Italicus, Ustica e Bologna:
Renzi firma la direttiva che apre gli archivi sulle stragi
Il premier: "La trasparenza è un dovere nei confronti dei familiari delle vittime di questi episodi che restano una macchia oscura". Il via libera alla declassificazione degli atti consentirà il versamento anticipato di carte che sono in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato. Senatore Manconi: "Governo indichi i casi"
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"Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e della apertura - sottolinea Renzi -. In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune. Con l'atto odierno trova concreta applicazione la legge 124/2007 in un aspetto rilevante come quello del riconoscimento degli archivi dell'intelligence come patrimonio a disposizione degli studiosi, del mondo dell'informazione e di tutti i cittadini", osserva il sottosegretario Minniti.
Chiarimenti a Renzi, però, li chiede il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani: "Il governo renda noto in quali casi e in quali date è stato apposto il segreto di Stato e per quali di questi è tuttora valido". Manconi ha presentato oggi un'interrogazione al presidente del Consiglio nella quale ricorda che "in data 5 settembre 2012 il deputato Maurizio Turco presentò un'interrogazione a risposta scritta, così formulata: 'Al presidente del Consiglio dei ministri. Per sapere: in quali casi e in quali date nella storia repubblicana sia stato apposto il segreto di Stato e per quali di questi è tuttora valido' e che quella interrogazione non ha avuto alcuna risposta".
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