giovedì 24 aprile 2014

Un classico di questo paese. Chi fa le cose viene anche punito. Ma noi non ci arrendiamo. Mai.

Taglia le liste d’attesa, “punito” dai vertici dell’ospedale

Articolo pubblicato il 26 maggio 2013
Giorgio Fanni
Un medico della Sanità pubblica che inventa un protocollo per accorciare i tempi delle liste d’attesa senza alcun onere aggiuntivo. Un’amministrazione sanitaria che anziché premiarlo lo sanziona. La storia di Giorgio Fanni, 65 anni, dirigente medico e aiuto corresponsabile del reparto Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, dove lavora dal 1991, è una tipica storia sarda e italiana. Una efficace e triste sintesi dell’eterna lotta tra la burocrazia e il talento. Il dottor Fanni ha accettato di raccontarla aSardinia Post. Per lanciare un messaggio semplice e forte: “Vorrei dire che occorre impegnarsi in prima persona, e attivamente, per costruire una civiltà più adeguata ai nostri bisogni. Senza scoraggiarsi davanti alle difficoltà che si incontrano durante il nostro percorso. Mi piacerebbe, nel mio piccolo, fornire un esempio di impegno civico. Non servono dichiarazioni di intenti o solidarietà, serve un semplicemente un supporto concreto. Quello dei fatti”.
Dottor Fanni, come inizia la sua storia?
“Nel gennaio 2010 il direttore della clinica mi affida l’incarico di responsabile di diversi servizi, tra cui l’ambulatorio generale 8, nel quale si esegue la prima visita ostetrico-ginecologica. Preso atto della lista di attesa, decido di migliorare il servizio con l’ampliamento dei giorni di apertura e della fascia oraria. Nel giro di un mese, grazie a questo, è stato possibile azzerare le liste d’attesa. Risultato ottenuto con l’impegno del solo sottoscritto. Senza un locale specifico e senza l’ausilio di altro personale. Ho raccolto i dati in vari report, in cui si potevano leggere i miglioramenti, le criticità e le proposte. E dopo li ho presentati all’azienda.
E cosa è successo?
“A quel punto ho chiesto la possibilità di accorpare, tramite un’unica prenotazione e un unico ticket, la visita medica, con l’ecografia e la colposcopia (ricordo che per legge è possibile fare fino a otto prestazioni con un unico ticket di 46.15 euro). Ciò avrebbe consentito di avere diagnosi tempestive e cure più efficaci, oltre a rassicurare la donna anche da un punto di vista psicologico. La maggiore criticità era, infatti, rappresentata dalla diluizione dei tempi d’attesa nei tempi dell’iter diagnostico. Se una paziente si rivolge alla nostra struttura – salvo non sia un caso urgente – inizia con una visita generale, alla quale seguono ulteriori accertamenti diagnostici, come ad esempio l’ecografia e la colposcopia, effettuati in altri ambulatori. Risulta difficile arrivare ad una diagnosi e ad una cura, perciò, in tempi adeguati”.
Procedure lente, ma dettate dalla necessità di contenere i costi…
“Non è esattamente così, perché alcuni miglioramenti si possono ottenere con la riorganizzazione delle risorse in uso. Volontà e determinazione, nonché la valorizzazione delle risorse umane e tecniche che si hanno, in qualunque campo, portano a risultati significativi”.
Ma per l’eliminazione delle liste d’attesa c’è un apposito piano della Regione, elaborato dall’assessorato alla Salute.
“Certo che c’è. Nell’agosto del 2011 lessi sul giornale di questo piano dell’assessore De Francisci che, con un budget di 21 milioni di euro, aveva l’obiettivo di porre fine alle liste d’attesa mediante la riorganizzazione strutturale dei servizi. Un’intenzione in perfetta sintonia con quanto io avevo già messo in pratica da venti mesi, senza però alcun budget aggiuntivo. E siccome quello stesso piano chiedeva il contributo di tutti gli operatori, inviai alla De Francisci un report sulla mia esperienza. Ero convinto che contenesse suggerimenti utili a come contenere i costi e che fosse nello spirito del suo progetto”.
Quale è stata la risposta della De Francisci?
“Nessuna. Non ho ricevuto risposta”.
E l’Azienda a questo punto che cosa ha fatto?
