Dopo la polemica scoppiata per la lettera mandata dal Sindacato pensionati Cgil a favore di Gianni Cuperlo, in Corso d'Italia ci si interroga sull'opportunità di utilizzare il simbolo del sindacato in vista di appuntamenti politici, quale è quello dell'otto dicembre. Soprattutto dopo che l'iniziativa dei pensionati ha creato non pochi malumori all'interno del sindacato, come scritto da Huffpost mercoledì.
L'obiettivo sarebbe infatti quello di tenere il sindacato sganciato, almeno formalmente, dalla dialettica interna al partito. E anche con questo spirito, già più di un mese prima della lettera della discordia, era stata la stessa Cgil a ricordare ai propri iscritti i limiti previsti dal proprio statuto.
Limiti che impediscono ai propri dirigenti di candidarsi in "organi direttivi" di partito ma non fissano paletti circa l'elezione in assemblea. "Alla vigilia di appuntamenti congressuali di partito- aveva scritto il segretario confederale Vincenzo Scudiere- ricordiamo quanto definito all’art.7 dello Statuto CGIL(..) - in tema di incompatibilità. (...) L’autonomia della CGIL si realizza anche fissando le seguenti incompatibilità con cariche elettive dell’organizzazione ai vari livelli". Quindi un riferimento al comma che disciplina la questione "appartenenza a organi direttivi di partiti e di altre formazioni politiche, che non siano di emanazione congressuale, nonché di organi esecutivi degli stessi".
Insomma dietro all'irritazione di una parte del sindacato per l'iniziativa dello Spi ci sarebbe, più della scelta in sé di candidarsi, l'utilizzo del simbolo Cgil a vantaggio di un candidato. Una campagna "promozionale" che non tutti, in Via Corso d'Italia, paiono aver gradito.