giovedì 5 dicembre 2013

Ed ora prendete questo grande statista incompetente e mandatelo in galera.

calderoli-porcellum
— POLITICA

Il Porcellum è incostituzionale, e ora?

di Emanuele Menietti – @emenietti

Le risposte alle domande che circolano di più: il Parlamento è legittimo? Cosa succede se si vota prima di approvare una nuova legge elettorale? E il governo che fine fa?

Mercoledì 4 dicembre la Corte Costituzionale ha annunciato di avere accettato il ricorso presentato contro il “Porcellum”, la legge elettorale in vigore, ritenuto incostituzionale per le modalità con cui assegna il premio di maggioranza e per la mancanza delle preferenze. La decisione dei giudici costituzionali ha pochi precedenti di simile portata e lascia numerose domande e incertezze su quali saranno i prossimi passi, della stessa Consulta e del Parlamento, chiamato a sistemare un guaio realizzato tre legislature fa, nel 2005.
Porcellum
Prima di vedere che cosa ha deciso la Corte Costituzionale è opportuno un rapido ripasso sull’attuale legge elettorale (chi è cintura nera in materia può saltare al punto successivo).
La legge elettorale attuale è basata su un sistema proporzionale più un premio di maggioranza, distinto tra Camera e Senato. Alla Camera l’assegnazione del premio spetta alla coalizione di partiti – o al singolo partito senza coalizione – che ottiene più voti degli altri su base nazionale. Il premio è molto grande e corrisponde al 55 per cento dei seggi, cioè 340 deputati su 630. Al Senato il premio di maggioranza è su base regionale: ogni regione assegna un certo numero di senatori, ma la coalizione – o sempre il singolo partito senza coalizione – che ha ottenuto più voti degli altri prende in automatico la maggioranza dei seggi regionali. Il “Porcellum”, inoltre, prevede liste bloccate decise dai singoli partiti: gli elettori non possono indicare una preferenza ma votare solo il partito.
Nel 2009 l’avvocato Aldo Bozzi ha fatto ricorso, insieme con altre 27 persone, per lesione del diritto di voto dovuto all’esistenza del “Porcellum”. In primo grado e in appello il ricorso è stato dichiarato infondato mentre la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria, cioè ha affidato il problema alla Corte Costituzionale (la Corte di Cassazione è giudice di legittimità delle sentenze emesse negli altri gradi di giudizio, la Corte Costituzionale si occupa tra le altre cose di verificare la legittimità costituzionale delle leggi).
La decisione
Come spiega Liana Milella di Repubblica, i giudici della Consulta si sono riuniti in camera di consiglio alle 9:30 e hanno dibattuto fino alle 13, riprendendo poi nel pomeriggio e arrivando a una decisione poco dopo le 18. In seguito la Corte ha emesso una breve nota, dove ha dato conto della propria decisione.
I giudici hanno dichiarato incostituzionali le parti del “Porcellum” che prevedono l’assegnazione del premio di maggioranza, nelle modalità che abbiamo descritto, e l’esistenza delle liste bloccate senza la possibilità di esprimere preferenze.
Motivazioni
Nella nota la Consulta spiega che le motivazioni della sentenza saranno pubblicate nelle prossime settimane e che solo dal momento della pubblicazione la dichiarazione di incostituzionalità avrà effetto giuridico. Fino ad allora resterà in vigore il “Porcellum” per come lo conosciamo, anche se sulla legge pesa inevitabilmente la definizione di incostituzionalità.
“Mattarellum”
Nelle scorse settimane alcuni giuristi avevano ipotizzato che la Consulta potesse bocciare interamente il “Porcellum” riportando in vita il sistema precedentemente in vigore, il “Mattarellum”, dando corso alla cosiddetta “reviviscenza” di una norma perché gli organi elettivi non possono restare senza una legge elettorale. I giudici hanno preferito attenersi ai quesiti posti dalla Corte di Cassazione quando ha rinviato a loro la questione di costituzionalità, concentrandosi sui due punti sollevati dal ricorso di Bozzi. Resuscitando la vecchia legge i giudici sarebbero andati ben oltre le richieste del singolo caso giuridico.

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