“Per ragioni di trasparenza e correttezza avevo inviato per conoscenza la lettera indirizzata alla De Francisci anche ai dirigenti dell’azienda i quali mi hanno chiesto formalmente di rivolgere in futuro tutte le mie comunicazioni al direttore della clinica. Da quel momento i rapporti si sono incrinati”.
Cioè?
“Sulla mia proposta di accorpamento degli esami, silenzio totale. La cosa mi ha creato un profondo disagio. A quel punto ho deciso di fare l’unica cosa che era in mio potere, ovvero portare le mie tariffe del servizio privato svolto in ospedale, il servizio intramoenia, a un livello paragonabile a quello del ticket del Centro unico di prenotazione. Era un modo per continuare a garantire alle pazienti gli standard qualitativi offerti dalla nostra clinica e non dilatare ulteriormente i tempi diagnostici. Ho quindi divulgato un documento ufficiale e pubblico, cioè la tabella riguardante le prestazioni dei diversi medici che operavano intramoenia. Con mio stupore, però, l’azienda, nonostante avesse già accettato la riduzione delle mie tariffe, mi ha accusato di comportamento lesivo nei confronti della struttura, per promuovere un interesse personale. Per questo ha deciso di sanzionarmi con una sospensione dal servizio per quindici giorni, senza retribuzione”.
Per “promuovere un interesse personale”?
“Sì, ed è la cosa che mi ha offeso di più dopo aver onorato per trentasei anni, con la mia professionalità, l’azienda di cui faccio parte. Trentasei anni nei quali mai ho ricevuto un rimprovero. Diversità di vedute sull’organizzazione dovrebbero rientrare in una dialettica costruttiva e non dovrebbero essere viste come una sterile volontà di contrapposizione. I vertici dell’azienda sapevano bene di aver da me ricevuto comunicazioni tempestive e collaborative su quanto facevo”.
E com’è finita?
“Dopo un fallito tentativo di conciliazione, ad aprile ho ottenuto dal tribunale di Cagliari l’annullamento totale della sanzione e la condanna dell’azienda alle spese legali”.
Che riscontro ha avuto, invece, dall’utenza?
“Una piena soddisfazione per i miglioramenti apportati. È forte nei cittadini il desiderio di una maggiore informazione e di un maggior coinvolgimento nelle dinamiche diagnostico-terapeutiche. Le domande più frequenti sono: perché il privato può garantire tutti gli esami nell’immediato mentre nel pubblico ci vogliono tanti mesi? O ancora: perché non si può accedere tramite Internet alle liste d’attesa di ogni singola struttura ospedaliera? E perché non si trovano le giuste segnaletiche per raggiungere i diversi ambulatori? Insomma, l’utenza lamenta la carenza o l’assenza di supporti informativi che consentano di muoversi in maniera autonoma e soprattutto celere all’interno delle strutture ospedaliere”.
Cosa intende fare adesso?
“Solo il mio lavoro. Cioè continuare a supportare le donne e i pazienti più in generale, perseguendo l’obbiettivo di accorpare nel pubblico i diversi esami, così come avviene nel privato. Lo faccio per permettere a chi non ha risorse economiche adeguate di potersi curare dignitosamente ed efficacemente. Non sono l’unico a portare avanti questa battaglia. Ormai numerose e in continua crescita sono le pazienti stanche di sentirsi estranee all’organizzazione sanitaria e che rivendicano l’intenzione di partecipare attivamente al cambiamento”.
Per dirla in poche parole: i pazienti vogliono essere informati.
“Proprio così. L’informazione è il punto chiave. Per questo sto allestendo con dei professionisti e dei volontari un punto informativo che si chiama “Dimensione Sanità”. Alcuni giorni fa abbiamo aperto ad Uta, tra un po’ lo faremo a Cagliari. “Dimensione Sanità” sarà un centro d’ascolto e d’informazione alla salute: sulle prassi da seguire da parte del paziente e sui diritti garantiti dalla legge. Diritti che, troppo spesso, rimangono lettera morta”.
Davide Fara
fanni

35 COMMENTS

  1. Nuccio Monello
    26 maggio 2013 at 12:11
    Siamo tutti OSTAGGI della Burocrazia … Assessore compreso !
