cambio della erogazione di denaro.
Come si può notare la miglioria è evidente, dato che oltre a punire lo scambio di denaro si punisce lo scambio di qualunque utilità. Allora perché il M5S addita questo articolo come un regalo alla Mafia, un compromesso o in generale una schifezza? In una prima scrittura si puniva la “disponibilità” del politico verso la mafia e le pene erano da 7 a 12 anni e non da 4 a 10 come in questa stesura. Secondo Franco Roberti queste sono migliorie:
“Abbiamo una norma perfetta – dice – e veramente utile a contrastare lo scambio tra politica e mafia”. Roberti spiega che il testo del Senato, ora corretto dalla Camera, presentava una norma “estensiva che è stata criticata da molti magistrati e giuristi.” Limiti che “sono stati riassunti nel concetto di ‘difetto di tipizzazione’, la norma cioè era troppo estesa e ampia e poteva non essere norma di garanzia per i cittadini proprio per tale ampiezza”.
Libera, una delle associazioni promotrici di questa legge, da sempre impegnata nella lotta alla mafia dice:
L’approvazione al Senato della modifica del 416ter contiene una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l’inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole “altra utilità”, che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all’erogazione di denaro. Una riforma sostenuta da oltre 475mila cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele. Grazie a queste due parole si potrà contrastare in maniera più efficace il “mercato dei voti”, venduti e comprati in cambio di favori, a partire dalle prossime elezioni di maggio, europee e soprattutto amministrative.
L’errore, su cui Libera ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene…
Quindi per l’ufficio di presidenza di Libera questa è una norma grazie alla quale si potrà combattere il voto di scambio, per il Procuratore Nazionale Antimafia è una norma perfetta, per il Movimento 5 Stelle è “un regalo alla mafia”. E’ impossibile, a rigor di logica, che la sola differenza di pena 4-10 oppure 7-12 anni trasformi una norma buona in un “favore alla mafia e ai suoi sodali”.
Uno vale uno? No, il parere di chi quotidianamente combatte la mafia non vale quanto quello di Beppe Grillo. Sì, proprio di Grillo, diciamo, non del Movimento, perché finalmente si è anche chiarito un fatto importante:
su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S
si legge nel codice di comportamento per la candidatura degli aderenti al Movimento alle Europee.
Fra gli scopi dei partiti ci dovrebbe essere quello di far emergere una classe dirigente intellettualmente e moralmente elitaria, che possa rappresentarci. Per rappresentare molte persone non puoi essere uguale a una di quelle, non è sufficiente. Usare le leggi del Parlamento per fare propaganda politica è un diritto, quando si è all’opposizione. Mostrare le cose dal proprio punto di vista, quando si fa propaganda elettorale è ragionevole. Stanurare la realtà gridando “siete tutti mafiosi” ai Parlamentari che approvano una legge contro la Mafia che si attendeva da anni, invece, è solo intellettualmente disonesto.
iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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