domenica 1 dicembre 2013

Questo è la lettera aperta scritta da Mimmo Damiani all'indirizzo dei grillini pavesi.

Cari Cinquestelle…

Di 
di Mimmo Damiani *
Coalizione civica? Una settimana fa da questo blog e sul “Lunedì”, Insieme per Pavia ha lanciato la proposta di un governo civico di salute pubblica dopo i guasti indistintamente causati dalle giunte Albergati e Capitelli (centrosinistra) e Cattaneo (destra). Un invito a immaginare una gestione di Pavia come bene di tutti e non solo per chi ha entrature al Mezzabarba. In replica all’appello, secondo Cesare Del Frate e Iolanda Nanni «Il M5S ha idee e obiettivo chiari, ha posto le proprie condizioni a tutela dell’autentica vocazione civica di un qualsivoglia polo e non mercanteggerà su condizioni necessarie poste nell’esclusivo interesse dei cittadini». Le condizioni poste «nell’esclusivo interesse dei cittadini» (cinquestelle?) erano: «nostro il sindaco, nostro il programma, nostre le regole». Tutto «nostro». Come è evidente, sono proposte irricevibili. Peccato, e comunque la porta rimane aperta. Agli amici Cesare e Iolanda ha risposto qui Stefania Vilardo (lista civica Insieme per Pavia). Ora interviene Mimmo Damiani (movimento civico La Piazza e il Ponte).
Cari Cesare del Frate e Iolanda Nanni
, ho letto adesso la vostra risposta un può piccata all’invito pervenuto l’altro giorno da “Insieme per Pavia”. Poiché sono in indirizzo di entrambe le comunicazioni (in qualità di uno dei coordinatori del movimento civico verso le comunali di Pavia “La Piazza e il Ponte”) mi permetto rispondervi pubblicamente.
Come sapete non appartengo a quella cultura che ama “demonizzare” gli avversari e “passare il tempo” a fare il culo agli altri. A quasi 60 anni ho capito ancora poche cose. Una però è questa: nel mondo ci sono quelli a cui piace “fare le cose” e quelli a cui piace “criticare le cose che fanno gli altri”. A me interessano molto di più i primi. I secondi mi fanno anche un po’ pena. Un’altra cosina che ho capito (però molto importante perché a coltivarla abbiamo tipacci come Ghandi, Bergson ecc.) è che nella vita (come quindi anche in politica) non esistono i PERVERSI. Esistono soli i DIVERSI. Ed anche quelli molto diversi da te meritano rispetto (soprattutto se sono onesti, sinceri e puliti). Faccio questa premessa perché vivo davvero con grande tristezza questi costanti scazzi, queste feroci polemiche tra soggetti politici vari che vorrebbero/dovrebbero rappresentare l’ALTERNATIVA alla merda dominante. Scazzi e polemiche che ruotano più attorno ad antipatie e preconcetti che non a CONTENUTI e METODI. Me lo conferma il fatto che sulla proposta di programma che “La Piazza e il Ponte” ha presentato + o – a tutti, quasi nessuno ha espresso dissenso, contrarietà, ostacoli. ANZI. E non è un programmino fru-fru. Contiene segni di radicale e profondo cambiamento. Un cambiamento che appare cercato e condiviso da vari fronti e matrici culturali ed ideologiche. È un fatto questo davvero PARADOSSALE. Si è in tanti d’accordo su contenuti, metodi ed obiettivi ma poi si coltiva il gusto (tragicomico) di dividerci su tattiche, simboli, antipatie personali, vessilli, antiche o nuove diatribe, presunzioni di essere il meglio, ecc. Così tutti sono contenti di se stessi e della loro perfetta “auto-sufficienza”… e a culo tutto il resto… in primis i cittadini e la città ed il diritto al futuro delle nuove generazioni. Un gran bel risultato, che conferma la tragica visione del poeta quando dice «Eran più che nemici / eran fratelli».