    • 15 giugno 2013 at 12:21
      non mi stupisco affatto , .Nella sanita’sarda ho operato x 41 incassando atteggiamenti ,manovre atte a ledere la voglia di operare x il bene dell’utente e, non x l’interesse di chi installatosi la ridotta
      a interessi privati e,non pubblici.
  2. 26 maggio 2013 at 12:36
    Carissimo Dott. Fanni,
    pur non conoscendola personalmente le lascio tutta la mia stima per quello che ha tentato di fare, incentivandola a non fermarsi!
    Se ci fossero più medici come lei, il nostro diritto alla salute sarebbe tale.
    Un caro saluto
    Celeste Covino
    Presidente
    CCSVI-Campania Onlus
  3. Simona
    26 maggio 2013 at 15:55
    Condivido la posizione della struttura sanitaria…..la burocrazia non ha nulla a che fare con questa persona
    • salvo
      27 maggio 2013 at 11:05
      lei condivide la posizione della struttura sanitaria perchè ne fà parte.. quindi lei o un suo familiare non ha una lunga lista d’attesa per fare un’esame ,una visita, perche l’amico dottore o l’amica che sta in accettazione gli accorcia la lista.. la sanita italiana non funziona proprio per persone come lei… Bravo Dott Giorgio Fanni continui così che forse l’italia riusciamo a cambiarla.. e lei signorina simona si vergogni!!!
      • Viola
        27 maggio 2013 at 13:45
        Ha ragione Salvo!
        Cara Simona, lei non condivide perchè in Sardegna/Italia toccare lo status quo è un tabú, sopratutto perchè si va a modificare i privilegi di cui godono pochi a discapito della maggior parte dei cittadini.
        Sulla De Francisci non si puó far altro che valutare i risultati che porta…..
    • Efficacia ed efficienza
      27 maggio 2013 at 23:36
      Brava Simona per le sue parole, poche per fortuna. Quando la struttura sanitaria che lei difende le darà il benservito si guardi allo specchio e si faccia un applauso.
      Ma forse lei è un intoccabile. A differenza mia e di chi ha cercato di migliorare il servizio sanitario e quindi il servizio sanitario reso al cittadino. Voi dirigenti parlate di efficacia ed efficienza, ricordando che solo uno dei termini riguarda l’economia, ma non gliela devo mica spiegare io la differenza.
      Regalate pure questa sanità ai vostri concittadini e ai vostri figli e nipoti. Vi ringrazieranno dello scempio.
      Glielo dice una che prima di essere una dipendente ASL è stata una paziente con un tumore. Ed è grazie a gente come lei, che condivide tali posizioni, che avrei dovuto aspettare 9 mesi prima di essere visitata dal servizio pubblico.
      Mentre nel privato, convenzionato, il giorno dopo avevo una diagnosi certa.
      La performance delle aziende sanitarie si misura tenendo conto di diversi parametri. Evidentemente lei e chi le firma la busta paga soffrite di amnesia o forse nel momento che all’università il docente spiegava questi concetti eravate fuori a fumarvi una sigaretta.
      O forse nemmeno ve li hanno spiegati, guai a rendere il futuro personale troppo edotto, si rischia poi di avere dietro le poltrone e i camici impiegati e dottori che potrebbero avere idee innovative non in linea con la mission aziendale.
      E comunque Simona la vorrei informare che dopo la 833 ci sono state altre due riforme sanitarie. Si cerchi le fonti e si faccia una sana lettura di diritto. E dei diritti dei cittadini.
  4. consolata
    26 maggio 2013 at 18:01
    Egregio Dottor Fanni, intendo esprimerLe tutta la mia stima per ciò che sta facendo e che in un paese normale sarebbe la regola.Sono una collega e concordo con Lei : il medico deve ottimizzare il lavoro sempre nell’interesse dei pazienti.
  5. Francesca
    26 maggio 2013 at 20:11
    Al Brotzu mi hanno detto che stanno facendo un progetto per abbattere le liste d’attesa.
  6. Alessandro
    26 maggio 2013 at 20:37
    Già il fatto che la sanità sia gestita dalla De Francisci la dice lunga, se poi si pensa che i vari manager non vengono scelti per capacità, non c’è altro da dire.
  7. 26 maggio 2013 at 22:47
    Caro dott. Giorgio Fanni, la ringrazio dal cuore, le esprimo tutta la mia stima e il mio profondo rispetto, lei è prima di tutto un Uomo e, quindi, un vero Medico.
    Con ammirazione
    «Chi non grida la verità quando sa la verità, si fa complice dei falsari e degli imbroglioni.»
    Charles Peguy
    “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.”
    (Frase di J. F. Kennedy, che Giovanni Falcone amava ripetere)
    “Sotto un governo che imprigiona ingiustamente, anche il posto dell’uomo giusto è in prigione.”
    (under a government which imprisons any unjustly, the true place for a just man is also a prison)
    La disobbedienza civile, Henry David Thoreau
  8. 26 maggio 2013 at 22:52
    “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini.
    Abbiamo solo bisogno di più gente onesta.”
    Benedetto Croce
  9. Denis
    26 maggio 2013 at 23:35
    Chissá perchè quanto accaduto al Dott non mi stupisce per niente. È in genere il destino di coloro che lavorando nella pubblica amministrazione svolgono la propria attivitá pensando realmente all’interesse pubblico. Il punto è che spesso le logiche sono altre che niente hanno a che vedere con il bene comune. Peró persone come il medico dell’articolo e tutti coloro che si trovano nelle medesime condizioni non devono mollare perchè con piccoli gesti si cambia il modo di pensare. Io che attualmente vivo una situazione del genere non mollo. Piú siamo e piú saremo incisivi. Grazie a sardiniapost per aver pubblicato questa intervista.
    Saluti
  10. romano
    26 maggio 2013 at 23:42
    Chiarissimo Dottor Fanni, confesso di essere allibito nel leggere come le sue splendide e concrete metodiche vengano disattese dalla burocrazia; io non sono donna ma mia moglie lo era e per stabilire che era aggredita da una neoplasia neuroendocrina ci sono voluti mesi e mesi d’attesa sino a giungere all’ Exitus (54 anni)Dottore continui la sua lotta Lei è un grande.
    Questo è il parere di un sardo che vive in lombardia e ha operato nella sanita per 42 anni,oggi pensionato mi dedico all’ ONLUS del mio paese. Voglia gradire i sensi della massima stima.
  11. Giuseppe
    27 maggio 2013 at 07:38
    Lei è un buon medico ! Ne può essere orgoglioso. La CASTA ha rovinato e sporcato da tempo l’attività ospedaliera. SSN non è più al servizio del malato ! Il malato viene tritato da mille incombenze , variabili nel tempo a piacimento dei direttori sanitari , senza che i medici di famiglia ne siano informati. Il malato alla prima richiesta di vi visita in ospedale si affida all’ospedale ed è inutile rimandarlo per ogni accertamento al medico di famiglia per il successivo iter.
  12. 27 maggio 2013 at 09:52
    Illustre medico vorrei avere il piacere di conoscerla personalmente e stringere la mano come professionista e uomo di pronfondi principi morali e umani. Sono un infermiera e nella mia realtà mi scontro tutti i giorni con problemi simili ai suoi. Con la differenza che clienterismi politici
    predominano sul buon senso e altruismo. Non si fermi la prego.
  13. Lallo
    27 maggio 2013 at 12:49
    Avrei piacere di conoscere questi medici benefattori per pigliarli a calci nel ******
  14. Alina L
    27 maggio 2013 at 15:00
    Gentilissimo Dott. Fanni, la ringrazio dal cuore, e le esprimo tutta la mia stima e il mio profondo rispetto per quello che fa per noi pazienti. Magari tutti i medici fossero corretti e umani come Lei.
    Un caro saluto
    Alina L.
  15. Antonino Tronci
    27 maggio 2013 at 21:55
    La mia stima e ammirazione per questo Professionista il quale conosce e applica il Rispetto per il paziente e la volontà di migliorare un servizio ancora vergognosamente carente nei suoi iter organizzativi. Vergognosa è stata anche l’azione legale ne suoi confronti nonchè la stupida e immotivata sospensione dal servizio. Sarebbe stato il caso di citare il Dottore con una menzione di merito e additato come esempio per tutto il personale medico e ospedaliero del Paese. Vergognosa inoltre l’assenza di supporto da parte di colleghi che si fregiano del titolo di “dottore” senza averne merito ne’ diritto. Grazie DOTTOR FANNI! Per le sue QUALITA’ di MEDICO e di UOMO. Mi impegnerò per riuscire ad incontrarLa e poterLe stringere la mano, fiero di conoscere una persona come poche ce ne sono.