Noi ci abbiamo provato e continuiamo a fare lo sforzo di individuare altre possibilità, altre speranze: Lista civica vera senza simboli di alcuna fazione. Persone scelte per le loro competenze e non appartenenze. Giunta da presentarsi prima del voto. Sindaco scelto assieme come “esito” di un lavoro comune. Contenuti alti ed entusiasmanti con una visione che metta al centro ambiente, bellezza, scuola, bambini, cultura, diritti, legalità, solidarietà. Ecc. Con al centro i CITTADINI secondo una proposta/impegno/responsabilità di “protagonismo” da sostituirsi con la condanna di essere oggi solo spettatori e consumatori. E nel cuore l’idea che la città deve tornare, per sopravvivere e vivere, ad essere una vera COMUNITA’. Una comunità di persone. Libere da e libere di.
Ciò premesso entro nel merito della MENATA in corso. Noi, anche per il tramite del tanto burbero quanto onesto Giovanni Giovannetti, avevamo proposto al M5S un impegno comune, dentro una prospettiva civica, attorno a contenuti e metodi che tu stesso Cesare, a me personalmente, hai detto di condividere pienamente. Ci avete, dopo un tot (un bel totperché è quasi un anno che aspettiamo un riscontro) risposto così: OK va bene tutto PERO’ IL CANDIDATO SINDACO LO SCEGLIAMO NOI. E se volete voi scegliete la Giunta. !? Una proposta, cari Cesare e Iolanda, davvero non ricevibile. Una roba tra l’altro dal sapore andreottiano, una sorta di “spartizione” senza anima e testa riguardo il progetto civico e davvero con poca considerazione degli interlocutori e dei cittadini.
Dall’altro lato invece i nostri amici e compagni di sinistra (a cui state particolarmente antipatici un po’ per colpa loro ma certamente anche un po’ per colpa vostra) ci propongono: OK va bene la scelta civica, ma senza il simbolo di quelli del M5S. In effetti il loro ragionamento sta in piedi. Perché il simbolo vostro SI ed il loro NO? Nessuno ci crede (neanche voi) che gli altri sono un partito e voi un movimento civico. Voi siete un partito. Anzi un grande partito . Nuovo certamente. Nei metodi di selezione della classe dirigente e nei contenuti, nato non certo dentro le oligarchie partitocratiche e le ideologie ottocentesche, ma “venuto fuori” in mezzo alla gente ed anche alle loro lotte: per il bene comune, l’acqua pubblica, no alle grandi opere, ecc. E ci intriga molto il riferimento internazionale che fate agli indignados ed aOccupy Wall Street. Anche se dovreste continuare nell’elenco: i monaci tibetani, gli indios del Chapas, i “matti” che si sono ritirati in montagna a coltivare i funghi, il popolo dei bambini del mondo, i clandestini che cercano il futuro sulla terra di tutti, i nuovi indiani metropolitani, quelli di slow food, ecc.
C’è tutto un mondo (nel mondo come a Pavia) che pensa che un altro mondo e un’altra città è possibile e necessaria e desiderabile. Servirebbe solo un po’ più di umiltà e un po’ più di amore. Si di amore. Guardate che banalità… Sono a livello del Berlusca e di Cicciolina. Però un amore orientato verso il bene comune e non verso il bene della nostra organizzazione, orientato verso il bene della città e non verso il bene della nostra fazione. Forse c’è ancora tempo. Poco certo. Per quelli come me che hanno quasi 60 anni il famoso “tempo che passa” è ormai diventato “il tempo che resta”.
Sarebbe un vero peccato non riuscire a far nascere e vivere un’altra Pavia. Basterebbe davvero poco. Sarebbe un vero peccato. Nel senso etimologico (come ho già detto ieri… ma sai i vecchi si ripetono) sarebbe solo continuare a: errare, fallire, mancare, rinunciare, distruggere, non valorizzare, non sperare, non godere.
Fate vobis.
Ciao. Ci vediamo.
*movimento civico La Piazza e il Ponte

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...