    Tonino Tronci. Agente di Vigilanza “Nuova Sicurvis”. Cagliari.
  16. cristina
    28 maggio 2013 at 09:34
    Solo una parola….GRAZIE
  17. Rebecca
    28 maggio 2013 at 09:47
    SE non avessi avuto la sfortuna di conoscerlo personalmente sia come medico che come persona sarei anche tentata di credere che quello che ha fatto è per gli altri e non per se steso……
  18. Gianni Bentivoglio
    28 maggio 2013 at 17:27
    Gentile Dott. Fanni lei è un medico che dovrebbe essere premiato dal suo datore di lavoro e le faccio i miei complimenti, con grande stima
  19. BARBARA
    28 maggio 2013 at 17:38
    COMPLIMENTI ! QUESTA SI CHIAMA UMANITA’
  20. Mauro
    28 maggio 2013 at 18:10
    In questa storia non c’è solo un problema di inutile burocrazia che in Italia sta distruggendo pubblica amministrazione ed economia, ma sopratutto un problema di interessi contrapposti! Da una parte c’è quello del malato e del suo diritto a ricevere diagnosi e cure nel più breve tempo possibile, e dall’altro l’interesse privato di molti medici che coscientemente impoveriscono di professionalità il servizio pubblico rendendolo farraginoso e allungandone i tempi a tutto vantaggio del servizio privato all’interno della struttura pubblica, ormai generalizzato in tutti gli ospedali pubblici! C’è solo una via d’uscita… rendere incompatibile la professione medica pubblica con quella privata… ma siamo in Italia!!!
    Dott.Prof. Masia Mauro
    • peppepalestrina
      28 maggio 2013 at 23:12
      e’sempre saputo.di rovinare le cose quando
      vanno bene.il cittadino deve essere spolpato.deve essere cavia.alla fine schiacciato se ci arriva
  21. Simona
    29 maggio 2013 at 08:46
    Per chi mi ha attaccato, non sono una dipendente della struttura sanitaria, sono una semplice paziente della struttura di cui questo signore fa parte. Non avrei voluto scriverlo ma sono stata sua paziente e sono fuggita a gambe levate. Mi auguro anche io che questo signore stia operando nel bene del paziente, ma questo non è successo a me. Anche io penso che le liste di attesa (che peraltro si sono notevolmente ridotte negli ultimi anni)siano lunghe e inutili e sono straconvinta che la soluzione non sia rivolgersi al privato ma continuare a migliorare le strutture pubbliche. Ma proprio perché tali vorrei essere tranquilla e non farmi trattare a pesci in faccia perché la mia patologia non rientra tra quelle gravi. Per noi donne è di fondamentale importanza la prevenzione e farsi visitare credo sia un diritto di tutte anche se non abbiamo una malattia gravissima. Con questo signore è successo proprio questo non avendo io una grave malattia non sono stata degnata di opportuna attenzione, qui nessuno vuole difendere la burocrazia, ma i pazienti da certi medici si. Saluto cordialmente tutti
    • Sabrina
      4 novembre 2013 at 11:12
      sei una vergogna! ma se la tua patologia non era, ne convieni che forse l urgenza spetta piu a chi rischia la vita? le liste d attesa vanno abbattute x evitare che gente con tumoti, abbianosubito uan diagnosi, in modo da poter fare subuito la terapia, non come la signora dui 54 anni che a forza di essere mandata da una parte all altra è morta! augurati di non doverci mai passare cristo santo!e poi parlare male di un medico che fa quello che dovrebebro fare tutti i maiali che sono stanzionati nella sanità pubblica e la stabnno facendo falire..vergogna..io lavoro nella sanità, fortunatamente laprivata, e cagac..o ne vedo ogni giorno…le peggiori sono le perosne che non hanno niente e ti tormentano ogni santo giorno, poi se sono esenti non parliamone…quelli che hanno davvero gravi patologie sono sempree calmi e rispettosissimi!se nonhai nulla di grave, aspetta qualche mese in lista o vai nel privato, qui la battaglia è per le cose urgenti!
  22. Simona
    29 maggio 2013 at 08:52
    ps…rammento che comunque il signore in questione non ha tagliato le liste d’attesa, ma per sua dichiarazione nell’articolo ha fatto questo “ovvero portare le mie tariffe del servizio privato svolto in ospedale, il servizio intramoenia, a un livello paragonabile a quello del ticket del Centro unico di prenotazione” per poter seguire le pazienti…si commenta da sè
  23. angela ventriglia
    29 maggio 2013 at 09:27
    complimenti per la sua professionalità che non le ha fatto dimenticare il lato umano del medico a cui tutti si rivolgono per ottenere spiegazioni con la speranza di essere rassicurati,, la invito a non arrendersi ed aiuti i medici giovani con i suoi stessi principi morali oltre che etici in questo progetto che non può fare che bene alla sanità italiana malata da amministratori corrotti e persone interessare solo alla parte mercificante del corpo umano e non al suo beneficio. Cordiali e sinceri saluti Angela
  24. Arrubiu
    29 maggio 2013 at 11:48
    Ricordo, attenendomi ai fatti ed alle dichiarazioni,quello che il Dott. Fanni ha detto = “ovvero portare le mie tariffe del servizio privato svolto in ospedale, il servizio intramoenia, a un livello paragonabile a quello del ticket del Centro unico di prenotazione”
    Questa non mi é sembrata una grande cosa perché il nostro medico-filantropo in questo modo ha fatto solo risparmiare qualcosa alle pazienti con qualche soldino in tasca, che magari sono state servite prima, ma non si è minimamente curato di quelle pazienti in precarie condizioni economiche ed esentate dal ticket, le quali per essere visitate hanno
    dovuto fare comunque una lunga fila.
    E poi, pochi o molti, i soldi sono entrati nelle sue tasche e non in quelle del’Azienda che gli paga lo stipendio con la quale, di fatto, si è messo in concorrenza
    con il suo volantinaggio.
    Il problema di fondo, purtroppo, non é la tariffa discount del filantropo ma quello
    scandaloso dell’esercizio della libera professione intramuraria ovvero la cosiddetta attività intramoenia dei medici.
    Una follia che non esiste in nessun, dico nessun altro ambito del Pubblico Impiego e che distoglie energie e tempo all’attività dei medici a servizio del Servizio Sanitario Nazionale,
    -non importa la tariffa praticata-
    e questa si che allunga, di fatto,
    le liste d’attesa.
    Non penso proprio che stiamo parlando
    di Gino Strada ma di ben altre cose.
  25. benedetto ratto
    29 maggio 2013 at 12:05
    Grazie Fanni a nome di tanti colleghi che hanno consumato come me e te la vita negli ospedali e hanno pensato ai pazienti invece che alla carriera
    La verita’ e’ sovrana e alla lunga trionfa sempre
    La vita e’ breve ma l’arte e’ lunga
    Sulle cosiddette direzioni generali non voglio sprecare nemmeno una parola
    Con affetto
    Un collega di Genova
  26. franchixeddu
    1 giugno 2013 at 16:34
    non per fare retorica;la nostra società sarebbe più a misura umana se fosse gestita al 90%da persone come lei,ha la mia (per quanto valga)piena solidarietà.
  27. Giuseppe
    3 novembre 2013 at 01:22
    Siamo alle comiche! Non c’è nessuna volontà di voler cambiare!
  28. indignato
    3 novembre 2013 at 13:15
    Egregia assessore De francisci, si faccia un giro nei reparti di certe strutture ospedaliere e vada a vedere quanti dipendenti ASL stanno a bighellonare imponendosi sui precari mandati dalle agenzie che spesso fanno lavoro doppi mal pagati e con lo spettro delle minacce del licenziamento e delle ritorsioni personali. Forse è ora di finirla no? Create un cup che parli col paziente e che informi correttamente, questo non funziona..
  29. cleofe56
    4 novembre 2013 at 10:11
    Bravissimo dr. Fanni, sono convinta che ci siano altri medici come lei ma che non abbiano avuto il suo stesso impulso, chiamiamolo così.Un Altro esempio di lunghe liste di attesa: ho prenotato una visita allergologica per mio figlio nel mese di settembre, verrà visitato in marzo 2014. Mi auguro che anche a Carbonia possa nascere un punto informativo “Dimensione Sanità”. A sua disposizione!

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